Per l’omicidio di Chiara Poggi era stato già condannato Alberto Stasi, ma nuovi esami del Dna potrebbero portare alla riapertura del caso. La madre della vittima all’inizio era scettica su questa possibilità, ora invece sembra aver preso atto dei nuovi scenari. “Per una volta potevamo passare un Natale tranquillo e invece non ci è consentito neanche quest’anno” ha dichiarato la signora Rita, al corrente che ci siano sospetti su Andrea Sempio. “L’ho saputo dai tg” ha poi aggiunto. La madre di Chiara Poggi ha spiegato che Andrea Sempio è un amico di suo figlio Marco sin da quando erano piccoli: “Sono sempre stati amici e lo sono ancora”. Non sa, invece, se suo figlio Marco abbia sentito l’amico Andrea nelle ultime ore. “Comunque su queste novità non dico niente” ha poi concluso la madre di Chiara Poggi. Ora si attendono ulteriori novità sul caso di Garlasco che sembrava definitivamente chiuso.



Con l’apertura di una seconda inchiesta e l’iscrizione nel registro degli indagati di un nuovo nome, si riaccendono i riflettori sul delitto di Garlasco per il quale è in carcere Alberto Stasi accusato dell’omicidio di Chiara Poggi. In attesa della revisione del processo, Huffingtonpost.it ha ripercorso quelle che sono le prove contro Alberto Stasi e che hanno portato anche la Cassazione a definirlo colpevole per l’uccisione di Chiara Poggi. Il primo punto è rappresentato dalle scarpe: secondo i periti, Stasi potrebbe aver pulito le calzature prima di consegnarle ai carabinieri. La seconda prova sarebbe rappresentata dal Dna: il cromosoma Y trovato sotto le unghie di Chiara, secondo l’accusa non sarebbe del tutto incompatibile con quello dell’ex fidanzato. Le biciclette avrebbero giocato un ruolo importante nell’accusa contro Alberto Stasi: prima la bici nera, vista nel cortile dei Poggi e appartenente al ragazzo. Per l’accusa il ragazzo avrebbe lasciato tracce sui pedali poi sostituiti con quelli di un’altra bici, anche quest’ultima sequestrata. Infine, il portasapone sul quale sono state rinvenute tracce di sangue della vittima miste al Dna di Alberto Stasi.



Ci sarebbero delle incongruenze nell’alibi del nuovo indagato per il delitto di Garlasco, quello in cui è stata uccisa Chiara Poggi e per il quale l’ex fidanzato Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di carcere. Ad essere indagato è ora un amico del fratello di Chiara Poggi, Andrea Sempio. Come riferito dal Corriere della Sera, il ragazzo era già stato sentito due volte dagli investigatori ma il suo alibi era apparso solido. Ora però dopo i nuovi accertamenti condotti dagli avvocati di Alberto Stasi e da una società di investigazioni emergerebbero delle anomalie nel racconto di Andrea Sempio. In particolare “il profilo genetico di Sempio è stato associato ai frammenti di Dna trovati sotto le unghie della vittima. Gli esami di laboratorio sono stati eseguiti da un noto genetista che ha definitivo i risultati inequivocabili. Sempio ha poi una misura di scarpe (tra il 42 e il 42,5) compatibile con l’impronta rinvenuta sul pavimento della villetta di Garlasco, in via Pascoli 8”.



Colpo di scena clamoroso nel giallo di Chiara Poggi, l’omicidio di Garlasco per il quale è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione l’ex fidanzato Alberto Stasi. In seguito al ritrovamento di un Dna diverso da quello di Stasi e rinvenuto sotto le unghie della vittima, la madre di Alberto, presunto assassino di Chiara Poggi, aveva richiesto a gran voce la revisione del processo. Stando a quanto reso noto da Il Messaggero nella sua edizione online, il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ha ritenuto fondata l’istanza di revisione presentata e secondo le ultime indiscrezioni, avrebbe trasmesso la richiesta alla Corte d’Appello di Brescia. L’istanza trova il suo cuore pulsante nelle indagini della difesa che avrebbero individuato la presenza del Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi, ora indagato nella nuova inchiesta a Pavia nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Il ragazzo in oggetto, come ampiamente detto nel focus sotto, sarebbe amico del fratello della vittima. Oltre alle sue tracce genetiche, secondo quanto scrive Il Corriere, non sarebbe del tutto solido neppure l’alibi, a differenza delle voci iniziali. A quanto pare, dunque, il nuovo indagato non avrebbe detto tutta la verità sui suoi movimenti.

Si riapre il caso del delitto di Garlasco, quello dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto del 2007: condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione è stato Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima e ora detenuto nel carcere di Bollate, in provincia di Milano. Negli ultimi giorni la difesa di Stasi, al termine di nuove perizie, ha sostenuto che le tracce di Dna trovate sotto le unghie di Chiara Poggi non apparterrebbero ad Alberto Stati. Da qui la richiesta della riapertura dell’inchiesta. E, come si legge su Rainews che riporta quanto rivelato dal Corriere della Sera, “la procura di Pavia ha accolto l’esposto della mamma di Alberto Stasi e, nell’aprire una nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, ha indagato un amico del fratello della vittima le cui tracce di Dna, secondo un perizia della difesa, sarebbero state trovate sotto le unghie di Chiara”. E’ stata la madre di Alberto Stasi, Elisabetta Ligabò, a chiedere la revisione del processo: “Non ho fatto che ripeterlo e finalmente ne ho la conferma. Mai e poi mai Alberto avrebbe potuto uccidere Chiara. Si amavano e avevano progetti in comune. La sera prima erano andati a cena insieme. Di lì a poco sarebbero partiti per le vacanze. Erano felici, uniti, erano spensierati, vivevano con la gioia e la fiducia nel futuro tipica dei giovani fidanzati. Alberto stava per laurearsi e se c’era una persona che più di ogni altra lo spronava e gli dava forza, che lo incoraggiava e lo appoggiava, quella era Chiara”.