Nella triste quanto inquietante vicenda di Saranno, che vede protagonista Laura Taroni, infermiera e il suo amante, il medico anestesista Leonardo Cazzaniga, oltre alle vittime dei loro macabri istinti omicidi ci sarebbero altri due innocenti. Stiamo parlando dei figli della Taroni, rispettivamente di 9 e 11 anni e che la madre era disposta a sacrificare per amore di Cazzaniga, esattamente come aveva fatto con il marito e presumibilmente anche con la madre. Ora, come riporta IlGiornale.it, i due bambini si trovano presso una casa di accoglienza, dove verrà “resettato” il loro cervello finora carico di input oltremodo negativi. Si tratterà di un percorso molto lungo, ma gli esperti confidano in un esito positivo. Uno degli psicologi che hanno eseguito i primi colloqui terapeutici, al quotidiano ha spiegato: “Tra i due minori quello che presenta maggiori criticità è il maschio”. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni tra la Taroni ed il figlio maggiore, proprio il ragazzino “veniva trattato dalla madre come una sorta di complice, un potenziale baby killer, per ipotetici delitti futuri con vittime in famiglia”. Secondo lo psicologo, il vero dramma è rappresentato dal fatto che il bambino fosse convinto della “bontà del progetto criminale”. Se da una parte, dunque, la donna lo avviava verso un futuro da serial killer, dall’altro era pronta ad ucciderlo: “Se il bambino saprà che la mamma non escludeva di ucciderlo, l’ulteriore choc sarà enorme”, hanno spiegato gli psichiatri.

Anche la trasmissione Quarto Grado si occuperà nella prima serata di oggi del caso di Saronno che vede protagonisti Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, rispettivamente infermiera e medico anestesista del medesimo ospedale della città, nonché amanti diabolici. Con il passare delle ore e il proseguire delle indagini, stanno venendo sempre più a galla retroscena shock relativi all’atroce vicenda che vede al momento cinque morti sospette ma che potrebbero salire in realtà a oltre 30. Morti avvenute non solo in corsia ma anche tra i familiari dei due killer, incastrati dalle tante intercettazioni che rivelano i retroscena clamorosi del loro agire diabolico, tra odio e passione. Ora, la novità del giorno, stando alle notizie pubblicate dal quotidiano Il Secolo XIX potrebbero riguardare anche il primario del pronto soccorso, Nicola Scoppetta. Il pm di Busto Arsizio aveva già chiesto che venisse sottoposto agli arresti domiciliari in contemporanea all’arresto in carcere per Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, ma ciò non è stato ritenuto necessario dal giudice. Le accuse a carico del primario sono quelle di non aver denunciato il comportamento di Cazzaniga. Secondo il pm, “Aiutava il medesimo a eludere le investigazioni dell’autorità” e “dissuadeva gli infermieri dal presentare denuncia”. Con il suo comportamento, dunque, contribuiva a produrre un ritardo delle indagini. Il primario sarebbe ora indagato insieme ad altre 13 persone tra medici, infermieri e dirigenti dell’ospedale di Saronno per omessa denuncia e favoreggiamento.

Le indagini attorno al caso di Saronno e che hanno portato all’arresto di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, amanti diabolici e rispettivamente infermiera e medico anestesista del medesimo ospedale, proseguono portando alla luce ulteriori inquietanti novità. Le morti sospette avvenute in corsia, potrebbero essere molte di più rispetto a quelle inizialmente ipotizzate dagli inquirenti. Questa indiscrezione, come riporta il quotidiano La Stampa, emerge anche alla luce del sequestro di oltre 50 cartelle cliniche da parte dei Carabinieri. La Procura di Busto Arsizio vuole vederci chiaro, e se è vero che esisteva un “protocollo Cazzaniga” basato sull’uso di un cocktail letale di sedativi e morfina che “l’angelo della morte” usava per uccidere i malati terminali a loro insaputa, è improbabile che le vittime del “trattamento” siano solo cinque. Intanto, dagli atti e dalle intercettazioni sarebbero emersi nuovi elementi shock che evidenzierebbero la follia omicida dietro le intenzioni dei due amanti. Nel dettaglio, tra i vari decessi in famiglia già avvenuti seppur in modo sospetto, sarebbe emersa ora anche la volontà di Laura Taroni di uccidere un cugino acquisito. Secondo quanto riferito dagli inquirenti all’agenzia di stampa Ansa, la nuova vittima fortunatamente scampata alla mano omicida dei due amanti del male, sarebbe stata rea di “farsi ancora mantenere dall’ex moglie”. E’ ancora una nuova intercettazione a mettere in luce le intenzioni folli della donna, tra una risata e un’altra: “Se un giorno venisse giù in ospedale da noi…Trac! Tra il chiaro e lo scuro, gli è venuto un infartaccio”. I pm nella richiesta di arresto avrebbero evidenziato come Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga fossero soliti parlare dell’omicidio “come un modo per risolvere tutte le situazioni con disarmante tranquillità”. Ma tra le novità emerse nelle ultime ore ci sarebbe anche quella che coinvolgerebbe il figlio undicenne dell’infermiera killer. A quanto pare, la Taroni somministrava farmaci anche al primogenito. Si trattava nel dettaglio di ansiolitici in dosi così massicce al punto da portare lo stesso ragazzino a chiederne la sospensione. Tramite le intercettazioni sarebbe emerso che sia la madre che il medico Cazzaniga inducevano il bambino ad assumere una pasticca e delle gocce. L’undicenne aveva manifestato qualche perplessità chiedendo alla coppia di amanti le motivazioni dietro l’assunzione di questi farmaci. E’ lo stesso Leonardo Cazzaniga a spiegare al bambino il significato di assuefazione da farmaci. “Stamattina non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto, potresti fare meno gocce?”, sarebbe arrivato a chiedere il bambino alla madre. Del caso inquietante e che sta aprendo a nuove clamorose piste se ne occuperà questa sera anche la trasmissione Quarto Grado, con tutti i retroscena shock e ulteriori intercettazioni che incastrerebbero Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga.