Un viaggio nel mondo di Lapo Elkann: lo propone FoxLife con la docu-story sull’imprenditore italiano. “Idee in Progress – 90 giorni con Lapo” è il titolo del documentario sul nipote di Gianni Agnelli. Andrà in onda il 3 e 4 dicembre e mostrerà la sfida creativa e aziendale di Lapo Elkann, oltre che la sua squadra di giovani talenti con cui ha dato vita alla factory Independent Ideas. Il documentario, realizzato qualche anno fa e trasmesso pochi giorni dopo la notizia dell’arresto e rilascio dell’imprenditore a New York per falso sequestro, racconterà Lapo Elkann in un’altra veste, quella professionale. Giorno dopo giorno il protagonista è seguito e così i suoi progetti: dall’idea alla creazione fino allo sviluppo completo. Sarà, dunque, possibile scoprire cosa si cela dietro le strategie aziendali che hanno portato Lapo Elkann al successo negli ultimi anni. Appuntamento alle 23:45 su FoxLife.



Non ha pubblicato niente Lapo Elkann sui social network negli ultimi giorni. Il rampollo di casa Agnelli, protagonista di una vicenda legata a un finto sequestro mentre era a New York, sembra dunque aver scelto il silenzio. Lapo Elkann, secondogenito di Margherita Agnelli e del giornalista e scrittore Alain Elkann, e fratello di John Elkann, attuale presidente del gruppo Fiat, e di Ginevra Elkann, nonché nipote di Gianni Agnelli, è presidente, fondatore e maggior azionista di Italia Independent Group. L’imprenditore era volato negli Stati Uniti per la festa americana del Ringraziamento che si è celebrata lo scorso 24 novembre. Prima di partire aveva pubblicato sul proprio profilo su Instagram un video in cui raccontava quali sarebbero stati gli obiettivi del suo viaggio, tra affari e incontri. Poi il soggiorno statunitense si è trasformato in altro e Lapo Elkann finora non ha più pubblicato post né su Instagram, né su Facebook né su Twitter.



Sulla vicenda Lapo Elkann ci hanno davvero commentato, scherzato e ironizzato in tanti sul web: alcuni in maniera come al solito oltre le righe e oltre ogni umana decenza, altri con battute più ironiche che hanno fatto sorridere anche in una vicenda certamente poco “simpatica”. il rampollo di casa Agnelli però avrò certamente letto il commento di uno di più fini sarcastici sul mondo del calcio, patria anche di Lapo essendo uno dei primi tifosi della sua Juventus. Ecco allora Gene Gnocchi che con il suo Rompipallone su Twitter stupisce una volta di più spingendo come sempre (questo il grande valore della sua ironia) la battuta non tanto sul personaggio che ha commesso il fatto ma su altri “paradossi”. Si ride così senza prendersi troppo sul serio e senza attaccare nessuno: ecco la sua “rompipallonata”: «ultim’ora, clamoroso: Galliani per poter fare il mercato finge un sequestro», ironizzando sulla possibile fine carriera di Galliani come uomo mercato del Milan (nuova proprietà cinese) e ovviamente la vicenda che ha coinvolto il buon Lapo Elkann in quel di New York. Insomma, caro Gene, complimenti!



Nei giorni scorsi, dal nuovo scandalo che ha visto protagonista Lapo Elkann, sono stati numerosi i commenti dei vip che hanno preso posizione sulla vicenda. Uno dei pochi personaggi dello spettacolo sceso in difesa del rampollo di casa Agnelli è stata Nina Moric che ha lanciato l’hashtag #JeSuisLapo, subito ripreso da molti utenti sui social. Su Twitter in particolare, sono numerosi gli utenti che hanno preso d’esempio la modella croata per esprimere la propria opinione. “Perché per tutti, prima o poi, arriva il momento del riscatto… #JeSuisLapo #LapoElkann”, scrive un utente sul social dell’uccellino azzurro. “È evidente che Lapo ha bisogno di aiuto. Non serve fare bullismo. #JesuisLapo”, è un ulteriore tweet comparso nelle ultime ore. Sulla scia del precedente messaggio, si accoda un altro utente: “Non facciamo errori dei quali pentirci. Lapo ha evidenti problemi, comprendere #JesuisLapo”, mentre c’è chi sminuisce l’accaduto con un più semplicistico “Eroe nazionale! #JesuisLapo”.

