Il caso di Gianna Del Gaudio ha ottenuto una grande copertura da parte dei media e gli stessi membri della sua famiglia hanno avuto modo, in questi mesi, di commentare ai vari programmi tv ed alla stampa l’andamento delle indagini. A dire la sua nel corso della trasmissione di Telelombardia, come riporta L’Eco di Bergamo, è stata anche Alessandra Manenti, fidanzata di Mario Tizzani, figlio maggiore di Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani. La ragazza, insieme al compagno, erano ospiti la sera in cui poi la ex professoressa fu sgozzata, ma al programma Iceberg Lombardia non ha rilasciato dichiarazioni interessanti, limitandosi a riferire: “Preferisco non dire nulla, non è il momento di commentare”. Alla domanda se Gianna Del Gaudio a cena avesse la collana – la quale sarebbe poi scomparsa misteriosamente dopo il suo delitto – Alessandra si è limitata a replicare: “Lo so che i dettagli sono importanti, ma non ne voglio parlare, ci pensano i carabinieri”.



In attesa di maggiori riscontri da parte dei Ris di Parma, giunti a Bergamo all’inizio di questa settimana per effettuare ulteriori importanti prelievi, proseguono le indagini in merito al giallo di Gianna Del Gaudio. Dopo le parole di Antonio Tizzani, unico indagato a piede libero e marito dell’ex professoressa uccisa, giungono anche le parole del figlio Paolo, intervistato nel corso del programma Iceberg Lombardia su Telelombardia e ripreso da L’Eco di Bergamo. Il figlio minore di Gianna Del Gaudio ha confermato il sentimento di paura del quale aveva parlato anche il padre Antonio, avanzando una domanda retorica: “Si può essere tranquilli in questa situazione visto che non hanno trovato chi ha ucciso mia madre?”. Paolo ha poi commentato le voci che lo hanno riguardato da vicino: “Le insinuazioni che ho sentito su di me mi fanno male. Io metterei in galera quelle persone che insinuano che il figlio possa aver ucciso la madre: un figlio non può uccidere una madre, la persona che gli ha dato la vita”. Anche il figlio dell’ex professoressa in pensione, al pari degli inquirenti, ha ammesso di essere alla ricerca della verità in riferimento al delitto dell’amata madre, smentendo di aver finora mai coperto il presunto assassino della donna.



Il giallo di Gianna Del Gaudio, a quasi quattro mesi dalla morte dell’ex professoressa in pensione originaria di Avellino ed uccisa nella sua abitazione di Seriate, resta ancora senza un colpevole. Ufficialmente, il solo indagato per il delitto ed attualmente a piede libero resta il marito della vittima, Antonio Tizzani, il quale di recente ha però manifestato una certa paura. L’uomo, ex ferroviere di 68 anni, secondo quanto riportato dal sito Irpinia24.it, si sarebbe letteralmente barricato in casa del figlio, dove è ospite da quando la moglie Gianna Del Gaudio è rimasta vittima di un inspiegabile quanto terribile delitto. Dopo quanto accaduto, proprio il figlio avrebbe rinforzato porte e finestre temendo per l’incolumità sua e del resto della sua famiglia, dopo quanto accaduto a scapito della madre, sgozzata con un solo fendente da un uomo “incappucciato” che tuttavia sarebbe stato visto unicamente da Antonio Tizzani. A tal fine sarebbero state messe anche le inferriate ma il sentimento attuale è quello di comprensibile timore. “Vivo nella paura”, ha dichiarato il marito indagato di Gianna Del Gaudio. “Come potrebbe essere diversamente dopo ciò che è accaduto a mia moglie?”, ha quindi aggiunto l’ex ferroviere in pensione.



Si cercano inevitabilmente risposte dietro la morte misteriosa di Gianna Del Gaudio, ex professoressa in pensione sgozzata nella sua abitazione di Seriate la notte tra il 26 ed il 27 agosto scorso. Da allora, tante domande si sono aperte al cospetto degli inquirenti che non fermano le loro indagini e che vedono come principale protagonista proprio il marito della vittima, l’ex ferroviere 68enne Antonio Tizzani. Unico indagato a piede libero, l’uomo ha sempre respinto ogni accusa a suo carico ed ha sempre avanzato la versione – mai di fatto riscontrata – dell’uomo incappucciato. Sarebbe stato lui, a sua detta, il responsabile della morte di Gianna Del Gaudio, sgozzata con un unico fendente che, secondo gli inquirenti, le sarebbe stato provocato da un grosso cutter. Il medesimo trovato lo scorso 6 ottobre, all’interno di un sacchetto ed insieme ad un paio di guanti in lattice, nascosto dietro una siepe distante alcune centinaia dalla villetta in cui Gianna è stata uccisa. Tra le risposte che si attendono e che potrebbero fornire una sferzata alle indagini sul giallo di Seriate, ci sono anche quelle in merito al Dna di Antonio Tizzani rinvenuto sull’arma del delitto. Come mai sarebbe finito proprio sul taglierino, lo stesso che il marito della vittima avrebbe con insistenza sostenuto di non aver mai visto né usato? A fornire una bizzarra difesa, come riporta il settimanale Giallo, sarebbe stato lo stesso indagato il quale ha asserito: “Quel Dna, se è davvero mio, è lì perché ce lo ha messo qualche operaio che lavorava in casa, magari appositamente. Forse è stato qualcuno che mi odiava”. Tizzani, da un po’ di tempo a questa parte, avrebbe sostituito la tesi dell’uomo incappucciato con quella secondo la quale l’assassino di Gianna Del Gaudio possa essere un loro conoscente. Qualcuno che avrebbe agito contro lo stesso marito dell’ex professoressa. Ma la sua spiegazione in merito al Dna trovato sul taglierino appare credibile? Secondo il settimanale diretto da Andrea Biavardi, quelle avanzate da Antonio Tizzani sembrerebbero bugie simili a quelle che avrebbe riferito anche Massimo Bossetti, l’uomo accusato – e condannato in primo grado all’ergastolo – del delitto di Yara Gambirasio. Anche Bossetti sostenne che il sangue gli era stato sottratto e “trasportato” sul corpo della giovane vittima da un operaio. Antonio Tizzani, nell’ambito del giallo sul delitto di Gianna Del Gaudio resta ufficialmente indagato a piede libero, eppure le sue dichiarazioni, parimenti a quelle di Massimo Bossetti, sembrerebbero il tentativo di un depistaggio. Quest’ultima pista non sarebbe stata trascurata del tutto dagli inquirenti, i quali avrebbero intravisto questa possibilità anche in riferimento alle modalità con le quali sarebbe stata fatta rinvenire l’arma usata per sgozzare l’ex professoressa.