Mentre il processo a carico di Giosuè Ruotolo è stato rinviato al prossimo 13 gennaio 2017 per i troppi blackout capitati in aula oggi durante l’11esima udienza sul caso Trifone e Teresa, nella prima parte della mattinata sono state presentate alcune deposizioni degli esperti informatici che hanno analizzato alcune prove dell’accusa all’ex commilitone e amico di Trifone Ragone. Qui sotto trovate parte del materiale pronunciato dal Maresciallo dei Ris Lo Iacono, mentre ora ci concentriamo sui tanti messaggi sms riportati in aula tra Maria Rosaria Patrone e lo stesso Giosuè Ruotolo. «La sera dell’omicidio, quindi, ecco gli sms tra la Patrone (il primo) e il Ruotolo (che risponde): “Amore, ma hai fatto qualcosa che non mi hai detto, per caso?” e la risposta: “Amore lo sai che ti dico tutto. 10 minuti finisco di mangiare e ti chiamo”. Il teste riferisce messaggi dal 21 novembre 2014 al marzo 2015, sms inviati a Ruotolo dal cellulare della fidanzata in cui l’imputato viene informano di gravi problemi di salute della Patrone, che sarebbe in fin di vita. (“è in obitorio, aspettiamo le analisi e vediamo”).Vengono riferite quindi cancellazioni di messaggi sul cellulare di Ruotolo (184 elementi eliminati in cronologia)», si legge nel report de Il Friuli, quotidiano locale che ha seguito il processo attuale e tutte le 10 udienze del caso Teresa Costanza e Trifone Ragone.



Quando si dice gli “ostacoli” della giustizia… nell’undicesimo processo dell’omicidio Trifone e Teresa, tenutosi nell’aula di tribunale di Udine, si è assistito a ben tre blackout per guasti elettrici nella Corte di Assise presieduta dal giudice Angelica De Silvestre e per questo motivo intera udienza è stata rinviata al prossimo 13 gennaio per impossibilità  a continuare le sedute. Incredibile a dirsi ma nel 2016 succedono ancora casi del genere: come riporta il sito del Messaggero Veneto, sia questa mattina all’inizio del processo, alle ore 9.30, che anche alle ore 14 è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco perché all’interno del tribunale di Udine era percepibile un odore di bruciato. «Un primo blackout si era verificato in mattinata facendo slittare di circa mezz’ora (verso le 10) l’inizio dell’udienza. Il tribunale di Udine era senza luce né riscaldamento (il generatore non s’era messo in funzione). Il problema, però, non era risolto perché alle 12.50 si è riproposto un secondo blackout con sospensione dell’udienza. Verso le 14 è apparso ormai evidente che non ci sarebbero stati i presupporti per poter riprendere l’udienza». A quel punto, visto il prorogarsi dei problemi e le ulteriori difficoltà per portare avanti teste e deposizioni, in assenza di notizie certe su una rapida ripresa, Angelica De Silvestre ha disposto il rinvio al 13 gennaio, ore 9, si legge ancora nel report dei colleghi del giornale locale del Messaggero Veneto.



Prosegue l’ultima udienza dell’anno sul caso Trifone e Teresa, la coppia di fidanzati di Pordenone trucidati il 17 marzo del 2015: in aula l’imputato unico Giosuè Ruotolo sta assistendo alle parole e dichiarazioni degli esperti informatici che hanno messo in analisi tutte le prove fornite dall’accusa. Tra le tante dichiarazioni rilasciate dal Maresciallo dei Ris Salvatore Lo Iacono, emergono altre novità filtrate dall’Ansa: «L’immagine del profilo whatsapp di Trifone, ripreso con Teresa; foto di Giosuè con commilitoni, tra cui Trifone, altre che lo riprendono mentre mima con le mani il gesto di impugnare una pistola; foto della sua auto e scatti di Maria Rosaria Patrone e suoi scritti; una nota cancellata in cui era stato appuntato un indirizzo di via Chioggia n. 8 o 9 di uno stabile prospiciente l’abitazione delle vittime; tanti messaggi scambiati con la fidanzata», questi sono solo alcuni degli elementi ritrovati sull’iPhone di Ruotolo, come riporta in aula nel processo per l’assassinio di Trifone e Teresa.



