Il timore che l’Isis possa compiere ulteriori attentati a Natale è alto e per l’FBI è fondato: ieri, infatti, è stato inviato un avvertimento sul rischio di attacchi alle chiese americane. L’allarme è arrivato dopo il messaggio in arabo con il quale Abu Marya al-Iraqi ha invitato i lupi solitari a «trasformare il nuovo anno cristiano in un cruento film horror». Inoltre, ha pubblicato online un elenco di indirizzi di chiese negli Stati Uniti. La lista sarebbe apparsa su Telegram, il sistema di messaggistica usato dai jihadisti sunniti, a due giorni dall’attacco al mercato di Natale di Berlino. Nel messaggio ha fornito anche istruzioni per preparare armi e ordigni. In questi ultimi giorni lo Stato Islamico ha intensificato i proclami e le chiamate alle armi in tutto il mondo, quindi nuovi attentati sono più di un’ipotesi. “I figli dell’Islam”, ad esempio, hanno esortato a colpire anche gli hotel più noti, i locali affollati, le strade, i mercati e posti pubblici. L’FBI ha consigliato di evitare questi luoghi in occasione del Natale e l’invito non riguarda solo gli Stati Uniti.
Continuano a fare paura Isis e terrorismo e, per quanto riguarda l’Italia, in particolare l’allerta cresce a Roma e Milano. Il timore di un attentato ha modificato le abitudini degli italiani anche a Natale: non è un caso se 6 milioni di italiani hanno deciso di rinunciare alle vacanze fuori casa. Le realtà territoriali più “esposte” secondo l’Italian Terrorism Infiltration Index 2016 sono Lombardia e Lazio. Lo studio dell’Istituto Demoskopika ha tracciato una mappa delle regioni più a rischio di infiltrazione terroristica e rilevato che sono cresciuti i controlli per indagini relative a reati di terrorismo internazionale e interno. La paura in Italia è trasversale per le classi di età, ma il timore è avvertito maggiormente al Sud (78,1%) e nel Nord Ovest (74,8%). Per 8 italiani su 10 servono maggiori controlli interni, mentre il 60,8% del campione intervistato vuole la chiusura delle frontiere. Della paura degli attentati, ad esempio, risentì il Giubileo: pellegrini spaventati e quindi meno prenotazioni. Per sradicare il terrorismo comunque si potrebbe puntare sulla nonviolenza: è questa la tesi di Papa Francesco, secondo cui «rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze». Intanto il ministro dell’Interno Marco Minniti ha annunciato l’estensione delle misure anti-terrorismo predisposte per il Giubileo.
Dopo l’attentato a Berlino cresce l’allerta terrorismo in tutto il mondo: in vista del Natale molte città d’arte sono ritenute possibili obiettivi per i terroristi e i turisti rappresentano un facile bersaglio. Chi pensava allora che le tensioni a livello internazionale sarebbero diminuite durante le festività natalizie ha commesso un errore di valutazione: si stanno profilando fosche prospettive, infatti la guerra contro il Califfato si è aggravata anziché sopita. E i precedenti non mancano: negli anni passati si sono verificati diversi attentati nel periodo di Natale. Pensiamo, ad esempio, a quelli di Volgograd, avvenuti il 29 e 30 dicembre 2013: gli attacchi dei terroristi islamici ciscaucasici provocarono 34 vittime e 85 feriti. Quello è stato il peggior attentato terroristico per vittime in Russia dopo quello avvenuto all’aeroporto Domodedovo nel 2011. Era palestinese, invece, il gruppo estremista facente capo ad Abu Nidal che organizzò un attentato il 27 dicembre 1985 a Fiumicino. Contemporaneamente fu attaccato l’aeroporto di Vienna: i due attentati avvennero con uno scarto di pochi minuti l’uno dall’altro.