Dopo l’arresto di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, ci si è domandati quale sarebbe stato il destino dei due figli dell’infermiera, entrambi minorenni. I due bambini, rispettivamente di 9 e 11 anni, sono stati trasferiti presso una struttura per minori. Per loro non sarà affatto un Natale sereno, ma sotto l’albero potranno trovare pallone da volley con sopra 150 firme. E’ questo il regalo ai due figli di Laura Taroni da parte dei bambini e dei ragazzi della Pallavolo Lomazzo. Il regalo simbolico, come ribadisce Il Giorno online, verrà consegnato nei prossimi giorni dal primo cittadino di Lomazzo, Valeria Benzoni, a nome dell’intera comunità che ha preso a cuore il destino dei due bambini. “Tutti i nostri atleti hanno voluto manifestare con questo piccolo gesto il loro affetto e la loro solidarietà a questi due bambini sappiamo che stanno attraversando un momento molto delicato della loro vita e vogliamo idealmente stringerci a loro”, è stato il commento dei responsabili della Lomazzo Volley.
Sta facendo molto discutere la notizia secondo la quale Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, rispettivamente infermiera e medico anestesista presso l’ospedale di Saronno, starebbero ancora percependo lo stipendio. Sebbene entrambi abbiano sempre respinto le accuse, la coppia dallo scorso 29 novembre è in carcere con l’accusa di aver provocato la morte di quattro pazienti della struttura ospedaliera e l’omicidio in concorso del marito di lei, Massimo Guerra. Un quadro gravissimo ma che, nonostante il carcere, non ha portato al loro licenziamento, come rivela Tiscali.it, secondo il quale i due continuano anche a percepire metà dello stipendio. Sebbene il desiderio dell’ospedale di Saronno sia, come minimo, quello di licenziare Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, in realtà l’azienda non può procedere in quanto i due sono tutelati dal contratto del reparto sanitario che prevede che si possa procedere a licenziamento solo in caso di sentenza passata in giudicato. Una vera e propria beffa, dunque, e che soprattutto in una vicenda controversa come questa vede l’azienda con le mani legate.
Emergono ancora particolari sulla vicenda di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, l’infermiera e il medico anestesista dell’ospedale di Saronno, finiti in carcere con l’accusa di aver ucciso alcuni pazienti. Dalle intercettazioni pubblicate dal settimanale Giallo sembra che Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga abbiano ucciso oltre al marito di lei, Massimo Guerra di 46 anni, anche la madre, Maria Rita Clerici di 61 anni. Laura Taroni, parlando con una parente avrebbe detto: “Ci ho pensato io a punire mia mamma! Guarda che a volte bisogna difendersi da soli”. E una delle infermiere colleghe di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga avrebbe raccontato agli inquirenti: “So che pochi giorni prima della sua morte la signora Rita ha litigato in modo acceso con il Cazzaniga presso l’abitazione di Laura. I due lo hanno raccontato ad alcuni colleghi del reparto la sera del 31 dicembre, quando, seppur liberi dal servizio, si sono presentati in ospedale in occasione del brindisi di Capodanno…La signora Clerici disse al Cazzaniga che la sua presenza non era gradita; ne nacque un acceso diverbio in cui forse la donna gli diede una spinta per allontanarlo e lui provò a colpirla con uno schiaffo fino a quando intervenne Laura a separarli”. E dopo quattro giorni da questa lite la mamma di Laura Taroni è sparita. L’omicidio non è ancora stato addebitato a Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga ma per gli inquirenti la donna potrebbe essere stata uccisa dalla coppia: l’infermiera sarebbe infatti stata convinta della relazione tra la madre e il marito.
L’arresto a carico di Laura Taroni, infermiera presso l’ospedale di Saronno e del suo amante Leonardo Cazzaniga, medico anestesista presso il pronto soccorso della medesima struttura, avrebbe portato a diverse conseguenze. Oltre alle morti sospette in corsia e nell’ambito familiare della Taroni, sulle quali sono in corso le approfondite indagini della Procura di Busto Arsizio, emerge ora anche la reazione del Comune di Saronno. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno online, proprio il Comune della città in provincia di Varese avrebbe avanzato l’intenzione, tramite il primo cittadino Alessandro Fagioli, di costituirsi parte civile nel processo sulle morti sospette. “La nostra città ha ottenuto un danno d’immagine e, se possibile, è giusto che si faccia qualcosa per tutelarci e difenderci”, ha dichiarato in merito il sindaco. Le indagini che sono state compiute in queste settimane, dopo l’esplosione del caso di Saronno con l’arresto di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, si sono spostate sul presidio ospedaliero dove sarebbero avvenuti i numerosi decessi presumibilmente attraverso l’applicazione del cosiddetto “protocollo Cazzaniga”, coinvolgendo altri 13 nomi e mettendo in luce un clima di profonda omertà. In tanti sapevano ma avrebbero taciuto: è questo il sunto di una vicenda che potrebbe ancora riservare molti colpi di scena, a partire da un aumento del numero delle vittime. Tornando al comprensibile danno di immagine subito non solo dalla città di Saronno ma dallo stesso ospedale nel quale infermiera ed anestesista lavoravano, pare che gli accessi al Pronto soccorso e in generale alle prestazioni fornite dalla struttura siano decisamente calati. Il dato è stato confermato anche da Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare. Sul tema è tornato a parlare anche il sindaco, esprimendo il suo sostegno all’ospedale. Dopo aver raccolto le criticità che gli sono state sottoposte dai cittadini, Fagioli ha già avuto modo di incontrare il direttore dell’azienda ospedaliera, Giuseppe Brazzoli, insieme al quale intende in futuro rispondere a tutti i timori dei cittadini e degli utenti.