Yuval Harari è uno storico e professore universitario israeliano conosciuto in tutto il mondo e il cui libro, Sapiens: A Brief History of Humankind, è stato tradotto in diverse lingue ed è diventato un best seller in diversi paesi. In un’intervista uscita sul Venerdì de La Repubblica, Yuval Harari ha parlato del futuro in cui verserà l’umanità dopo questo secolo e della probabile immortalità che diventerà condizione normale per l’uomo, dove la morte sarà solo “un incidente di percorso”. “In questo secolo punteremo all’immortalità. O meglio, tenderemo a vedere la morte come un banale problema tecnico. Del resto già nel 2013 Google ha lanciato la società Calico che ha la missione di combattere l’invecchiamento e, come dicono i fondatori, risolvere la morte”. Tutto questo porterà ovviamente anche a scoperte che riguarderanno il potenziamento delle facoltà e del fisico umano, tanto che sempre secondo Yuval Harari, alcuni diventeranno dei semidei.



Tutte queste nuove scoperte, secondo Yuval Harari, porteranno al sopravvento poi di alcuni uomini sugli altri e al comando delle macchine e degli algoritmi, perché l’uomo diventerebbe inutile. “Se il nuovo obiettivo della medicina sarà invece – com’è probabile – il potenziamento dell’essere umano, per esempio attraverso interventi genetici, allora chi potrà permetterselo si potenzierà più degli altri. Il divario tra privilegiati e no potrebbe allargarsi a dismisura arrivando persino a codificarsi nel Dna. (…). Una volta che i potenti saranno più intelligenti, più forti, più sani avremo una classe di “semidei” che metterà a dura prova il concetto di democrazia”. Fino ad arrivare al punto più estremo, quello del controllo delle macchine, che saranno sempre più intelligenti, della vita dell’uomo. A un grande prezzo. “Un trasferimento di autorità dagli umani agli algoritmi. Che è un passaggio storico”, conclude Yuval Harari nella sua intervista a Repubblica

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