Lapo Elkann rischia due anni di carcere per aver simulato il suo stesso sequestro. Per tale ragione il 25 gennaio prossimo è atteso davanti alla corte di Manhattan in vista dell’inizio del processo a suo carico. Della controversa vicenda se ne starebbero occupando gli avvocati americani che lavorano per Fiat-Chrysler i quali, come riporta Dagospia, avrebbero preso contatti con il New York Police Department. A quanto pare la difesa di Lapo Elkann avrebbe già in mente come agire al fine di evitare il peggio al rampollo di casa Fiat, ovvero un’incriminazione per simulazione di rapimento. La carta che si giocheranno i suoi avvocati consiste in una sorta di “scambio”: la difesa vorrebbe “offrire” al giudice, in cambio dell’assoluzione di Elkann, un percorso di rehab dalla cocaina e dall’alcol. Lapo, a quanto pare, sotto l’effetto di stupefacenti arriverebbe a perdere il controllo e la capacità di intendere e di volere ed è probabile che anche in questa triste vicenda ci siano di mezzo le sue cattive abitudini.

Le ultime notizie sulla vicenda che ha rappresentato l’apertura di un nuovo scandalo a scapito di Lapo Elkann, giungono direttamente dall’informatissimo sito Dagospia. Secondo il portale di Roberto D’Agostino, dopo le 48 ore di perdizione vissute da Lapo Elkann in un quartiere poco raccomandato di New York ed in compagnia della trans 29enne, una volta terminati i soldi non avrebbe chiamato una delle due bodyguard che custodiscono le sue carte di credito bensì un carissimo amico, molto legato alla famiglia Agnelli. Sarebbe stato lui a “fare la spia”: piuttosto che inviargli i soldi richiesti, avrebbe avvertito il fratello John Elkann, ormai spazientito dalle scorribande del fratello minore. Contattato il pool di avvocati che lavora per Fiat-Chrysler a New York, si sarebbe deciso di chiamare la polizia piuttosto che pagare il finto riscatto di 10 mila dollari. Dagospia evidenzia il rischio al quale, quasi certamente, gli avvocati della famiglia Agnelli avrebbero pensato: “In tempi di smartphone, il rischio di foto e video compromettenti si trasforma in certezza che può costare molti più soldi (e comunque la reputazione)”. Sarebbe andata realmente così?

La vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, il rampollo di casa Fiat, Lapo Elkann, ha chiamato in causa numerosi volti celebri i quali hanno espresso la loro opinione in merito. Tra coloro che hanno voluto lanciare nell’etere un messaggio indirizzato a Lapo, c’è anche Shermine Shahrivar, ex fidanzata del nipote di Gianni Agnelli, la quale su Instagram ha fatto giungere all’ex tutto il suo sostegno. Shermine Shahrivar, bellissima modella tedesca, aveva avuto una breve storia d’amore con Lapo Elkann la scorsa estate, ma a quanto pare l’affetto tra i due è rimasto. Dopo la notizia dell’arresto e poi del rilascio di Lapo, sul profilo Instagram della modella è comparso un messaggio che sembra proprio essere indirizzato a Elkann, allegando l’emoticon di due cuori: “Finché non vai in pezzi, non sai di cosa sei fatto. Ti dà l’abilità di ricostruirti ancora, ma più forte di sempre”. Sebbene l’amore tra i due sia finito con l’arrivo dell’autunno, il legame tra la ragazza e Lapo sembra essere ancora molto forte. Clicca qui per vedere la foto e leggere i commenti.

