Nelle passate ore si sono riaccesi i riflettori sul caso di Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco, come fu denominato l’omicidio della studentessa. Per la sua uccisione è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l’ex fidanzato Alberto Stasi, eppure un colpo di scena potrebbe cambiare le carte in tavola. Si tratta di un nuovo Dna trovato sotto le unghie di Chiara e che non apparterrebbe a Stasi. Di chi si tratta allora? Secondo quanto reso noto dal sito Leonardo.it, pare che da alcune indiscrezioni sarebbe emerso un profilo parziale del sospettato, precisamente un giovane che ai tempi dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’estate del 2007, aveva 20 anni e frequentava la casa della giovane studentessa. Il ragazzo, dunque, sarebbe un conoscente della famiglia Poggi. Al suo profilo si sarebbe giunti attraverso l’analisi del Dna prelevato da un cucchiaino e da una bottiglietta d’acqua. Il sospettato, inoltre, sarebbe già stato ascoltato due volte dagli inquirenti, ma a quanto pare a sostegno del suo racconto vi era un alibi convincente. In seguito alle nuove scoperte, tuttavia, la sua posizione potrebbe tornare nuovamente centrale in vista della richiesta di revisione del processo annunciata dalla madre di Alberto Stasi.



Dopo l’annuncio della difesa di Alberto Stasi, che ha dichiarato di avere in mano prove importanti sul fatto che il Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi non appartiene all’uomo che è stato condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio consumato nel’agosto di 9 anni fa, è la madre della vittima in persona a commentare queste nuove rivelazioni. Sentita da La Stampa, la signora Rita Preda si dimostra poco interessata ad ascoltare la nuova versione dei legali di Stasi:”Ho letto quello che è uscito sui giornali e ho parlato con i nostri avvocati. Cosa devo dire? Io sono la mamma di Chiara. C’è una sentenza. Ci sono stati 9 anni di processi. E alla fine anche la Cassazione ha concluso che era stato lui a uccidere mia figlia.”. Secondo la mamma di Chiara Poggi non c’è da rincorrere una giustizia diversa da quella stabilita dalla Cassazione:”Ci sono stati tanti processi. L’ultima sentenza ci ha dato un risultato, l’unico possibile, con il nome e il cognome di chi ha ucciso Chiara. Quel nome che c’era già nelle carte del processo. Secondo i giudici è stato lui. Per noi è stata fatta giustizia. Io che sono la mamma di Chiara volevo sapere solo questo. Chi aveva fatto del male a mia figlia. I giudici me lo hanno detto. Mi viene davvero difficile fare altri commenti. Non saprei cosa potrei dire d’altro. C’è stata una sentenza definitiva un anno fa e a noi questo basta”.



Dopo l’annuncio da parte della difesa di Alberto Stasi, l’uomo accusato di aver ucciso Chiara Poggi il 13 agosto del 2007, secondo cui sarebbe trovato un altro Dna sotto le unghie della vittima, è arrivato il commento di Elisabetta Ligabò, la madre di Stasi. Intervistata da La Stampa, la Ligabò ha pronunciato parole forti:”Io ho sempre creduto nell’innocenza di mio figlio. Mio figlio e Chiara si volevano bene. Nessun processo potrà convincermi del contrario. Non ho mai pensato un solo minuto che Alberto potesse averle fatto del male. Adesso, grazie ai nostri avvocati, ho finalmente la prova che Alberto non c’entra”. Secondo la mamma di Alberto Stasi, anche i genitori di Chiara dovrebbero gioire di un’eventuale riapertura del caso:”Io mi auguro che l’autorità giudiziaria si muova nel più breve tempo possibile. Non lo chiedo solo per mio figlio Alberto. Ma la verità su quello che è successo nove anni fa la dobbiamo a Chiara e ai suoi genitori, a tutti e, sì, naturalmente anche a mio figlio”.



La reazione di Lidia Preda, la madre di Chiara Poggi, è stata molto dura nel sapere che la difesa di Alberto Stasi avrebbe trovato un nuovo elemento come prova dell’innocenza dell’uomo. “C’è una sentenza definitiva e per noi vale quella”, sottolinea la madre della vittima, “se la difesa di Stasi ha un nome, lo faccia pubblicamente, senza nascondersi dietro un dito”. Secondo il difensore, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, non sarebbe inoltre presente alcun elemento che possa far pensare all’innocenza di Alberto Stasi, ed ha sfidato la difesa a presentare formale denuncia verso chi ritengono responsabile. Non si tratterebbe inoltre di un particolare nuovo, sottolinea Il Corriere della Sera, dato che in passato lo stesso elemento sarebbe stato valutato anche dal professor De Stefano, che ha concluso come i risultati dell’esame delle unghie fossero “giuridicamente inutilizzabili, con l’accordo per altro di tutte le parti”. Il consulente della famiglia di Chiara Poggi in aggiunta, Paolo Reale, ha spiegato a Tgcom24 che i risultati del test sono sempre stati diversi e che ad oggi non è mai stato possibile arrivare ad identificare con precisione a chi appartengano le tracce.