Novità clamorosa ma che era nell’aria nella vicenda dell’attentato di Berlino compiuto ieri sera: il pachistano fermato subito ieri dopo la strage del camion sulla folla ai mercatini di Natale è stato da poco rilasciato dalla Procura di Berlino. Non è lui in sostanza l’attentatore che tutta la Germania ora ricerca: dopo le prime parole degli inquirenti che già avevano ammesso che non erano più così certi della colpevolezza del pachistano 23enne rifugiato. Lo scrive l’agenzia Dpa citando la procura federale a Karslruhe: il fermo non è stato tramutato in arresto. Questo significa da un lato che un innocente è stato considerato per 24 ore com un kille attentatore, ma nello stesso tempo che ora in Germania è a piede libero il responsabile dell’attentato terroristico sul mercatino di Berlino. E questa non è per nulla una buona notizia…
-Mentre sembra prendere sempre più corpo la notizia per cui Fabrizia Di Lorenzo, l’italiana dispersa a Berlino, sarebbe morta nell’attentato al mercatino di Natale di ieri sera, l’Ansa ha appreso da fonti investigative la presenza di almeno un altro ferito di nazionalità italiana tra quelli sopravvissuti all’attacco del camion nella capitale tedesca. Secondo le informazioni di cui l’Ansa è entrata in possesso, la persona coinvolta sarebbe un turista in vacanza a Berlino, che comunque non avrebbe riportato ferite gravi e non sarebbe in pericolo di vita. Il nostro connazionale dovrebbe dunque essere sentito dagli inquirenti in qualità di testimone. Altre fonti riferiscono poi di un altro connazionale coinvolto nell’attentato: il lavoro della Farnesina in queste ore è frenetico proprio al fine di verificare con gli ospedali l’eventuale ricovero di cittadini di nazionalità italiana.
Nelle ultime ore il pachistano arrestato e sospettato di essere l’attentatore di ieri sera nella piazza di Berlino è stato sottoposto al test del dna per verificare eventuali responsabilità a riguardo. L’attentato in Germania potrebbe infatti non essere stato opera del 23enne pachistano, come gli stessi inquirenti hanno affermato nella conferenza stampa di due ore fa a Berlino: «Le autorità tedesche stanno cercando, attraverso il test del Dna, di verificare se il pachistano fermato sia effettivamente coinvolto nell’attentato di Berlino. Gli accertamenti tecnici, secondo quanto si è appreso, vengono eseguiti sul camion utilizzato per l’attentato. Gli esperti sono alla ricerca di eventuali biologiche tracce riconducibili all’extracomunitario», riporta il flash di Tg Com24. Intanto, si segnala come nei maggiori aeroporti e località turistiche d’Occidente sono state rafforzate le misure di sicurezza per il pericolo di attentati sotto Natale.
Dopo l’attentato di ieri sera a Berlino, dove un camion ha falciato la folla presente in uno dei mercatini di Natale più popolari della Capitale a Breitscheidplatz, l’allerta di nuovi attacchi è elevatissima in tutta Europa, Italia compresa. Lo ha confermato il Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a margine di un incontro a Parigi con l’omologo francese Jean-Marc Ayrault. Il titolare della Farnesina ha dichiarato all’Ansa che in Italia “non esiste rischio zero” e che l’allerta terrorismo “resta sempre altissima”.”Fin qui – ha proseguito – i nostri sistemi antiterrorismo hanno dato una straordinaria” prova di efficienza. Nel frattempo, a detta de Il Messaggero, dell’elenco dei dispersi farebbe parte non soltanto la 31enne Fabrizia Di Lorenzo, bensì un’altra coppia di connazionali recatisi a Berlino in vacanza di cui non si hanno notizia da ieri sera. I loro nomi sarebbero racchiusi nel fascicolo d’indagine aperto dalla Procura di Roma e affidato al pm Francesco Scavo.
