A cinque anni dalla scomparsa di Roberta Ragusa è arrivata la condanna di primo grado a 20 anni per il marito Antonio Logli. Confermato, dunque, il quadro accusatorio della Procura di Pisa, a cui la criminologa Roberta Bruzzone ha fatto i complimenti per aver chiesto un nuovo processo dopo la sentenza di assoluzione del Gup di Pisa e per aver insistito con la richiesta di condanna. Risulta comunque strano parlare di omicidio volontario oltre ogni ragionevole dubbio visto che il corpo di Roberta Ragusa non è mai stato trovato, ma ciò non sorprende la criminologa che si è occupata dei casi di Francesca Benetti e Guerrina Piscaglia: «I corpi non li abbiamo mai trovati, ma l’impianto accusatorio andava in una sola direzione, quella dell’omicidio, perché altre ipotesi non hanno mai trovato riscontri» ha dichiarato a Intelligonews. Per Bruzzone ha contato molto il fatto che Antonio Logli avesse un’amante: «La presenza di un’amante, e la scoperta da parte della moglie con la prospettiva di una separazione, avrebbe rappresentato per lui un sicuro tracollo economico. Quale migliore movente per un omicidio?»
Antonio Logli è stato condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa e per distruzione di cadavere. La sentenza, che prevede per il marito della vittima anche l’interdizione per sempre dalla potestà genitoriale, è arrivata al termine del processo con rito abbreviato. Gli avvocati Roberto Cavani e Saverio Sergiampetri hanno raggiunto Antonio Logli nella sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, dove ha atteso la sentenza in compagnia dei figli. I difensori – come riportato da Il Tempo – hanno precisato che solo dopo la lettura delle motivazioni della sentenza decideranno se impugnarla. Intanto fuori dall’aula c’era anche il supertestimone Loris Gozi, che non si è detto contento per la condanna, ma al tempo stesso convinto che chi uccida un’altra persona debba pagare. «Si è messo in gioco per anni la mia vita, dicendo che ero un bugiardo, ora è stato un giudice a stabilire chi aveva detto le bugie» ha dichiarato Gozi.
A quasi cinque anni dalla scomparsa di Roberta Ragusa, si chiude la prima tappa dell’intricato caso, con la condanna a 20 anni a carico di Antonio Logli. Una condanna attesa e che giunge dopo un processo lampo avvenuto con rito abbreviato (da qui la riduzione degli anni, da 30 – come inizialmente richiesto dalla pubblica accusa – a 20) a carico del marito, ora condannato per omicidio volontario e distruzione di cadavere di Roberta Ragusa. Logli ha appreso del risultato della sentenza solo in un secondo momento, tramite i suoi legali, non essendo presente in aula, come annunciato già alla vigilia dell’importante udienza conclusiva. A commentare immediatamente il risultato della sentenza con la condanna a carico del marito di Roberta Ragusa è stato Fabrizio Peronaci, giornalista del Corriere e che da mesi si occupa con costanza e dedizione di uno dei casi più controversi della cronaca e della giustizia italiana. Dopo aver appreso della decisione presa dal giudice Elsa Iadaresta, ha colto l’occasione per commentare sulla sua pagina Facebook: “Condannato a 20 anni di carcere per omicidio volontario il marito di Roberta, Antonio Logli. Negato l’arresto immediato”. Proprio l’arresto immediato era stato avanzato dalla Procura nel corso dell’udienza odierna, prima della decisione del giudice. “La mancata acquisizione delle prove emerse negli ultimi mesi ha impedito una ricostruzione completa dell’accaduto e salvato i probabili complici dell’imputato”, ha aggiunto Peronaci, ringraziando gli utenti che ad oggi hanno contribuito a far luce sulla scomparsa di Roberta Ragusa. Clicca qui per leggere lo stato.
E alla fine arriva la sentenza sul caso di Roberta Ragusa: Antonio Logli è stato condannato a 20 di carcere per omicidio volontario e distruzione-soppressione di cadavere della moglie Roberta. Si chiude la prima fase di un processo che era stato già effettuato negli scorsi ma con sentenza di assoluzione annullata per errori durante il primo processo. Come si legge nel flash d’agenzia, « Condanna a 20 anni per Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, la donna scomparsa quasi cinque anni fa dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme (Pisa), accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Logli è stato anche interdetto in perpetuo dalla potestà genitoriale. E’ la decisione del giudice Elsa Iadaresta a conclusione del rito abbreviato». Logli colpevole ma con obbligo di dimora, dunque per ora niente carcere; la moglie Roberta Ragusa mai ritrovata ma con un ennesimo passo verso la giustizia sulla sua morte.
