Sono passati oltre tre mesi da quella terribile scossa che ha devastato molti paesi di Lazio e Marche. E dopo tre mesi sta arrivando il rigido freddo invernale. Le temperature in questi giorni sono scese in maniera drastica e sulle montagne è tornata la neve. Nonostante ciò molti anziani sono rimasti a guardia delle loro case, spesso ridotte a macerie. Dopo tre mesi sono sinceramente poche, ancora, le strutture che sono state messe a disposizione delle popolazioni terremotate per poter dormire vicino ai loro luoghi. In molti fanno il paragone con il terremoto dell’Aquila del 2009, quando l’allora premier Silvio Berlusconi, insieme al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, riuscì a creare delle newtown in appena cinque mesi. 



Ma quella è tutta un’altra storia, non voluta dalla politica, dalla Protezione civile, e dagli stessi abitanti delle zone terremotate in questa occasione. Ogni giorno dalla costa si vedono ripartire i pullman che salgono ognuno verso il paese degli sfollati che stanno a bordo. C’è chi cerca di far ripartire la propria attività, la propria azienda, chi invece seguire i lavori di smaltimento delle macerie. Molte aziende si sono attrezzate in modo diverso per poter continuare a commercializzare i propri prodotti. Un portale di cibo italiano, incibo.com, ha offerto gratuitamente il proprio sito internet a tutti quei produttori che, con l’avvicinarsi del Natale, vogliono vendere i propri prodotti. Lo hanno fatto senza scopo di lucro, e l’iniziativa ha già avuto molto successo visto che anche molte catene alberghiere hanno scelto proprio i prodotti di Norcia per fare i regali natalizi ai propri clienti. E scegliere i prodotti enogastronomici delle zone umbre colpite dal terremoto ha il doppio significato di scegliere dei prodotti di alta qualità del territorio italiano, e soprattutto aiutare le aziende che dopo il terremoto di agosto non riescono più a lavorare come in precedenza. 



Un’impresa agricola marchigiana che vendeva i propri prodotti in un negozio tipico ha invece preferito trovare un furgone e quotidianamente girare nei paesi a sud della sua regione per vendere le specialità che vengono prodotte in quelle attività che sono riuscite a mettersi in moto nonostante le mille difficoltà dei primi giorni post sisma. I fratelli Nunzio e Paolo, che continuano a dirigere un’azienda di diverse decine di ettari, con 800 maiali, non si sono voluti arrendere alla forza del terremoto che ha distrutto parte delle strutture, e anche per dare speranza ai propri dipendenti hanno scelto la norcineria mobile, attraverso il furgone, e i risultati stanno dando loro ragione. Una battaglia vinta contro l’abbandono e lo spopolamento. Fortunatamente le ultime manovre del governo portano iniziative che danno sostegno alle diverse attività economiche e la voglia di ricominciare in tutti è molto forte.