Nel corso dello spazio dedicato al caso di Marco Vannini, durante la puntata odierna di Chi l’ha visto, è stata trasmessa la doppia testimonianza rilasciata nel corso dell’ultima udienza del processo a carico della famiglia Ciontoli. A parlare sono state le vicine di casa dei Ciontoli. Si è trattato di una testimonianza molto forte. La prima donna ha raccontato di aver sentito verso le 23:00 della sera in cui Marco Vannini fu ucciso, una voce femminile dire “lo vedi papà, lo vedi papà”. Poi dopo 25/30 minuti sentì un forte rumore “come un grosso cristallo che si spaccava e cadeva per terra”. Dopo un po’ iniziò a sentire una voce maschile che gridava dicendo di stare male mentre altre voci che lo tranquillizzavano. “Sentivo le urla di questo ragazzo, sentivo persone che si muovevano al piano di sopra e come se avessero portato il ragazzo in camera da letto perché ho sentito cadere altra roba”. “Marco continuava a urlare e una voce femminile diceva ‘amore non ti preoccupare, apri gli occhi’ e quando urlava diceva ‘scusa Marti, scusa Marti’”. Un’altra testimone, anche lei vicina di casa, ha confermato le grida che giungevano dai Ciontoli da parte del ragazzo che chiedeva aiuto mentre altre voci lo tranquillizzavano.
Il prossimo 21 dicembre si svolgerà la nuova udienza del processo sulla morte di Marco Vannini, il giovane bagnino di Cerveteri con il sogno di diventare un carabiniere. Del caso se ne è occupata oggi la trasmissione Chi l’ha visto, nel corso della striscia quotidiana, durante la quale sono intervenuti in studio anche i genitori del giovane ucciso e per il quale si attende giustizia. Durante la puntata, si è ripercorso il tragico delitto di Marco Vannini, morto nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, dopo 4 ore di agonia. A sparare un colpo di pistola contro di lui è stato Antonio Ciontoli, padre di Martina, l’allora fidanzata della vittima. Sono state tante le versioni finora avanzate dall’uomo agli inquirenti: inizialmente parlò di un incidente verificatosi mentre cercava di afferrare la pistola in procinto di cadere, poi avanzò la versione dello scherzo avvenuto dopo aver creduto per errore che la pistola fosse scarica. Diverse versioni anche quelle fornite al 118: lo stesso Antonio Ciontoli prima disse che Marco Vannini aveva avuto uno spavento perché gli avevano fatto uno scherzo, riagganciando. In una successiva telefonata l’uomo spiegò che il ragazzo si era ferito con un pettine a punta e che ha avuto un attacco di panico per lo spavento. Intanto, lo scorso maggio si è aperto il processo che vede l’intera famiglia Ciontoli accusata di omicidio. Nello studio di Chi l’ha visto oggi hanno preso la parola anche i genitori di Marco Vannini, papà Valerio e mamma Marina, i quali dal giorno della morte dell’amato ed unico figlio si stanno battendo per avere giustizia e soprattutto verità su quanto accaduto al loro Marco. Per capire bene cosa sia successo potrebbe essere importante partire dall’ultimo giorno di vita del giovane. Era una domenica, Marco Vannini era andato a lavorare e i genitori si erano recati in campagna con l’intera famiglia compresa Martina Ciontoli. Mentre erano tutti insieme, il cognato di Marina Conte raccontò che Marco nei giorni scorsi era andato a trovarlo e che gli aveva parlato del concorso per entrare nell’esercito. Martina si era alterata con la mamma del fidanzato perché non voleva che Marco partisse a fare il militare in quanto credeva che se fosse partito lo avrebbe perso per sempre. Su questo argomento anche in passato c’erano state delle discussioni. Uscendo dal casale la ragazza, oggi imputata con il resto della famiglia, mandò alcuni messaggi a Marco Vannini. Alcuni di essi sono stati trasmessi nel corso del programma: la giovane insisteva nel cercare di capire se il fidanzato fosse realmente andato dallo zio, ma Marco Vannini, pur leggendo i messaggi, preferì non rispondere per non accendere ulteriori discussioni. La sera Marco andò a cena dai Ciontoli e quasi sicuramente si tornò a parlare dell’argomento. Ci fu un litigio prima del delitto? Potrebbe essere legata a questo la morte del giovane di Cerveteri?