Solstizio d’inverno o equinozio di primavera? Leggete la colonnina di Mercurio della vostra città: 18° a Rieti e a Salerno, 17° a Livorno, 16° a Genova, 15° a Venezia e così via fino alle città più calde ovviamente al sud, 19° tra Palermo, Messina e Reggio Calabria. Ecco, avete preso appunti giusto? Bene, ora spiegateci perché oggi dovremmo segnarlo come l’inizio dell’inverno: dopo giorni rigidissimi, senza pioggia e con clima freddissimo (fino anche alle prime vere imbiancate tra Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta) la giornata di oggi come uno scherzo del destino sembra invece rappresentare la primavera rigogliosa in quasi tutto il Paese. Il solstizio d’inverno dimenticato? Probabilmente nei prossimi giorni “pagheremo” questo improvviso caldo arrivato, quando torneranno ghiaccio e denti digrignati dal freddo pungente. Intanto però oggi si può festeggiare il grande inizio d’inverno con una temperatura tutta il contrario della storia che si porta dietro questo particolare giorno del calendario astronomico. E allora buon solstizio di primav… scusate, di inverno!
La pioggia e il freddo non hanno fermato il raduno per il solstizio d’inverno a Stonehenge. Come da tradizione, riporta Rainews, druidi, neopagani, turisti nonostante le avverse previsioni meteo si sono dati appuntamento numerosi all’alba presso l’antico monumento neolitico a 130 km a sud di Londra. Hanno partecipato alla cerimonia che saluta l’arrivo della nuova stagione proprio nel giorno del suo inizio, il solstizio d’inverno. Secondo il calendario pagano il solstizio d’inverno è più importante di quello estivo perché segna la “rinascita” del Sole in vista del nuovo anno. Nel solstizio d’inverno il Sole, nel suo moto apparente lungo le costellazioni dello Zodiaco, raggiunge la posizione più a Sud dall’equatore celeste, proiezione nel cielo dell’equatore terrestre: da questo momento in poi inizia a ”risalire” verso l’equatore celeste e le ore di luce aumentano gradualmente. Un altro evento particolare per salutare l’arrivo dell’inverno sarà l’ ”abbraccio” tra la Luna e il pianeta Giove: si tratta di un avvicinamento apparente tra i due corpi celesti, avvicinamento che sarà visibile nelle stelle della costellazione della Vergine nella seconda parte della notte. (clicca qui per vedere le foto del raduno di Stonehenge)
Se oggi il solstizio d’inverno nella memoria di ognuno di noi cade sempre il 21 dicembre, come conferma questo 2016: eppure non è sempre accaduto così nella storia… ad esempio nel 2015! Già, solo lo scorso anno eravamo qui a scrivere e raccontarvi il grande solstizio d’inverno il giorno 22 dicembre. Ma come può avvenire questa stranezza ce lo spiega il calendario astrale, come spieghiamo nel nostro focus qui sotto. Intanto però possiamo fare una panoramica sul nuovo millennio e scoprire che non solo il 2015 ha visto un solstizio di inverno relegato al 22 dicembre; dando un’occhiata al calendario dal 2000 fino al 2020 scopriamo che la “stranezza” è avvenuta nel 2002 e 2003, ma anche nel 2006 e 2007. Prima dell’anno scorso lo abbiamo già vissuto nel magico 2011 (per i tifosi rossoneri l’ultimo scudetto vinto, ndr) mentre nei prossimo anni potremo avere la logica del giorno diverso solo nel 2019. Insomma, una stranezza che da anni, anzi, secoli, accompagna l’inizio dell’inverno sulla Terra. Ecco, se volete una certezza più “esperienziale” potete semplicemente guardare la vostra macchina questa mattina: ghiacciata? Bene, benvenuti in inverno ragazzi!
Al solstizio d’inverno è dedicato il Google Doodle di oggi. Il motore di ricerca ha infatti cambiato il proprio logo nella home page, mimetizzandolo all’interno di un’ambientazione invernale. Le lettere della parola Google sono state trasformate in sassi ricoperti di neve. Si tratta di un Doodle animato visto che una volta avviato inizia a nevicare e i sassi tremano dal freddo. Con questo Google Doodle infreddolito si vuole appunto ricordare che il solstizio d’inverno segna l’inizio della nuova stagione. Il solstizio d’inverno scatterà ufficialmente alle ore 11:44 di oggi 21 dicembre 2016: a quest’ora entreremo proprio nell’inverno. Oggi sarà il giorno più corto dell’anno con solo 8 ore e 55 minuti di Sole. Ma da domani le giornate inizieranno di nuovo ad allungarsi. Il solstizio è, in astronomia, il momento in cui il sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima o minima. Questo significa che i solstizi, d’estate e d’inverno rappresentano rispettivamente il giorno più lungo e più corto dell’anno. Nel corso di un anno il solstizio ricorre due volte: il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno e negativa in dicembre.
