Il processo a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, misteriosamente scomparsa da Gello di San Giuliano Terme quasi cinque anni fa, sta per concludersi. Il prossimo 21 dicembre sarà letta la sentenza conclusiva, ma nel frattempo l’intera vicenda si arricchisce di ulteriori inquietanti dettagli, come reso noto dal quotidiano Leggo.it, citando Giallo. Dopo le intercettazioni di Sara Calzolaio risalenti ad un anno dopo la scomparsa di Roberta Ragusa e nelle quali parlando con la figlia della donna scomparsa usava toni e parole dure, pare che la stessa amante e attuale compagna di Logli avesse nel tempo fatto varie pressioni psicologiche nei confronti della stessa bambina. Il riferimento è ad un’altra intercettazione nella quale la Calzolaio avrebbe tentato di convincere con una certa insistenza la piccola figlia di Roberta, turbata per la scomparsa della madre, a dire alla nonna di stare bene. Il quotidiano nel descrivere l’episodio parla di una vera e propria “violenza psicologica”.

In attesa della sentenza nel processo a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, e che arriverà nei prossimi giorni, il settimanale Giallo rivela alcune clamorose novità. Dopo le frasi della difesa di Logli e che hanno fatto discutere, ora sarebbero emerse alcune dichiarazioni da parte dell’amante e attuale compagna del marito di Roberta Ragusa, Sara Calzolaio. La donna si sarebbe rivolta alla figlia del suo compagno con parole piuttosto dure sulla madre: “Tuo papà non era innamorato, tua madre non sapeva amarlo”. Secondo quanto reso noto dal settimanale diretto da Andrea Biavardi, l’intercettazione in questione risalirebbe ad un anno dopo la misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa. La perdita della madre era ancora molto viva presso la figlia della donna scomparsa, la quale sarebbe rimasta anche molto turbata da un altro evento: pare che la piccola abbia ascoltato il padre Antonio Logli e Sara Calzolaio mentre erano in intimità. Anche in quel caso il commento dell’amante non sarebbe tardato ad arrivare ed ironicamente avrebbe asserito: “La capisco, tesoro, non era abituata…”.

Si avvicina sempre di più l’attesa sentenza del processo lampo con rito abbreviato a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa. Il prossimo 21 dicembre, infatti, il giudice Elsa Iadaresta leggerà la sentenza con la quale proscioglierà o, al contrario, condannerà l’uomo, accusato di omicidio e distruzione di cadavere della povera moglie, misteriosamente scomparsa nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012. Proprio sulla sua scomparsa e sul non ritrovamento del corpo, ha fatto leva la difesa di Logli nel corso della passata (ed unica) udienza del processo, al punto da avanzare un’ipotesi shock. La donna sarebbe viva e si troverebbe in Sicilia? Come riporta il settimanale Giallo, al fine di evitare la condanna al massimo della pena fissata a 20 anni a carico del loro assistito, i suoi avvocati – e quindi lo stesso Antonio Logli – avrebbero avanzato in aula questa bizzarra teoria. Non solo: sempre a detta della difesa, Roberta Ragusa prima di far perdere volontariamente le sue tracce avrebbe accumulato una importante somma di denaro in contanti e l’avrebbe nascosta dentro alcuni sacchi neri. Dopo l’udienza, l’avvocato di parte civile Enrico Maria Gallinaro e che rappresenta uno zio e una cugina di Roberta Ragusa, ha commentato al settimanale diretto da Andrea Biavardi sostenendo: “Probabilmente non conosceremo mai la verità su cosa accadde quella notte in casa Logli e neppure dove oggi si trova la signora Roberta Ragusa”. In realtà, a detta del legale, la donna di Gello di San Giuliano Terme sarebbe morta, come sostenuto dalla Suprema Corte di Cassazione e non starebbe certamente “al sole su un’isola”. Tutti, dunque, sarebbero in attesa della sentenza del giudice ma su questo aspetto la Corte di Cassazione, sulla base dei numerosi indizi raccolti, non avrebbe manifestato alcun dubbio: Roberta Ragusa sarebbe morta e non si sarebbe mai allontanata volontariamente. Dello stesso parere è il legale dell’associazione Penelope e parte civile nel processo a carico di Antonio Logli, l’avvocato Nicodemo Gentile, il quale al medesimo settimanale ha dichiarato: “Se davvero si ritiene che Roberta Ragusa sia in Sicilia, non capisco perché il marito non sia andato lì a cercarla. Al posto suo, mi sarei precipitato”. Un’osservazione più che comprensibile e che cela, a sua volta, l’impossibilità e l’infondatezza della teoria avanzata dalla difesa dell’imputato.