Quanto accaduto a Lapo Elkann continua ad interessare in maniera quasi morbosa l’opinione pubblica, che vorrebbe sapere tutti i particolari dei due giorni di perdizione del rampollo di casa Fiat, protagonista di una vicenda tutta da chiarire. In compagnia della trans 29enne Curtis McKinstry, in una stanza di New York, Elkann avrebbe dato sfogo ai suoi istinti che da tempo cerca di tenere a bada con estrema difficoltà, ed al culmine di un lungo festino a base di sesso, alcol e droga, avrebbe simulato di essere rimasto vittima di un sequestro al fine di ottenere dalla sua famiglia 10 mila dollari, dopo aver terminato tutto il denaro in suo possesso. Per questo Lapo Elkann dovrà presentarsi il prossimo 25 gennaio davanti alla corte di Manhattan dove tenterà di chiarire la sua posizione ed evitare due anni di carcere. Nel frattempo, continuano ad emergere nuovi significativi particolari sulle giornate di sballo vissute da Lapo Elkann e, come riporta Panorama.it, pare proprio che il nipote di Gianni Agnelli non si trovasse esattamente da solo insieme alla trans. Max Scarfone, amico di vecchia data di Lapo Elkann, sarebbe pronto a giurare che dietro l’intera vicenda ci sia una terza persona. Si tratterebbe esattamente di un terzo uomo, ovvero di colui che avrebbe chiamato la famiglia Agnelli chiedendo il finto riscatto di 10 mila dollari. “Molto probabilmente con lui c’era un amico”, ha ribadito Scarfone alla trasmissione di Barbara d’Urso, Pomeriggio 5, le cui dichiarazioni hanno inevitabilmente fatto il giro dei maggiori quotidiani nazionali. Un dato che aggiungerebbe un pizzico di mistero all’intera storia, dal momento che la polizia non avrebbe mai parlato della presenza di un terzo soggetto.

Quanto accaduto a Lapo Elkann nei giorni scorsi, avrebbe portato la famiglia Agnelli a rivivere i vecchi cupi momenti a base di scandali realizzati dal celebre quanto complicato rampollo di casa Fiat. Proprio in un periodo in cui gli stessi Agnelli avevano riposto nuovamente la loro fiducia in Lapo. E’ quanto ha rivelato nelle passate ore l’amico Max Scarfone, ancora incredulo dopo la notizia dell’arresto e poi dell’immediato rilascio di Lapo Elkann in seguito alla spiacevole vicenda newyorkese che lo ha visto protagonista. Secondo Scarfone, la famiglia Agnelli era fiera dei suoi miglioramenti, al punto da aver anche allentato la presenza di guardie del corpo, assenti anche la sera che ha preceduto l’arresto. “Per chi gli era vicino, era impossibile immaginare una cosa del genere ora”, ha aggiunto l’amico intervistato dalla trasmissione del pomeriggio di casa Mediaset. Al momento attorno a Lapo Elkann ci sarebbe il massimo riserbo. Secondo i ben informati, l’uomo sarebbe ancora in America in attesa dell’inizio del processo fissato al prossimo 25 gennaio e controllato a vista dalle guardie del corpo. L’ipotesi della terza persona presente insieme a Lapo ed alla trans 29enne, se confermata, potrebbe giocare a vantaggio della posizione di Elkann, al momento molto compromessa, al punto da far rischiare al nipote di Gianni Agnelli fino a due anni di reclusione. Intanto l’intera vicenda ha diviso in due anche l’opinione pubblica, tra coloro che lo hanno vistosamente attaccato e chi invece continua a difenderlo anche di fronte all’ennesimo scandalo che lo ha travolto.

Lapo Elkann ottiene una difesa a dir poco “clamorosa” da parte di Vittorio Sgarbi che come al solito va oltre il seminato per poter dire la sua versione dei fatti, anche se sempre in piena libertà e onestà intellettuale che si può tranquillamente riconoscere. Intervistato ieri sera dalla Zanzara, il noto critico d’arte reagisce così sulla vicenda Lapo Elkann: «Lapo? Mi sembra nella norma, non fa nulla di strano. Qui il reato è la simulazione, che non esiste. Tutto qui», e una serie di altre frasi che evitiamo di riportare. La tesi di Sgarbi rileva tutta la “normalità” di quanto fatto da Lapo Elkann di cui non si dovrebbe scandalizzarsi: arriva poi la clamorosa confessione che sta facendo il giro del web in poco tempo. «Sono stato con Eva Robins, ma ero attivo. Sono attratto dal mistero della bisessualità», rivelando la passione anche per i trans. Quindi perché Lapo sbaglia? «Sarebbe strano se beccassero Giovanardi andare a trans, cosa non improbabile. Questo nerboruto gli chiede i denari e lui chiama i parenti per i soldi. Dov’è la simulazione? Come si fa a parlare di riscatto quando sono in ballo 10mila dollari». Insomma ancora una volta lo Sgarbi show.