Oggi, 21 dicembre 2016, è il solstizio d’inverno e come al solito si torna a parlare delle tante tradizioni legate all’antichità che hanno portato a momenti di riflessione ed analisi. La ricorrenza del solstizio d’inverno era considerato un momento importante perchè l’inverno in passato rappresentava il periodo con il più alto tasso di mortalità e il giorno che sanciva il passaggio alla luce rappresentava un momento davvero da festeggiare. Il Natale poi è stato anticipato proprio da queste feste che vedevano come simbolo un albero sempreverde a rappresentare proprio la resistenza ai periodi più duri. In Germania c’era poi la coincidenza con una festa all’epoca molto importante che portava il nome di Yule. In onore di questo si macellavano animali e si festeggiava con i fuochi, tanto da poter passare la notte in allegria e felicità. Non di rado ci sono popolazioni che decidono poi di riprendere queste usanze antiche e riattualizzarle.
E’ iniziata ufficialmente la stagione più fredda dell’anno, oggi è il 21 Dicembre ovvero il Solstizio d’Inverno. Una giornata festosa, di cui forse si è perso il significato nel tempo. La nostra cultura infatti non prevede un legame così stretto con numerosi riti e tradizioni, anche se vi si può trovare qualche traccia in svariati ambiti. E’ il caso del dolce conosciuto come il Pangiallo romano, ancora oggi diffuso nel Lazio e che si rifà all’epoca più antica del Sacro Romano Impero. Il dolce ha un tipico colore, grazie allo zafferano che gli dona quella caratteristica tonalità di giallo. Inizialmente è probabile invece che venisse usato l’uovo. La forma di questa torta inoltre rievocava quella del Sole, a cui veniva dedicata la festa. In Sicilia invece è diffuso l’arancino, che di solito viene preparato in occasione della festa di Santa Lucia, che cade il 13 dicembre, ma che è presente sulle tavole anche durante tutte le feste. Diametralmente all’opposto, in Norvegia si usa invece preparare una zuppa di riso chiamata Risengrunsgrot, composta da cannella, burro e zucchero ed in cui viene nascosta una mandorla. Presente anche il pesce, un elemento indispensabile della cucina norvegese: lo stoccafisso o lutefisk, viene acquistato secco e reidratato a mollo nell’acqua poche ore prima del suo consumo.
Conto alla rovescia per il Solstizio d’Inverno 2016, che si appresta a verificarsi nelle prossime ore. La giornata rappresenta una festa molto sentita dalle popolazioni e civiltà antiche, fra cui i celti ed i germani. Entrambi veneravano infatti Yule, una parola di origine sconosciuta che potrebbe indicare la ruota, di matrice norrena, un riferimento a ciò che avviene dal punto di vista astrologico. Alcuni linguisti credono invece che la parola derivi dal germanico Jol, mentre nelle lingue scandinave Jul ha sia il significato di Yule che di Natale. Secondo la tradizione del Nord Europa, durante la festa si facevano numerosi banchetti, danze e lungo periodo di riposo ed ea previsto anche il sacrificio di un maiale. Il rito era previsto in onore del dio Freyr, della tradizione norrena. Questo particolare, infatti, è tutt’oggi presente nella cultura scandinava, in cui si usa consumare carne di maiale durante le feste natalizie. In seguito alla conversione dei germani da parte dei cristiani, il Natale prese il posto dello Yule, mantenendo tuttavia alcune particolarità, fra cui l’uso del vischio e dell’albero di Natale.
Il solstizio d’inverno ogni anno viene celebrato in diverse parti del mondo secondo alcune tradizioni che giorno dopo giorno diventano sempre più interessanti da affrontare e da vivere. Come racconta la versione online di Focus sicuramente è molto interessante seguirlo da Stonehenge dove ci si reca anche per il solstizio d’estate. In periodi antichi si coglieva questa situazione per macellare animali e fermentare il vino e la birra. Era questo il momento in cui si raggiungeva l’apice del momento. In passato si pensava che Stonehenge fosse perfettamente allineato per godere in maniera perfetta del tramonto proprio del solstizio d’inverno. Una situazione visiva ideale che ancora oggi da alcuni viene considerata molto interessante da seguire. Per questo infatti sono tantissimi i viaggi verso questa meta in questione.
