Viviamo in un mondo sempre più social, dove tutti hanno Facebook, Twitter o Instagram e dove il web svolge un ruolo molto importante nella costruzione delle opinioni, delle relazioni e nella circolazione delle informazioni. E questo lo sanno bene anche i governi, dato che gli Stati Uniti hanno da poco introdotto una norma per accedere al proprio Paese – per adesso ancora opzionale – che prevede la comunicazione dei proprio account social per poter varcare i confini nazionali. Come tutti sanno, infatti, per andare in America si deve prima compilare il Sistema elettronico di autorizzazione al viaggio (Esta), dove bisogna rispondere a numerose domande (alcune delle quali considerate assurde dalla maggior parte dei viaggiatori) sulla propria vita, le proprie esperienze ed eventuali rapporti con il mondo criminale. Tutta questa attenzione e scrupolosità ovviamente ha un motivo: evitare l’ingresso nel Paese di quelle persone considerate socialmente pericolose e che potrebbero avere qualche legame con le organizzazioni terroristiche che stanno seminando il panico in Europa e in Medio Oriente.
C’è chi grida già allo scandalo per la comunicazione, al momento di compilare l’Esta per entrare negli Stati Uniti, di eventuali account social come Facebook o Instagram. Questi dati – la cui fornitura, è bene ricordarlo, è ancora opzionale e volontaria – potranno essere conservati dal governo degli Stati Uniti per un periodo che va da un minimo di tre anni a – nei casi più gravi e rischiosi – un massimo di 75. “La raccolta dei dati dei social media permetterà di migliorare il processo investigativo in corso fornendo maggiore visibilità alle possibili attività nefaste”, ha dichiarato il Dipartimento di Stato americano per la Sicurezza interna. Lo scopo sarebbe quello di individuare più facilmente individui che praticano attività sospette, come ad esempio la frequentazione di pagine che inneggiano all’estremismo islamico o eventuali simpatie per gruppi criminali o terroristici. Insomma, invasione della privacy e diffusione dei dati privati di semplici cittadini o precauzione necessaria? Per adesso i social network di cui gli Stati Uniti richiedono l’account sono tredici, ma non è escluso che possano diventare di più in futuro se questa nuova misura dovesse dare dei risultati concreti.