Questa mattina Roma si è svegliata con una nuova ondata di arresti che ha scombussolato il Campidoglio: Raffaele Marra, braccio destro di Virginia Raggi alla guida del dipartimento Organizzazione e risorse umane, è stato arrestato per corruzione. L’uomo avrebbe intascato una tangente del valore di 367mila euro dal costruttore Sergio Scarpellini per l’acquisto di una casa Enasarco: ma chi è davvero l’uomo che ha creato così tanti malumori nel Movimento 5 Stelle e che adesso rischia di creare ancora più polemica intorno alla sindaca Virginia Raggi dopo il caso Muraro? 44 anni e una carriera nelle Fiamme Gialle fino al 2006, anno in cui decise di entrare in politica: fatale fu l’incontro con Gianni Alemanno, allora primo cittadino della Capitale, presentatogli dal vescovo Giovanni D’Ercole. Lì, l’illuminazione: decide quindi di provare a partecipare al concorso per dirigente del Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura vincendolo. Inizia quindi la sua scalata al Campidoglio e la sua carriera politica, prima come uomo di Gianni Alemanno e adesso di Virginia Raggi.



La carriera politica di Raffaele Marra non è mai stata troppo limpida e chiara: più volte è stato accusato di avere a che fare con personaggi dubbi del mondo della criminalità romana. Da un’inchiesta condotta da L’Espresso risulta che quando era il braccio destro di Gianni Alemanno ed era a capo del dipartimento delle Politiche abitative, Raffaele Marra ha firmato dei contratti milionari con un costruttore – Fabrizio Amore, indagato per mafia capitale – che ha affittato al Comune di Roma circa un centinaio di appartamenti al prezzo di 2,6 milioni di euro. Una cifra spropositata, se si pensa che questi edifici sono situati fuori dal raccordo anulare e non nel centro della città. Sia Raffaele Marra sia sua moglie sembra siano riusciti ad avere inoltre, tramite i loro contatti privilegiati con gli imperatori del cemento a Roma (tra cui Giulio Scarpellini), sconti enormi su case super lussuose. In particolare, quella intestata alla moglie era di proprietà dell’Enasarco.



Raffaele Marra, oltre che finanziere, è stato anche capo della polizia municipale: un uomo sempre al servizio della legge, fino a quello che si è scoperto stamattina. Fedelissimo di Gianni Alemanno, con il quale ha iniziato la carriera politica, di Renata Polverini poi, e adesso di Virginia Raggi, viene chiamato il “vero sindaco di Roma”. È sempre Marra che ha rischiato di far spaccare il Movimento 5 Stelle, che si era indignato per la nomina che gli era stata data dalla sindaca: i suoi trascorsi nelle giunte passate (con le quali il M5S voleva dare un taglio netto) e le sue amicizie ambigue, lo hanno reso l’uomo della discordia. Per questo da vice capo di Gabinetto Virginia Raggi lo ha poi declassato al dipartimento delle Risorse umane: resta da capire perché quest’uomo sia stato così fortemente voluto ancora una volta al Campidoglio nonostante il suo fosse un passato “torbido” per quello che si dichiara un movimento paladino della legalità.

Leggi anche

Franco Dogna ucciso nella sua abitazione a Bari/ Gli amici: "Una persona di cuore che non aveva nemici"