Il caso di Garlasco sembrava essere ormai chiuso in seguito alla condanna definitiva di Alberto Stasi, considerato non solo dalla famiglia della vittima ma anche da giudici e Cassazione il solo responsabile del delitto di Chiara Poggi. Da alcuni giorni è spuntato un nuovo nome, quello di Andrea Sempio, all’epoca dei fatti amico del fratello della giovane uccisa ed oggi 28enne. Il giovane e nuovo indagato, secondo quanto emerso dalla Provincia Pavese, sarà presto risentito. Al momento ricordiamo che la sua iscrizione nel registro degli indagati per l’omicidio di Chiara Poggi sarebbe un atto dovuto, atto a compiere eventuali nuovi accertamenti. Dopo essere stato già sentito due volte in passato, gli inquirenti avevano definito attendibile e valido il suo alibi. Contro di lui, tuttavia, l’intervento della difesa di Stasi che ha segnalato la presenza di uno scontrino di un parcheggio conservato da Andrea Sempio per un anno e due mesi e poi consegnato ai carabinieri e tre telefonate sospette a casa dei Poggi nei giorni precedenti al delitto. L’amico del fratello di Chiara, oggi indagato, non avrebbe ancora nominato un legale e sarà sentito a breve.



Il caso sul delitto di Garlasco ha ottenuto una svolta importante dopo il coinvolgimento di Andrea Sempio, il cui Dna sarebbe stato trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Ad aver riscontrato la piena compatibilità genetica con il materiale rinvenuto sotto le unghie della vittima è il biologo forense Pasquale Linarello, come evidenzia Libero Quotidiano. “Ho confrontato i dati relativi alla perizia sulle unghie della vittima, che erano stati trascurati, con il profilo genetico che era stato estrapolato da un altro laboratorio. Un’agenzia investigativa milanese voleva infatti che eseguissi una comparazione con un profilo raccolto dal cucchiaino e dalla bottiglietta che un altro laboratorio aveva già analizzato. I due profili del cromosoma Y sono identici”, ha dichiarato l’esperto in una recente intervista a Il Giorno. In molti non hanno affatto preso bene la notizia del risultato ottenuto dal confronto, a partire dalla famiglia di Chiara Poggi per la quale l’unico colpevole del delitto della giovane sarebbe proprio Alberto Stasi, lo stesso che è stato condannato a 16 anni di carcere per il suo omicidio. Contro quanto emerso ci sarebbe anche il generale Garofano, ex comandante del Ris. Di fronte a tali obiezioni, Linarello ha commentato spiegando che quanto emerso dalle sue analisi “Non è un dato conclusivo, ma il punto di partenza di un’attività d’indagine che andrà estesa e assolutamente integrata con altri elementi”.



Non esistono dubbi: nel delitto di Garlasco ad uccidere Chiara Poggi è stato Alberto Stasi e non Andrea Sempio. E’ questa la decisione della famiglia della vittima, che si è espressa in seguito ai dati emersi in queste ultime settimane sul possibile coinvolgimento di Andrea Sempio nel delitto. In seguito all’iscrizione di quest’ultimo sul registro degli indagati, la famiglia Poggi avrebbe depositato alla Procura di Pavia degli atti in cui sottolineano la colpevolezza dell’unico condannato, giudicando infondata “qualsiasi altra ipotesi volta a prospettare delle responsabilità di terzi nell’omicidio”, riporta uno scritto dei legali, ripreso da Rai News. Nel frattempo, gli inquirenti stanno continuando a mettere al vaglio tutti gli spostamenti di Andrea Sempio nelle ore in cui Chiara Poggi è stata uccisa. La circostanza più strana sarebbe spuntata già nel secondo interrogatorio, avvenuto a distanza di oltre un anno dall’omicidio di Garlasco. E’ in quest’occasione che il ragazzo esibisce uno scontrino del parcheggio, conservato per tutto quel tempo e non esibito durante il primo interrogatorio. Il ragazzo è rimasto provato dall’incontro con gli inquirenti, sottolinea il padre Giuseppe a La Repubblica, “ha la febbre da qualche giorno, non sta bene: è a letto”. L’uomo ha inoltre rivelato di non essersi accorto in questi giorni che la sua famiglia fosse controllata dalle autorità. “Lo scontrino del parcheggio che lo testimonia l’ho trovato io sull’auto che avevamo allora”, continua, “una Daewoo che usava anche Andrea, e l’avevamo consegnato ai Carabinieri dopo il secondo interrogatorio, avvenuto pochi giorni dopo il primo. Mio figlio vuole essere sentito da chi di dovere per difendersi”. 



Se l’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi è stata riaperta coinvolgendo Andrea Sempio, gran parte del merito va attribuito a Pasquale Linarello, il genetista che ha trovato il Dna dell’amico del fratello della vittima comparandolo con quello di Chiara. Intervistato da Il Giorno, Linarello ha spiegato:”I due profili del cromosoma Y sono identici, anche se quello ottenuto dal professor De Stefano è parzialmente interpretabile per 14 delle 17 regioni esaminate. In alcune regioni, due o tre non di più, c’è una contaminazione, ossia la presenza di un altro soggetto maschio. I due profili sono però assolutamente identici. Devo precisare che il cromosoma Y non consente di individuare un singolo soggetto, bensì la linea maschile di una famiglia. A questo punto l’avvocato Fabio Giarda e l’avvocato Giada Bocellari mi hanno conferito un incarico formale comunicandomi che un profilo era un risultato ottenuto dal perito De Stefano e l’altro apparteneva a un nuovo soggetto”. Secondo il biologo, questi dati erano stati inizialmente trascurati durante una prima perizia:”Quello che posso dire è che mi sono basato sui profili che il professor De Stefano aveva ritenuto poco significativi. Al di là delle conclusioni della perizia, ho ricevuto i dati grezzi e ho lavorato su quelli. Ho valutato i tracciati elettroforetici relativi ai profili genetici ottenuti dal professor De Stefano dal ‘lavaggio’ delle unghie di Chiara Poggi nella loro interezza, e non come ho sentito dire sotto le unghie. Ho confrontato poi questi tracciati con i profili che facevano parte del materiale in possesso dei difensori e ho tratto le mie conclusioni. In altre parole ho lavorato sui dati di partenza. Il profilo maschile ottenuto dalle unghie di Chiara Poggi è identico al profilo ottenuto dal cucchiaino e dalla bottiglietta. “