Il tir scuro usato per l’attentato a Berlino è partito dall’Italia. Si sta via via delineando il percorso esatto che ha fatto il tir che si è scagliato a forte velocità sulle bancarelle del mercato di Natale facendo una strage a Charlottenburg. Il camion, che trasportava ponteggi d’acciaio, aveva lasciato Torino alle 18 circa di venerdì scorso. Fonti qualificate della sicurezza affermano che il tir ha passato la frontiera del Brennero dopo aver caricato dei laminati in uno stabilimento della Brianza. Il proprietario del mezzo ha raccontato che il camion doveva effettuare delle consegne a suo cugino, l’uomo trovato nella cabina ucciso a colpi di pistola. Cosa è successo durante il viaggio? Tir e autista potrebbero essere stati sequestrati durante il viaggio. Commovente il messaggio pubblicato su Facebook dalla società proprietaria del camion: «Quello che è successo ci ha scosso profondamente. Spero che nessuno di voi debba mai passare attraverso esperienze simili. Per noi non sarà mai come è stato finora».
Arrivano ulteriori conferme sulla presenza di una dispersa di origini italiane a seguito dell’attentato di Berlino al mercatino di Natale. Il nome della connazionale di cui non si hanno notizie da ieri sera è Fabrizia Di Lorenzo, una 31enne originaria di Sulmona trasferitasi a lavorare in Germania dal 2013, anno in cui è stata assunta dalla Bosch. Leggendo il suo profilo lavorativo su Linkedin è possibile apprendere che la Di Lorenzo si è laureata a Roma alla Cattolica in Mediazione linguistico-culturale e dopo la triennale ha conseguito la laurea magistrale in Relazioni internazionali e diplomatiche a Bologna. Da due anni a questa parte la Di Lorenzo lavora per una ditta di trasporti proprio nella capitale. Come riportato da Corriere.it, il padre dell’italiana lavora alle poste di Sulmona e la sua famiglia è stata contattata nella notte dalla Farnesina, dopodiché la madre e il fratello sono partiti immediatamente per Berlino.
Altre brutte notizie arrivano dalla Germania dopo la strage di ieri: in pratica dopo l’attentato di Berlino che ha ucciso 12 persone e ferite decine di altre, una giovane italiana originaria di Sulmona risulta scomparsa e dispersa da ormai molte ore. La procura di Roma ha aperto un fascicolo su una ragazza italiana, di Sulmona: la preoccupazione è forte per questa ragazza, il cui nome è Fabrizia di Lorenzo, dispersa dopo la strage ai mercatini di Natale. Secondo il Tg La7, «Il suo cellulare sarebbe stato ritrovato da un ragazzo vicino al luogo della strage e consegnato alla polizia. La sua scomparsa non è stata confermata però dall’ambasciata italiana che sta comunque facendo tutte le verifiche del caso. Si è mobilitato anche Facebook dopo che la denuncia e l’appello, ieri sera, di una utente. Stamattina Fabrizia di Lorenzo non è andata al posto di lavoro. Si moltiplicano gli appelli per lei». La procura di Roma però aprendo il fascicolo ha confermato la scomparsa ufficialmente. Intanto, gli inquirenti in una conferenza stampa appena convocata a Berlino confermano le voci secondo cui il pachistano arrestato potrebbe anche non essere il terrorista ricercato, ma nelle prossime ore si avranno conferme più specifiche dopo ulteriori controlli.
Novità clamorosa arriva da fonti della polizia tedesca dopo l’attentato di Berlino: pare infatti che l’uomo arrestato, il 23enne pachistano rifugiato non sia il vero terrorista, come lui va dicendo da ormai molte ore. «La polizia di Berlino ritiene che il pachistano arrestato ieri sera non sia il guidatore del tir», sono le voci riportate dalla Welt vicino proprio alle forze speciali tedesche della capitale. Sarebbe clamorosa a questo punto e soprattutto significherebbe che il vero killer è ancora in libertà, armato e senza identità. Intanto aumenta la certezza sul fatto che il presunto attentatore della strage di Berlino non sia l’autista bensì appunto un terrorista che avrebbe ucciso l’autista polacco nel pomeriggio di ieri con una scarica di pistola. «Non è chiaro se l’arma sia nel frattempo stata ritrovata. Nella cabina del camion sono anche stati ritrovati degli indumenti macchiati di sangue mentre l’uomo arrestato e sospettato di essere il guidatore “non aveva vestiti macchiati», riporta l’agenzia tedesca Dpa. Il cittadino polacco è infatti stato trovato morto sul sedile di fianco al guidatore del tir che è piombato sulla folla a Berlino compiendo l’ennesimo attentato di questo 2016 tragico.