Tutti lo attaccano, in pochi lo difendono ma tutti ne parlano: Lapo Elkann resta al centro delle cronache mondane e non, con una piccola difesa che arriva anche dal giornalista e scrittore Giampiero Mughini, (tra l’altro noto tifoso juventino). Una dichiarazione insolita e non banale quella che l’autore rivolge a Dagospia, commentando le ultimissime vicende occorse a Lapo al di là dell’Oceano: «Ti confesso che non riesco a condividere nemmeno un po’ questa mitragliata di sfottò e malevolenze anti-Lapo di cui immagino il web e dintorni sia zeppo in questi momenti», scrive Mughini al portale guidato da Roberto D’Agostino. Il caso di Lapo ha fatto scalpore anche e soprattutto per la presenza di un festino con un trans escort, l’ennesimo caso per il rampollo Elkann nella sua pur giovane vita: ma anche su questo Mughini prova a rilanciare la questione sotto un altro punto di vista. «Proprio perché lui è quello che è, uno che non riesce a mettere a freno le sue pulsioni, le sue fantasie, il versante più “dark” del suo erotismo, la sua sessuodipendenza la più autodistruttiva, la combutta di droghe e sfrenamento del corpo, lo sento come un essere umano diversissimo da me – che tranne il collezionismo di libri, tengo a freno tutto – ma certamente “fratello».

Nessun momento da Lapo Elkann ma neanche un accenno dall’altro protagonista dell’infausta idea del finto sequestro denunciato, la escort transessuale pagata da Lapo per il festino di due giorni. Da giorni ormai i giornalisti americani cercano di intervistare la escort di capo balzata su tutti i tabloid internazionali ma Marie McKinstry – vero nome, Curtis – non si fa vedere in giro per il suo quartiere periferico di Manhattan e vive barricata in casa al riparo dai paparazzi. È stata completamente scagionata dalla polizia ma resta misterioso l’intero svolgimento dei fatti, anche perché appunto la escort tana non ha voluto commentare ancora nulla rispetto a quando avvenuto domenica scorsa. «Anche ieri davanti al complesso di Strauss Houses, nel quartiere di Kip Bay a Manhattan, erano appostati diversi fotografi. In questo edificio di mattoni rossi, secondo la ricostruzione della polizia, il nipote di Gianni Agnelli, ha passato le notti tra giovedì e sabato in compagnia di una transgender, Marie McKinstry, registrata all’anagrafe come Curtis McKinstry. Lapo ha coinvolto la sua compagna occasionale, una escort contattata sul web, nella messa in scena del suo rapimento», si legge nel reportage fatto dal Corriere della Sera. Vive in un quartiere malfamato, con la scritta del nome fatta a penna sul citofono di casa; non commenta e probabilmente non vede l’ora che tutto questo bailamme possa davvero finire.

Tutti hanno qualcosa da dire su Lapo Elkann e sulle sue disavventure a New York che hanno messo ancor più in imbarazzo un uomo che nella sua vita pur giovane ne ha già combinate parecchie: partecipa al coro dei “consigli” non voluti anche Vladimir Luxuria, celebre transgender tra politica e tv. Intervistato da Radio Cusano Campus, sono tanti glia argomenti toccati sul clamoroso caso ”Lapo Elkann”: «Io penso che lui forse non ha mai smesso. E il fatto che lui avesse un tetto alle spese, tipo la paghetta, da parte degli Agnelli, mi fa pensare che altre volte aveva speso un po’ troppo. Forse i suoi parenti, più che per una questione economica, per evitare che riuscisse sui giornali, gli avevano dato un tetto di spese. Questa storia ha anche delle ripercussioni economiche importanti nella vita per tutti quelli che lavorano nelle aziende di Lapo. Comunque credo che Lapo abbia bisogno di un supporto psicologico». Un tetto alle spese, un tetto agli eccessi, sempre molto nascosti dalla Famiglia Agnelli, e molto meno dal buon Lapo; secondo Luxuria poi il problema non è tanto il fatto di essere andato con un trans, bensì la modalità con cui l’ha fatto e continua a farlo, «Qui non è la cosa di andare con una transessuale, figuratevi, sai quanti ce ne sono? Ma abbinare tutto questo a festini di due giorni con strisce di coca vuol dire che la persona non la vive bene la cosa, ma che cerca di stordirsi per dare un alibi a sé stesso. Lapo tiene la guerra in capo. Poi in tutto questo c’è il dagli addosso da parte di chi lo ha sempre invidiato per le sue possibilità economiche e per la sua love story con Martina Stella», chiude l’intervista alla radio Luxuria. 

