Iniziano ad emergere nuovi inquietanti particolari sul ferimento gravissimo di Sissy Trovato, l’agente di polizia penitenziaria trovata agonizzante lo scorso 1 novembre davanti all’ascensore dell’ospedale di Venezia, mentre era in servizio. Ora la ragazza lotta tra la vita e la morte ed i genitori respingono con forza che possa essersi trattato di un tentato suicidio. A tal fine si sono recati nell’appartamento della 28enne alla ricerca di indizi capaci di capire cosa possa esserci dietro questa assurda tragedia. Come rivela Fanpage.it, i familiari avrebbero trovato un angosciante messaggio scritto su un bigliettino: “Ti amo, ma devo ucciderti”. Dopo svariate ricerche è stato scoperto che l’autrice dell’ambiguo messaggio sarebbe un’amica di Sissy Trovato. “L’ho scritto io tanti anni fa e quella frase non è altro che il titolo di una canzone”, ha spiegato la ragazza facendo così cadere i dubbi iniziali della famiglia dell’agente in coma. Eppure, secondo i genitori, quanto accaduto potrebbe essere collegato proprio all’ambiente di lavoro, il carcere della Giudecca. Sissy sarebbe forse entrata a conoscenza di qualcosa di scomodo? Le indagini non si fermano e la difesa della famiglia Trovato ha commissionato maggiori analisi balistiche al fine di ricostruire la traiettoria dello sparo.
Il giallo su quanto accaduto alla giovane Sissy Trovato, agente di polizia penitenziaria appena 28enne, resta avvolto nel mistero. La ragazza, originaria di Taurianova ma in servizio a Venezia presso il carcere della Giudecca, dallo scorso 1 novembre è in stato di coma, ricoverata presso l’ospedale di Mestre. Un colpo di pistola alla tempia l’avrebbe raggiunta dopo essere andata a fare visita ad una detenuta che aveva appena partorito, ricoverata presso l’ospedale civile del capoluogo Veneto. Secondo la Procura Sissy Trovato avrebbe tentato il suicidio premendo il grilletto contro se stessa, tesi tuttavia alla quale la famiglia e gli amici della giovane agente proprio non vogliono credere. E a non credere alla storia del suicidio è ora anche una delle maggiori esperte in materia, la criminologa Roberta Bruzzone. Quest’ultima ha commentato il mistero attorno al ferimento di Sissy Trovato, rinvenuta in una pozza di sangue davanti all’ascensore dell’ospedale, in seguito ad una ferita di arma da fuoco causata da un colpo esploso dalla sua pistola di ordinanza: “Sono davvero numerosi gli aspetti da chiarire”, ha asserito tra le pagine del settimanale Giallo. Innanzitutto, a detta della Bruzzone, “il posizionamento delle lesioni parrebbe piuttosto insolito – e a mio avviso piuttosto impraticabile – per un tentativo di suicidio”. Il riferimento è al colpo esploso nella porzione posteriore del capo. Nonostante le infondate voci iniziali, inoltre, anche la criminologa ribadisce come in realtà Sissy Trovato non avesse mai manifestato in passato propositi suicidi. Chi la conosce la descrive inoltre “molto determinata e concentrata sulla carriera all’interno della polizia penitenziaria”. Nonostante questo, è emerso come nell’ultimo periodo non siano mancate preoccupazioni di “matrice lavorativa” fortemente nutrite dalla giovane agente di polizia penitenziaria. “Non ritengo possibile escludere la pista del tentato omicidio”, ha chiosato Roberta Bruzzone nella sua analisi del caso.