Dopo quello che sembra essere un attentato a tutti gli effetti al mercato di Natale di Berlino, in tutta Europa si alzano le misure di sicurezza nei luoghi simili a quello oggetto della strage di ieri nella capitale tedesca. Non fa eccezione l’Italia, dove il questore di Bolzano Lucio Carluccio, come riporta TgCom24, fa sapere che “il dispositivo di sicurezza già funzionante per i mercatini di Natale di Bolzano, di Merano e di Bressanone, è stato sensibilizzato ed implementato con ulteriori unità”. Per quanto riguarda il Regno Unito, Scotland Yard dichiara di aver pronte “come precauzione” dei “nuovi piani dettagliati” per proteggere le persone nel corso di eventi pubblici, soprattutto in considerazione di un livello d’allerta che resta “severo, con un alta probabilità di attentato terroristico”. In Francia, da tempo in trincea contro il terrorismo, è il presidente Francoise Hollande ad occuparsi di rassicurare la popolazione promettendo di fare “tutto il possibile per mettere in sicurezza tutti i luoghi, inclusi i mercati di Natale”. Non è intenzionato a modificare il proprio approccio invece il Belgio, dove l’allerta attentati resta ad un livello di 3 su 4, e dove il Ministro dell’Interno Jan Jambon ha dichiarato:”Anche senza Berlino, sapevamo che il rischio esisteva. L’evento non è di natura tale da modificare le misure di sicurezza prese per i ‘soft target’ come i mercatini di Natale o le piste di pattinaggio su ghiaccio”.
Si chiama Naved B., ha 23 anni ed è un profugo siriano che ha richiesto asilo: nell’Attentato di Berlino ieri sera è proprio questo sospetto ad essere stato arrestato e interrogato subito per capire se si tratti effettivamente dell’attentatore piombato sulla folla ieri sera con un camion durante i mercatini di Natale della capitale tedesca. Il problema è che il rifugiato pachistano nega ogni coinvolgimento, a quanto si apprende dalle prime indiscrezioni dei media in Germania. «Nato l’1 gennaio 1993 a Turbat, è arrivato in Germania l’11 febbraio di quest’anno attraverso il confine con l’Austria di Passau, città bavarese alla frontiera con l’Austria. Fonti della sicurezza hanno però spiegato all’agenzia stampa Dpa che non è stato ancora possibile identificarlo con certezza assoluta dato che in passato si è servito di altre due identità. Dopo lo schianto lui è riuscito a fuggire dal tir ed è stato successivamente fermato mentre un altro uomo che era a bordo, polacco, è stato ritrovato nella cabina del mezzo senza vita», questo il suo profilo riportato dal Fatto Quotidiano tramite Reuters. Resta il dubbio, come anche annunciato dalla stessa Merkel; «desumiamo si tratti di attentato, So che l’attentatore aveva chiesto asilo, ma continueremo a sostenere l’integrazione in Germania».
Ora arriva anche la conferma ufficiale: la strage in Germania è stato un attentato che ha colpito il cuore di Berlino ieri sera provocando 12 morti e decine di ferite, lasciando scossa l’Europa ancora una volta in questo 2016 che sta per chiudersi sotto il segno della tragedia e dei numerosi attentati dell’Isis. Conferma ufficiale arriva dal ministro degli Interni De Veziere, con una nota ufficiale appena diramata: «la strage di Berlino è un attentato terroristico». Interrogato in queste ore il 23enne pachistano arrestato, forse un rifugiato politico (il che aprirebbe ancora una volta il rebus della questione migranti in una Germania che si appresta al voto il prossimo settembre). Nella stessa nota il ministero degli Interni tedesco ha annunciato che non verranno cancellati o chiusi i mercati di Natale in Germania dopo l’attentato di ieri sera. Pare intanto che il passeggero autista polacco del camion che si è schiantato sulla folla non fosse un complice ma una vittima: «Secondo quanto riporta il magazine tedesco Focus Online, citando il ministero dell’Interno del Land del Brandenburgo, molto probabilmente si tratta dell’autista polacco del camion il corpo trovato rimpeito di proiettili. Il ministro dell’Interno del Brandeburgo, Karl-Heinz Schroeter, ha fatto sapere a Potsdam, che l’autista risulta essere una vittima, non un complice dell’attentato». Il 23enne pare abbia riuscito il mezzo, uccidendo l’autista prima di compiere la strage in centro a Berlino.
