L’assenza del Dna di Giosuè Ruotolo sul bossolo e sugli altri campioni biologici raccolti all’interno della macchina in cui sono stati uccisi Teresa Costanza e Trifone Ragone, i fidanzati di Pordenone freddati nel maggio del 2015 in un parcheggio del Palasport cittadino, può scagionare l’imputato? Certamente no a detta di Nicodemo Gentile, uno degli avvocati che compone il pool di legali che tutela gli interessi dei familiari delle vittime. Come riportato da TgCom24, infatti, un’ampia parte dell’udienza andata in scena ieri alla Corte d’Assise di Udine è stata dedicata alla ricostruzione del luogotenente dei carabinieri dei Ros di Udine Paolo Tommasi, che oltre a ripercorrere gli ultimi spostamenti della coppia, ha ripreso il percorso dell’Audi A3 di Ruotolo. Gentile, a fine udienza ha chiarito:”Con l’ultima testimonianza di Tommasi è emerso che un quarto d’ora prima del fatto e un quarto d’ora dopo le telecamere hanno ripreso l’unica Audi che è quella dell’odierno imputato. Credo che questo sia l’elemento più forte della giornata”.



Si è svolta ieri la nona udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo, presunto assassino di Trifone Ragone e Teresa Costanza, la coppia di fidanzati freddata con sei colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015. I due innamorati erano appena usciti dal palasport di Pordenone quando furono uccisi, senza possibilità di poter agire o almeno tentare una minima difesa. Nel corso dell’udienza che si è svolta nella giornata di ieri in Corte d’Assise ad Udine, sono state trasmesse le ultime immagini di Trifone e Teresa, ormai privi di vita dopo il loro duplice omicidio. Ad aprire il nuovo appuntamento in aula e che vede unico imputato l’ex militare 26enne di Somma Vesuviana, Giosuè Ruotolo, sono state le parole di un testimone che proprio la sera del delitto di Trifone e Teresa era presente nel parcheggio del Palasport. Si tratta di una donna, la quale ha raccontato di aver parcheggiato la sua auto dietro l’Audi A3 attribuibile al presunto assassino, di essere entrata per prendere la figlia e quindi di essere andata via. La signora però, non ricorda se al momento dell’uscita l’auto attribuita a Giosuè Ruotolo fosse o meno ancora nel parcheggio. La seconda parte dell’udienza, invece, si è concentrata su un vero e proprio giallo che potrebbe giocare a favore dell’imputato e che avrebbe a che fare con uno dei bossoli trovati all’interno dell’auto in cui Trifone e Teresa sono stati uccisi e relativo ad uno dei sei colpi esplosi nei confronti della coppia, con il chiaro intento di uccidere entrambi. Su questo bossolo ci sarebbe un Dna maggioritario appartenente a Trifone, ma ce ne sarebbe anche un altro che pare non appartenga a nessuno dei protagonisti sulla scena del crimine, compreso il presunto assassino, oggi imputato. L’avvocato Giuseppe Esposito, uno dei due avvocati che forma la difesa di Giosuè Ruotolo, come riporta anche La Gazzetta di Parma, ai microfoni della trasmissione Chi l’ha visto ha commentato in merito a questo giallo: “Si tratta di un Dna ignoto ma è assolutamente certo che non si tratti di quello di Ruotolo”, ha commentato. A sua detta sarebbero stati compiuti altri confronti, tutti con esito negativo, sebbene il loro interesse sia rivolto unicamente al loro assistito. Questo dato, per la difesa del giovane in carcere dallo scorso marzo, rappresenta un elemento fortemente significativo “perché sul bossolo trovato all’interno della vettura, nella leva del cambio, oltre al profilo genotipico di una delle due vittime ce n’è un altro, utilizzabile, riscontrabile e comparabile” ma soprattutto non appartenente al presunto assassino di Trifone e Teresa. L’importanza di questo dato sarebbe da riferire anche al fatto che il processo in corso sarebbe altamente indiziario: sebbene gli indizi contro Giosuè Ruotolo siano numerosi, mancherebbe però la cosiddetta “prova regina”.

Leggi anche

Immacolata Fiorentino: morta improvvisamente dopo un bendaggio gastrico/ I familiari: "Vogliamo giustizia"Franco Dogna ucciso nella sua abitazione a Bari/ Gli amici: "Una persona di cuore che non aveva nemici"