La sentenza di condanna a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, ha portato a diversi commenti soprattutto sul web. Esperti di criminologia ma anche giornalisti hanno commentato la decisione del giudice di condannare a 20 anni Logli per l’omicidio e la distruzione di cadavere di Roberta. Tra questi anche il giornalista e conduttore Carmelo Abbate, il quale su Facebook ha espresso il suo parere, esordendo: “Come previsto, Antonio Logli è stato consegnato alla folla e condannato per l’omicidio di tutte le donne italiane uccise dai loro fidanzati, compagni, mariti”. A detta del giornalista, la pubblica accusa in mancanza di “determinazione investigativa nelle fasi iniziali” ed in palese difficoltà, era andata alla ricerca di consenso nella pubblica piazza. “Non c’è la prova che Roberta Ragusa sia morta, ma poco importa. Si parte dal fatto che siccome una mamma non abbandonerebbe mai i propri figli, allora vuol dire che è morta”, scrive Abbate nel suo lungo commento, senza tralasciare una nota di disappunto anche sull’azione del supertestimone Loris Gozi, presentatosi ai Carabinieri dopo 7 mesi dalla scomparsa di Roberta Ragusa. “Non esiste prova giuridica che Roberta Ragusa sia morta, eppure si condanna il marito per il suo assassinio”, ha aggiunto il giornalista, secondo il quale la giustizia che ha vendicato la donna, condannando Logli, è la medesima che sarebbe alla ricerca di un colpevole a tutti i costi. E’ contro questa giustizia che Abbate si è scagliato, augurandosi che “il condannato sia il vero colpevole, me lo auguro per lui, ma soprattutto per voi. Perché può capitare a tutti noi di finire nel Labirinto della giustizia, e perderci, e non trovare più l’uscita”, ha chiosato. Clicca qui per leggere lo stato e i commenti.
La giornata del 21 dicembre scorso sarà ricordata per la sentenza di condanna a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa. Secondo il giudice Elsa Iadaresta che ha letto il verdetto al termine del processo di primo grado con rito abbreviato, l’uomo è il colpevole dell’omicidio e della distruzione di cadavere di Roberta Ragusa, scomparsa nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012 e pertanto è stato condannato alla pena di 20 anni. Mentre la sentenza lascia molti dubbi tra il popolo della rete, a commentare la decisione del giudice è stato l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di parte civile e rappresentante dell’associazione Penelope. Secondo quanto riportato da Blitz Quotidiano, alla trasmissione Legge o Giustizia di Radio Cusano Campus si è detto quasi certo che Antonio Logli in futuro difficilmente darà una mano ad autorità e parenti nel ritrovamento del corpo di Roberta Ragusa. “Nonostante sia speranzoso perché sarebbe, per i familiari, un sollievo poter avere anche dei resti di questa povera donna, sono molto scettico. La casistica ci dice che questi soggetti, quando si tratta di reati intra familiari, difficilmente arrivano ad una confessione”, ha commentato in merito Gentile. A detta del legale, tuttavia, nel caso di Logli appare improbabile che “possa avere un po’ di coscienza, confessando e facendo ritrovare il cadavere”.
Continua la polemica sulla sentenza della Cassazione che ha comminato la condanna ad Antonio Logli di 20 anni per l‘omicidio di Roberta Ragusa e la distruzione del suo corpo. Si scatenano gli italiani sui social, sottolineando come in questo modo non sia stata fatta in realtà giustizia per la vittima. Cinque anni di indagini ed un processo con colpi di scena da fare invidia alle pellicole cinematografiche, un delitto perfetto. Così viene descritto sui gruppi social l’omicidio di Roberta Ragusa ed il coinvolgimento di Antonio Logli. Come è accaduto già in passato né il condannato né i suoi legali sono comparsi sui media o hanno fatto alcuna dichiarazione. Tutto rimane fermo in quello stesso silenzio che ha accompagnato l’ultima udienza svolta alcuni giorni fa. “Ampiamente soddisfatti” invece i familiari di Roberta, sottolinea La Nazione, “per una decisione che finalmente rende giustizia”. A tutti gli effetti gli italiani credono in realtà che Logli abbia compiuto quel delitto perfetto proprio solo del grande schermo, grazie all’impossibilità di dimostrare che Roberta Ragusa sia stata davvero uccisa. Senza considerare che secondo alcuni l’imputato sarebbe riuscito nel suo intento di liberarsi della moglie senza troppi affanni di tipo economico, libero di vivere con l’ex amante ed ora compagna Sara Calzolaio.
