Negli scorsi giorni il Ministero della salute ha reso noto i dati relativi all’attuazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza. Si può così sapere che nel corso del 2015 si è toccato il numero più basso di aborti da quando è stata istituita la legge 194, circa 90mila, una riduzione del 9,3% rispetto all’anno precedente e una conferma de trend in discesa per quanto riguarda le interruzioni di gravidanza che va avanti da anni. L’anno in cui se ne eseguirono di più resta il 1983, quando ci furono 234.801 aborti. Gli indicatori usati confermano la tendenza al ribasso: il tasso medio (il numero di aborti ogni mille donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni), l’indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso dell’aborto, è stato del 6,6% per mille donne nel 2015, l’8% in meno rispetto al 2014 e il 61,2% in meno rispetto al 1983. Il dato italiano viene indicato tra i valori più bassi a livello mondiale. Tra le cause, come documenta uno studio governativo pubblicato lo scorso marzo, è che sempre più giovani dottori rifiutano di interrompere le gravidanze: sette ginecologici su dieci sarebbero obiettori di coscienza, una crescita del 59% rispetto al 2005. I progressi nella tecnologia moderna e della medicina sono stati anch’essi importanti, fornendo un quadro chiaro della vita di un bambino non ancora nato e lo sviluppo nel grembo materno, rendendo difficile negare che la vita inizi al momento del concepimento.