Ancora tanto clamore su Lapo Elkann, il rampollo della famiglia Agnelli coinvolto in una vicenda di un finto sequestro per il quale il manager rischia il carcere. Ma su quanto accaduto a New York Max Scarfone, paparazzo amico da anni dell’erede Agnelli, ha una sua tesi. Scarfone è stato ospite ieri della trasmissione Pomeriggio 5 condotta da Barbara D’Urso su Canale 5 e ha sostenuto che nella vicenda che vede protagonista Lapo Elkann sia coinvolta anche una terza persona. Secondo il paparazzo il nipote di Gianni Agnelli non sarebbe dunque stato solo in quella stanza di appartamento a New York, con la escort transgender: con loro ci sarebbe stato qualcun’altro che sarebbe stato l’autore della telefonata alla famiglia di Lapo Elkann per chiedere 10mila dollari di ‘riscatto’ per il finto sequestro. Vedremo quali saranno gli sviluppi di questa vicenda: al momento non si sa se Lapo Elkann sia ancora negli Stati Uniti oppure sia rientrato in Italia. Quello chje è certo è che finora ha preferito restare in silenzio.

La notizia dell’arresto a New York di Lapo Elkann è presto diventata di dominio pubblico, scatenando anche l’ironia dei social network. Chi non si è lasciata sfuggire l’occasione di commentare l’accaduto è stata Selvaggia Lucarelli, che dopo aver ironizzato sulle circostanze del finto sequestro orchestrato dal rampollo di casa Agnelli, sul suo profilo Facebook ha preso di mira l’imprenditore italiano proprio per come ha organizzato questa fallita messinscena: “Dice che un tizio non lo lascia andare se non pagano 10000 euro, roba che un qualsiasi sequestratore chiederebbe di più pure per il sequestro di Adriana Volpe, capirai se uno rapisce un Agnelli per due spicci. Il fratello ovviamente mette giù il telefono, chiama Ginevra e fa: “Il cazzaro ne ha combinata un’altra”. Chiamano la polizia americana, la polizia americana va nel presunto luogo della consegna del riscatto e trova Lapo con le manette di piume rosa che fa i grattini al suo sequestratore. Lo arrestano per simulazione che come fa notare qualcuno per uno juventino non è poi una grande novità e finisce che il giorno del tacchino, come sempre quando si parla di Lapo, diventa il giorno del pollo”. C’è chi però si scaglia contro questo “gettar fango” come quello della Lucarelli: è Nina Moric, che in una intervista ieri a Radio Cusano Campus se la prende con la giornalista del Fatto Quotidiano. «Non mi è piaciuto quello che ha fatto sul caso Lapo Elkann. Attacca certe pagine Facebook e poi fa una fiaba su quello che potrebbe essere accaduto a Lapo. Ma anche lei è madre, domani potrebbe toccare a suo figlio di trovarsi in una situazione simile. Serve un po’ di cuore quando ci sono certe cose, bisogna stare in silenzio e stare vicino alla famiglia Elkann. Spero che Lapo trovi persone che gli vogliono bene e che lo aiutino ad uscire definitivamente da questo tunnel». Lapo Elkann “conteso” da due belle donne: anche questo scatena il gaffeur rampollo italiano…