L’uomo che ha commesso il presunto attentato a Berlino ha tentato per circa 4 ore di capire come far muovere il camion abbattutosi sul mercatino di Natale del centro della capitale del tedesca. A riferirlo è il sito polacco Money.pl, secondo cui la ditta proprietaria del camion ha raccolto alcune informazioni sui movimenti del mezzo prima dell’impatto con la folla a Berlino. Il tir sarebbe stato azionato una prima volta alle 15:44 e poi spento subito dopo; la seconda accensione risalirebbe alle ore 16:52, quando il camion è stato tenuto in moto fino alle 17:37 senza però spostarsi di un metro. Soltanto alle ore 19:34 il camion ha iniziato la sua marcia in direzione di Berlino. Un dipendente dell’azienda proprietaria del camion, come riporta La Repubblica, ha spiegato:”Era come se qualcuno lo accendesse e spegnesse cercando di farlo andare”. Il titolare ha anche escluso che si trattasse di tentativi di riscaldare la cabina di guida dal momento che gli autisti sono a conoscenza di altri metodi per farlo:”È come se qualcuno cercasse di imparare a guidare il veicolo e avesse difficoltà a farlo muovere”.
Nella terribile vicenda dell’attentato di Berlino, rivendicato dall’Isis già ieri in serata, spunta un personaggio che potrebbe aver contribuito e non poco alla cattura del terrorista scappato dal camion ieri sera ai mercatini di Natale dove è stata compiuta la strage. Secondo quanto riporta Efe dalla Germania, ci sarebbe un cittadino che ha seguito l’attentatore in fuga da camion per vari chilometri dal luogo dell’attentato fino al Parco Siegessaule dove è stato poi catturato dalla polizia e dalle forze speciale. Secondo l’agenzia internazionale, «Questa persona, di cui non si conosce l’identità, è stata testimone di come il mezzo abbia fatto irruzione tra le bancarelle del mercatino, uccidendo 12 persone e ferendone 48. Poi, ha visto scendere il conducente dal camion e ha deciso di seguirlo nella sua fuga. Il tutto in stretto contatto telefonico con la polizia». A quel punto, in collegamento telefonico con il testimone-eroe, i poliziotti sono riusciti a catturare il presunto attentatore, un pachistano di 23 anni che ora è interrogato con l’accusa di attacco terroristico.
Il bilancio dell’attentato a Berlino, dove un camion ha investito decine di persone mentre passeggiavano nel mercatino di Natale allestito a poca distanza dalla Chiesa del Ricordo, è attualmente di 12 morti e 48 feriti. Nel frattempo, come riferiscono fonti dell’intelligence all’agenzia tedesca Dpa, nella notte è stato interrogato l’uomo che secondo le prime ricostruzioni avrebbe indirizzato il camion sulla folla. Si tratta di un migrante pakistano di 22 anni che dopo lo schianto, a detta della Zdf, avrebbe tentato la fuga abbandonando il tir e fuggendo verso la parte est di Berlino. Il presunto attentatore, individuato e inseguito da alcuni testimoni, avrebbe prima attraversato il grande parco della capitale Tiergarten, e sarebbe stato poi neutralizzato all’altezza della Colonna della vittoria. A confermare come la pista giusta sia quella che porta ad un attentatore migrante, vi anche il fatto che, come riporta Die Welt, alle 4 di notte unità speciali della polizia effettuato un blitz nell’area che circonda un hangar dell’ex aeroporto di Tempelhof, seda da un anno a questa parte di un campo che accoglie i profughi.