Oltre ad essere il solstizio d’inverno il ventuno dicembre è anche un giorno molto importante per la scienza anche se questa è solo una coincidenza. Si parte dal 1898 quando proprio il ventuno dicembre Marie e Pierre Curie darono vita a quella che possiamo considerare l’era atomica. Inventarono infatti ufficialmente il radio. Molti anni dopo, ben settanta, fu lanciato Apollo 8 verso la Luna, era il primo viaggio con degli uominia bordo. Sicuramente due eventi che fanno riflettere e che a loro modo hanno cambiato la storia dell’umanità. Due scoperte scientifiche che ovviamente non c’entrano niente con il solstizio d’inverno tanto che come detto non sempre poi cade nello stesso giorno. Infatti l’anno scorso il solstizio d’inverno cadde proprio il ventidue dicembre.
Domani, 21 dicembre 2016, sarà il solstizio d’inverno con la giornata più breve dell’anno. Ma cosa significa realmente solstizio? La parola in senso stretto deriva dal latino Solstitium che è composto da sol e sistere cioè sole che sta fermo. Indica quindi un momento di stasi del sole rispetto al suo viaggio figurato sulla volta celeste. Un movimento che sposta gli equilibri delle giornate e ci porta sì a quella più lunga dell’anno, ma apre anche la strada a un percorso verso la bella stagione. Sicuramente notizie accurate che vanno approfondite e ci portano alla stesura di qualche dato. Il solstizio d’inverno parte infatti domani alle ore 11.44 in maniera ufficiale. Le ore di sole di domani saranno appena nove, ma, come detto, da domani in poi le giornate inizieranno lentamente ad allungarsi. Sono tantissime le tradizioni che si muovono dietro a questa situazione, alcune forse un po’ fantasiose ma tutte comunque davvero molto interessanti.
Domani è il giorno più corto dell’anno: il 21 dicembre cade, infatti, il solstizio d’inverno che ci regala solo 9 ore e 5 minuti di sole e ben 14 ore e 55 minuti di buio. Si verificherà più precisamente alle 11:44, segnando così l’inizio dell’inverno. In realtà il solstizio d’inverno non andrebbe considerato proprio come un giorno, ma si tratta del momento nel quale il Sole raggiunge la posizione più a Sud dell’equatore celeste. Da questo momento in poi comincerà a “risalire” e quindi le ore di luce aumenteranno fino a raggiungere il culmine nel solstizio d’estate, tra sei mesi. Non a caso sin dalla preistoria a questa fase è stato attribuito il significato di trionfo sacro della luce sulle tenebre. Il giorno più corto dell’anno è, dunque, questo, non quello di Santa Lucia. Durante il solstizio d’inverno il Sole sembra precipitare nell’oscurità per tornare vitale e invincibile nei giorni successivi. Per questo gli antichi romani celebravano la festa del “Sol Invictus”, celebrazione della rinascita che alcuni ritengono l’origine pagana del Natale. Secondo gli astrofisici sarà bello osservare la congiunzione tra la Luna e Giove che avverrà nelle stelle della Vergine.
Il solstizio d’inverno quest’anno cade il 21 dicembre, ma non si tratta di una data prestabilita. L’anno scorso, ad esempio, è avvenuto il 22 dicembre. Come è possibile ciò? Lo spiega la scienza: la variazione dipende dalla differenza reale tra l’anno solare (o tropico) su cui si basa il nostro calendario (quello gregoriano) e l’anno siderale, il periodo orbitale della Terra, pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi. il nostro calendario è composto da 365 giorni, ma ogni anno restano fuori, dunque, poco più di sei ore. Questo ritardo si ripercuote sulle date degli equinozi e dei solstizi, quindi ogni quattro anni si recuperano queste ore accumulate aggiungendo un giorno a febbraio. Nasce così l’anno bisestile. Ecco allora spiegato il motivo per il quale il solstizio d’inverno a volte cade il 21 dicembre e altre volte il 22. Si tratta anche di una ricorrenza importante: il 21 dicembre del 1968 fu lanciato Apollo 8, la prima missione lunare con equipaggio umano.
Il solstizio più atteso è quello estivo, ma altrettanto suggestivo è quello d’inverno, perché si tratta di un momento astronomico ricco di tradizioni e curiosità. Ce n’è una in particolare dal punto di vista storico di cui vogliamo parlavi. Riavvolgiamo il nastro del tempo per risalire all’antica Roma, quando a cavallo del solstizio d’inverno erano previsti i Saturnali, cioè feste dedicate al dio dell’agricoltura, Saturno. Banchetti e sacrifici erano previsti durante i festeggiamenti nei quali, però, i ruoli venivano ribaltati: lo schiavo veniva nominato princeps e, quindi, indossava la maschera e ne assumeva tutti i poteri. Le classi sociali erano abolite in questo periodo, quindi solo temporaneamente: per gli schiavi, dunque, era l’unica occasione per gustare il sapore della libertà prendendo il posto dei loro padroni. I romani comunque in quest’occasione si scambiavano anche dei regali economici, ma i Saturnali sono conosciuti in particolari per i banchetti e le orge che ne scaturivano.