Ieri sera, dopo la condanna di Antonio Logli anche grazie al testimonianza decisiva di Loris Gozi – il quale, ricordiamo, aveva dichiarato di aver visto la coppia litigare per la strada la notte della scomparsa – il processo per omicidio di Roberta Ragusa ha visto il commento proprio del supertestimone presente in aula durante la lettura della sentenza. Le parole rilasciate alla trasmissione Chi l’ha visto? inquadrano un personaggio soddisfatto e finalmente grato che la sua verità è stata ascoltata: «nessuno augura il carcere a nessuno, ma se il Sig. Logli è colpevole è giusto che sconti la sua pena. Questa è la dimostrazione che ciò che ho sempre detto era vero, non mi sono inventato nulla, e per me questo è un sollievo perché io avevo perso il mio lavoro, la mia famiglia, avevo perso tutto …». Ora un nuovo inizio per Loris Gozi il quale, dopo precedenti con la giustizia, promette di cambiare vita: «mi rimetto in carreggiata, voglio pensare ai miei figli e a mia moglie. Mi dispiace molto per i due ragazzi e se un giorno volessero capire cosa è successo, possono venire da me e io gli dirò tutto. Io ho sempre chiesto giustizia e verità, e oggi sono arrivate».
Roberta Bruzzone è intervenuta a commentare la condanna di Antonio Logli per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa, con un’intervista a Intelligonews: la nota criminologa condivide in pieno la decisione dei giudici che hanno dato 20 anni, il massimo della pena per un processo con rito abbreviato. «Il quadro accusatorio è perfettamente compatibile con la condanna inflitta, ed era già tale l’anno scorso quando ci fu il proscioglimento di Logli. Bene ha fatto la Procura di Pisa ad appellare quella sentenza ottenendo dalla Cassazione un nuovo processo e insistendo con la richiesta di condanna. Sono stata sempre convinta del fatto che Roberta Ragusa sia stata uccisa e questa sentenza quindi, non soltanto non mi stupisce, ma l’attendevo». Secondo la Bruzzone, il caso Ragusa non poteva avere altre ragionevoli ipotesi se non l’omicidio da parte del marito, nonostante il corpo non sia mai stato trovato: «nei casi Benetti e Guerrina Piscaglia i corpi non sono mai stati trovati ma l’impianto accusatorio andava in una sola direzione, quella dell’omicidio, perché altre ipotesi non hanno mai trovato riscontri».
Ieri sera nella puntata di Chi l’ha visto? il caso di Roberta Ragusa è stato scandagliato nel giorno della condanna ad Antonio Logli a 20 anni per l’omicidio (anche se comunque senza carcere per il momento). È stata riportata in esclusiva dalla trasmissione di Federica Sciarelli una lettera choc di Roberta Ragusa pochi mesi prima della scomparsa per il giorno del loro anniversario di nozze. «Tu non ti accorgi che io vivo la vita, fuori dalla mia vita e che i miei occhi guardano occhi che non guardano i miei. Coltivo le mie due perle che grazie al cielo sono sempre più lucenti, il resto è tutto piatto, grigio, frustrante», si legge nella missiva riportata da Fanpage per intero. La donna accusa Logli di una relazione ormai stanca e con un marito distratto e lontano. «Cosa resta di noi? Viaggiamo su binari paralleli, ci parliamo senza dare risposte, non ci diamo reciprocamente ciò che vorremmo, siamo vicendevolmente delusi, caduti talmente nell’abitudine che sembriamo già vecchi. Sono stanca, stanca, stanca, stanca dei battibecchi sui soliti quotidiani argomenti, stufa di chiederti quello che qualsiasi compagno con un po’ di buon senso capirebbe al volo esasperata dal tuo modo di rispondere sempre fingendo di non capire o travisando la realtà dei fatti. Non ne posso più del modo in cui ti comporti con tutti noi, quasi sempre inopportuno, inadeguato, irritante».