Berlino come Nizza. Attentato con un camion lanciato sulla folla di un mercatino di Natale, un mercatino storico e frequentatissimo a Berlino, un marciapiede pieno di persone nella prima serata di oggi proprio davanti alla Chiesa del Ricordo di Berlino, in un luogo molto tranquillo della Capitale tedesca scuote la Germania. Sono attimi interminabili e nell’attentato di Berlino muoiono nove persone, mentre altre 50 rimangono ferite, in modo più o meno grave. Che ci sia la matrice dell’Isis dietro a questo secondo attentato di oggi ( nel primo ad Ankara è stato ucciso in diretta tv l’ambasciatore Russo in Turchia) è un sospetto che tutti hanno, ma che nessuno esterna, mentre si monitorano i siti della jihad, ma una rivendicazione ora cosa cambierebbe? Il camion a Berlino ha percorso oltre cinquanta metri falciando la folla innocente, uno dei due kamikaze è morto sul colpo nell’impatto, ma il secondo è stato catturato dalla polizia.
La reazione delle forze di polizia tedesche all’attentato di Berlino è stata immediata. La zona circoscritta, transennata, e grande prudenza e cautela. Le persone nei pressi del mercatino della Chiesa del Ricordo sono state scortate lontano, è stato diramato l’invito a non uscire di casa in tutta la città, non potendo escludere la presenza di altri attentatori a Berlino. Tuttavia, anche se il Sun ha parlato di rivendicazione da parte dell’Isis l’account twitter della polizia di Berlino invita alla prudenza e sottolinea che non sia ancora nota – dopo la prima rivendicazione dell’Isis diffusa dal Sun – la natura dell’attentato. La polizia si pronuncerà su questo punto solo molte ore dopo la tragedia, non discostandosi dalla prudenza mantenuta già in occasione dell’attentato dello sparatore di Monaco. Altro pressante consiglio della polizia di Berlino dopo l’attentato è stato di non diffondere informazioni o immagini via internet per evitare di facilitare la comunicazione indiretta tra potenziali terroristi (ma ovviamente ha attivato una casella esortando i testimoni a condividere le informazioni con la polizia).
Secondo le ultime notizie che stanno trapelando sui siti internazionali, il camion usato nell’attentato di Berlino sarebbe polacco, ma sarebbe partito proprio dall’Italia. I responsabili della società del Tir che si è trasformato a Berlino nell’arma che ha ucciso nove persone – secondo quanto riportato dal Guardian – sarebbe infatti partito per tornare in Polonia proprio dal nostro territorio, ma l’autista avrebbe interrotto i contatti con l’azienda madre nel pomeriggio. Le ipotesi a questo punto sono molte. L’autista potrebbe essere complice o addirittura uno dei due attentatori, il camion potrebbe essergli stato sottratto durante il tragitto, o sia addirittura il passeggero sequestrato e rimasto ucciso nell’attentato da chi ha guidato il Tir massacrando i corpi innocenti delle persone che frequentavano il mercatino di Natale davanti alla Chiesa del Ricordo di Berlino.
In Germania, e a Berlino in particolare, il mercatino di Natale è una tradizione molto sentita e nei week end che precedono il Natale sono davvero molti i tedeschi che decidono, se non di comprarci i regali, di farci almeno un giro. I più famosi sono a Dresda e Norimberga, ma nella sola capitale tedesca sono più di sessanta ogni anno. Nei mercatini di Natale non solo si passeggia o si acquista, ma la passeggiata è anche un momento conviviale di famiglia. Vin brulè, ponch al rum da versare bollente su blocchi di zucchero da far fondere, sono il modo migliore di combattere il freddo mentre le caldarroste e biscotti allo zenzero sono la preda preferita dei bambini. Insomma sono un luogo ideale per un attacco terroristico kamikaze. La soluzione che si è adottata in alcuni Land, oltre la recinzione, è stata l’introduzione di un biglietto dal costo piuttosto alto. Insomma, il terrorismo purtroppo è arrivato anche a modificare anche le abitudini in occidente, e questo è esperienza comune, anche se non è ancora possibile – ne forse lo sarà mai – ridurre a zero un rischio attentato, con cui dovremo quindi forse continuare a convivere per molto tempo.