Ultima udienza dell’anno sul caso Trifone Ragone e Teresa Costanza, nell’aula di Pordenone con alla sbarra Giosuè Ruotolo, di cui sono state esaminate le tracce rilevate nel suo iPhone. Chiamato a deporre, ha parlato il Maresciallo Salvatore Lo Iacono del Ris di Roma che ha analizzato l’I-Phone 6; secondo quanto riportano i colleghi del quotidiano locale “Il Friuli”, le parole dell’esperto informatico potrebbero risultare importanti per il prosieguo del processo. «”Sul dispositivo si sono rilevati molti messaggi di testo, e abbiamo potuto evidenziare tra le note una che è stata cancellata e che riporta un indirizzo di Pordenone, ed è un indirizzo particolare via Chioggia n 8 o 9: è l’indirizzo di un immobile accanto a quello dove abitavano i due uccisi. Questa nota è stata cancellata e noi l’abbiamo recuperata. Abbiamo anche rilevato alcune immagini, tipo quella della signorina Patrone (quelle con le tumefazioni) ma di rilevante c’è un’immagine di un cruscotto di una autovettura e una immagine del profilo whatsapp dei defunti, che è stata allargata. In questa immagine si vedono i due in una situazione di divertimento». Udienza che durerà per tutta la giornata e che porterà ad ascoltare altri esperti informatici sui vari reperti dell’accusa.

Si svolgerà oggi, 22 dicembre 2016, presso la Corte d’Assise di Udine, la nuova udienza – nonché l’ultima dell’anno – del processo sul duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. L’unico imputato chiamato a rispondere delle terribili accuse è il 26enne Giosuè Ruotolo, ex militare ed ex commilitone di Trifone. Ruotolo finora si è sempre definito innocente, nonostante gli indizi a suo carico siano numerosissimi. Eppure, mancherebbe la “prova regina” e soprattutto non ci sarebbe il suo Dna sulla scena del crimine, il parcheggio del Palasport di Pordenone dove la sera del 17 marzo 2015 venivano freddati Trifone e Teresa, con sei colpi di pistola. Nel corso della nuova udienza, come rivela Il Messaggero Veneto nella sua edizione online, si continuerà a parlare anche oggi del profilo “Anonimo aninimo” realizzato su Facebook da Giosuè Ruotolo e dal quale partivano i messaggi minatori a Teresa. Ed ancora, sarà centrale il finto alibi del gioco online smentito dalle indagini dei carabinieri e le cancellazioni massicce dai supporti informatici. In aula, dunque, verranno svelati alcuni retroscena grazie all’intervento degli investigatori dell’Arma del Ros e del Rittel in riferimento alle indagini informatiche compiute nell’ambito dell’inchiesta sul duplice omicidio di Trifone e Teresa. Roberto Tomassi e Giuseppe Andrisano, dei Ros di Roma, riveleranno quanto di nuovo è emerso dall’analisi informatica compiuta su computer, telefonini ed altri supporti elettronici di proprietà di Rosaria Patrone, ex fidanzata di Giosuè Ruotolo, di quest’ultimo e del fratello Giovanni. Nuove rivelazioni riguarderanno invece quanto emerso dal profilo Facebook. Gli altri esperti chiamati a testimoniare si occuperanno sempre del profilo Facebook “Anonimo anonimo” ma anche degli accertamenti effettuati sui dispositivi dei fratelli Ruotolo. Dai dati informatici sarebbero emersi due aspetti misteriosi e sui quali si sono concentrati i dubbi degli inquirenti che hanno lavorato al caso di Trifone e Teresa: Giosuè Ruotolo avrebbe cancellato la cartella “Note” contenente l’indirizzo “Via Chioggia n°8 o 9”. Si scoprì essere un’abitazione disabitata poco distante dalla casa in cui viveva la coppia di Pordenone. Sparito anche uno scambio di messaggi tra l’imputato e la sua ex fidanzata, anche lei indagata. In merito al finto alibi avanzato da Ruotolo, infine, interverrà in aula il maresciallo capo Ponziano Belli. A detta dell’imputato, la sera in cui furono uccisi Trifone e Teresa lui aveva giocato per tre partite consecutive a League of Legends, eppure dai dati forniti dalla piattaforma Riot games era emersa una pausa consistente dalle ore 19:07 alle 21:24.