Non si è presentato oggi in aula Antonio Logli. Al Tribunale di Pisa è in corso l’udienza nel processo con rito abbreviato nei confronti dell’uomo che è accusato della morte e della soppressione del cadavere della moglie Roberta Ragusa. C’è attesa per la sentenza di condanna o assoluzione che dovrebbe arrivare tra poco. Come riportato da La Nazione sono presenti in aula quattro cugine di Roberta e il pm Aldo Mantovani ha chiesto “la condanna a 30 anni di carcere (che saranno ridotti a 20 per la riduzione di un terzo prevista dal rito abbreviato) e l’applicazione, in caso di sentenza di condanna, della misura cautelare in carcere. Il pm ha motivato la richiesta di custodia cautelare in carcere con il pericolo di fuga e la reiterazione del reato”. La difesa di Antonio Logli ha invece chiesto l’assoluzione. Roberta Ragusa è scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 da San Giuliano di Gello in provincia di Pisa. Il processo con rito abbreviato a carico di Antonio Logli è stato disposto il 18 novembre scorso in seguito alla decisione della Cassazione dello scorso 17 marzo, che aveva annullato la sentenza di proscioglimento di Logli pronunciata il 6 marzo 2015.
Il giorno della verità su uno dei gialli più intricati degli ultimi anni, quello relativo alla misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa, è finalmente arrivato. Oggi, il giudice Elsa Iadaresta leggerà l’attesa sentenza al termine del processo lampo che si è svolto a carico di Antonio Logli, marito della donna. L’uomo, secondo l’accusa sarebbe colpevole di aver ucciso Roberta Ragusa e di averne distrutto il corpo. Solo oggi conosceremo se rispetto a queste pesantissime accuse Logli sarà dichiarato colpevole o innocente, e quindi se verrà condannato alla pena dei 20 anni richiesta dalla pubblica accusa o se al contrario verrà definitivamente assolto. L’udienza prenderà il via alle ore 9:00, mentre la lettura della sentenza dovrebbe avvenire intorno a mezzogiorno. Il quotidiano Il Tirreno, alla vigilia di una data così importante per la giustizia italiana, ha annunciato la probabile assenza di Antonio Logli durante l’udienza finale di oggi, che si chiuderà con la lettura della sentenza da parte del gup. Nella passata udienza dello scorso 2 dicembre, l’imputato era invece presente in aula ma aveva deciso di barricarsi dietro il suo consueto silenzio. Il marito di Roberta Ragusa, unico imputato a processo, inoltre, avrebbe preso una settimana di ferie dalla Geste, la società dove lavora come elettricista. Sebbene sia comprensibile il tormento interiore dell’uomo, chi lo ha visto in questi giorni che hanno preceduto la sentenza, lo ha definito tutto sommato tranquillo. Nulla di nuovo, in realtà, rispetto a quanto avvenuto dopo la notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012. Anche quattro anni fa, infatti, all’indomani della scomparsa della moglie dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme, Antonio Logli era apparso glaciale, tradito tuttavia da un linguaggio del corpo che, secondo i colpevolisti apparirebbe una vera e propria ammissione di responsabilità. In questo caso, però, le accuse a carico dell’uomo devono essere supportate e giustificate da altrettante prove concrete e così, dopo le repliche e le controrepliche di accusa, parti civili e difesa, oggi arriverà la sentenza del giudice, sulla base di tutti gli elementi a sua disposizione. Ed ecco allora che alla vigilia di quella che potrebbe essere un’assoluzione o, nel peggiore dei casi, una condanna, la difesa dell’imputato e marito di Roberta Ragusa, rappresentata dall’avvocato Cavani, avrebbe deciso di comune accordo con il suo assistito di evitare la presenza di Logli in aula, al fine di scongiurare l’invasione di stampa e tv già vista nel 2015, quando lo stesso Logli fu assolto. Quella legata alla presunta assenza rappresenta al momento solo un’ipotesi ma potrebbe alla fine rivelarsi la scelta più scontata.