Continua a far discutere mezzo mondo la vicenda di Lapo Elkann che avrebbe finto un sequestro di persona mentre era a New York con una transessuale per farsi dare dalla famiglia 10mila dollari. Mentre il nipote di Gianni Agnelli ha scelto il silenzio sono in tanti a commentare quanto accaduto. Vittorio Feltri su “Libero quotidiano”, come riporta Dagospia, sottolinea che la vicenda non tolga che “Lapo Elkann sia un tipo geniale come certificano le sue performance da imprenditore e da specialista in marketing. A noi è pure simpatico e ci asteniamo da giudizi moralistici, a emettere i quali non siamo abilitati. Ciascuno è padrone della propria vita e la spende nel modo che considera opportuno”. Poi Feltri aggiunge: “Non abbiamo alcuna intenzione di lapidare il famoso erede per i suoi peccati di carne frollata. Non siamo giudici né orizzontali né verticali, ma semplici osservatori animati da pietas (in senso letterale latino), il che ci induce ad essere indulgenti (…) Gli auguriamo di cavarsela a basso prezzo, come se l’ è sempre cavata il nonno per molto peggio o molto meno. Dipende dai punti di vista” (clicca qui per leggere tutto).

Lapo Elkann preferisce non commentare la notizia del suo arresto e rilasciato da parte della polizia di New York per aver simulato un sequestro: l’indiscrezione è stata lanciata dall’Ansa, che ha citato fonti vicine all’imprenditore. Lapo Elkann, dunque, non ha voluto aggiungere nulla alla notizia che ha fatto il giro del mondo: dopo aver speso tutto il denaro a disposizione con un escort in due giorni di bagordi a Manhattan tra alcol e droga, il nipote di Giovanni Agnelli ha finito un sequestro per ottenere dalla sua famiglia 10mila dollari. Stando a quanto riportano i media Usa, l’escort avrebbe pagato per altra droga e Lapo Elkann le avrebbe promesso di restituire i soldi, da qui l’idea del falso sequestro. Gli investigatori dopo aver accertato che il piano è stato escogitato dall’imprenditore 39enne gli hanno consegnato una citazione davanti ad una corte di New York per il 25 gennaio prossimo.

Lapo Elkann avrebbe trascorso i due giorni di eccessi tra alcol e coca insieme ad un transgender nel weekend del Ringraziamento in un complesso di case popolari a Manhattan. L’imprenditore, secondo fonti di polizia, si trovava al Strauss Houses, un palazzo in mattoni sulla 28esima Strada, poco prima della First Avenue. Questa zona, chiamata Kips Bay, è conosciuta dalle forze dell’ordine per essere frequentata da spacciatori di droga e criminali. Alcuni anni fa, infatti, un gruppo di residenti ha chiesto alla polizia di intervenire per migliorare la sicurezza dell’edificio di 26 piani, dove vivono poco meno di 500 persone. Pochi del palazzo abitato perlopiù da afroamericani e ispanici parlano. Un ragazzo sulla trentina ha dichiarato all’Ansa chiedendo di restare anonimo che “la situazione non è affatto migliorata” e che “il problema della droga c’è ancora”, quindi che “la zona non è sicura”. Intanto sarebbe stata scoperta l’identità del trans 29enne che ha festeggiato con Lapo Elkann: si tratterebbe di Curtis McKinstry.

L’unica persona che ha fatto del bene a Lapo Elkann è Donato Brocco, in arte Patrizia, che gli salvò la vita. Questa è la tesi di Gigi Moncalvo, il giornalista e scrittore che ha scritto due libri sulla famiglia Agnelli. “Lapo non va seguito, va protetto”, ha dichiarato a Libero Quotidiano, dicendo di non essere sorpreso per quanto accaduto a New York. “Nella famiglia Fiat vengono ‘cancellati’ i personaggi scomodi”, aggiunge Gigi Moncalvo, secondo cui il fatto che girasse con “pochi” soldi a disposizione rispetto alle reali disponibilità non è un fatto inusuale per gli Agnelli. E, infatti, cita il nonno Gianni Agnelli: “Lo faceva anche suo nonno, l’Avvocato, solo che lui era Gianni Agnelli e non aveva bisogno di girare con i soldi per pagare il taxi, il ristorante o i costi di una eventuale avventura”. Molti si sono chiesti come possa finire così un Agnelli, ma per Moncalvo “di Agnelli veri ce ne sono solo 8. Tutto il resto non conta”.