La stessa Vera Rubin, morta a 88 anni lo scorso 25 dicembre, non era d’accordo con la sua scoperta della “materia oscura”. La famosa astronoma statunitense, come ricorda l’agenzia di stampa Diregiovani, espresse infatti questi dubbi: “Mi piacerebbe sapere che le leggi di Newton possano essere modificate in modo da descrivere correttamente le interazioni gravitazionali a grandi distanze. Questo è più attraente di un universo pieno di un nuovo genere di particelle sub-nucleari”. Anche secondo i suo colleghi le scoperte di Vera Rubin erano impossibili sotto le leggi newtoniane: inizialmente gli studi dell’astronoma furono criticati, poi però furono riconosciuti. Le analisi di Vera Rubin ebbero un ruolo centrale nello studio della rotazione delle galassie. L’astronoma notò che c’era una differenza tra previsione e reale movimento misurabile delle galassie: questi calcoli portarono poi all’elaborazione del concetto di “materia oscura”, “l’ipotetica componente della materia che non può essere osservata direttamente perché si manifesta solamente attraverso gli effetti gravitazionali e senza emettere radiazione elettromagnetica”.



Vera Rubin è mancata a fine 2016 ma la storia della scienza la ricorderà ben più di questi giorni di lutto nel mondo accademico: la straordinaria astronoma scoprì l’essenza della patria oscura, che compone il 27% dell’intero Universo. Nel 1974, come già riportavamo, venne teorizzata l’esistenza di una entità sconosciuta e non direttamente osservabile che occupa una grande parte della massa universale. Secondo quanto riporta oggi Focus in uno speciale deviato a Vera Rubin, i dati da lei raccolti confermarono le osservazioni dell’astrofisico svizzero Fritz Zwicky, che già nel 1933 aveva osservato che la massa visibile delle galassie non era sufficiente a spiegarne la forza gravitazionale. Dove fu il vero merito di Rubin? «In pratica confermò l’esistenza della materia oscura in tutte le altre galassie e non solo in quelle osservate da Zwicky», si legge su Focus. Un piano cosmologico del tutto riscritto e con una scienziata che come si vede rivoluzionò e non poco il mondo della scienza.



Vera Rubin come Rosalind Franklin e come tanti altri scienziati e soprattutto scienziate che nella loro immensa e importantissima vita scientifica e accademica portarono grandi sviluppi e scoperte per l’umanità anche futura senza mai ricevere però l’onore di un minimo riconoscimento ufficiale. Il Premio Nobel è il sogno di molti se non di tutti i grandi uomini e donne di scienza anche se non tanto per il riconoscimento personale, o i soldi, ma per una sorta di certificazione che si è stati utili per qualcuno con le proprie straordinarie ricerche. Vera Rubin infatti non ebbe mai un minimo riconoscimento per le sue scoperte, dalla materia oscura in giù, anche se con la sua morte oggi viene ricordata come una delle donne più importanti del mondo della scienza. Nessun Premio Nobel per la Fisica, come la Franklin si diceva che con la sua ricerca fu determinante per i Nobel della Medicina 1962 ames Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins, cui è riconosciuta la scoperta del Dna, il codice della vita. Gloria sulla Terra effimera? Non se ne parla, ma se oggi tutti le ricordano queste due straordinarie donne forse così tanto dimenticate non lo sono…



È morta il giorno di Natale: l’astronoma statunitense aveva 88 anni. Nel 1974 aveva scoperto l’esistenza della “materia oscura”, che occupa il 27% della massa dell’intero universo. Si chiama “materia oscura”, come ricorda il Coriere della Sera, perché non emettendo alcuna radiazione elettromagnetica (come luce o calore) non è visibile direttamente ma si è desunta la sua esistenza come l’unica spiegazione possibile ad alcuni fenomeni osservati. Vera Rubin, insieme al collega Kent Ford, nel 1964 osservò che le stelle al limite estremo delle galassie si muovevano più velocemente di quanto avrebbero dovuto in base alle leggi fisiche conosciute e quindi formulò l’esistenza della “materia oscura”. Vera Rubin è stata una delle scienziate di maggior successo e ottenne numerosi riconoscimenti, anche se non vinse mai il Nobel per la Fisica. La scoperta della “materia oscura” in realtà non piacque a Vera Rubin perché contrastava con le teorie di Newton.