E’ trascorso oltre un secolo dal terremoto di Messina del 1908, definito uno degli eventi sismici più distruttivi del secolo scorso. In soli 37 secondi, all’alba del 28 dicembre 1908, il terremoto colpì Messina e Reggio Calabria distruggendo il territorio coinvolto ma soprattutto provocando la morte di metà della popolazione della città siciliana e di un terzo di quella di Reggio. Le vittime furono migliaia, basti pensare che all’epoca dei tragici fatti Messina contava 140 mila abitanti dei quali 80 mila persero la vita in seguito al terribile terremoto. Le stime relative alle vittime furono catastrofiche anche in merito alla popolazione calabrese, della quale si parlò di 40 mila decessi avvenuti a Reggio, per un totale di oltre 120 mila vittime. Non è un caso se il terremoto di Messina del 1908 fu considerato come una delle maggiori catastrofi naturali mai avvenute in Europa per numero di vittime nonché il più grande disastro naturale nel nostro Paese. Focus.it ha ripercorso i tragici eventi che rasero al suolo quasi totalmente la città di Messina, riportando la testimonianza dell’allora direttore dell’Osservatorio geodinamico e astronomico di Messina, Giovambattista Rizzo, il quale rivelò l’ora esatta della prima scossa distruttiva registrata il 28 dicembre 1908 alle ore 5:20’27”. L’intensità del sisma fu pari al 10° grado della Scala Mercalli (su un massimo di 12), il che giustificherebbe la portata distruttiva dell’evento, pari ad una vera e propria Apocalisse.
Attorno al terremoto di Messina del 1908 circolano leggende e testimonianze, quest’ultime restituite grazie alle pagine dei giornali dell’epoca. Secondo la leggenda, a scatenare l’inferno nella cittadina siciliana fu la maledizione lanciata contro Messina da una donna alla quale avevano arrestato il figlio. Correndo per le vie della città dell’Isola, rinnegò quel luogo con le seguenti parole: “Sia male! Deve venire il terremoto che scelga le sue vittime, e che ammazzi voi e tutta Messina”. La mattina successiva alla maledizione, Messina, Reggio Calabria e tutti i territori vicini all’epicentro, compresi lo stretto di Scilla e Cariddi, furono destinati a cambiare per sempre la loro storia. Dopo il terremoto di Messina del 1908 si mise in moto una vera e propria macchina di solidarietà che vide in prima linea l’allora Presidente del Consiglio, Giovanni Giolitti, il quale inviò la prima ondata di soccorsi giunti nel luogo del sisma la mattina del giorno successivo all’evento catastrofico. Pochi giorni dopo giunsero a Messina anche il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena; quest’ultima aiutò in prima persona migliaia di feriti e sopravvissuti. Ma come avvenuto in episodi storicamente più vicini a noi, in occasione del terremoto che rase al suolo il 90% della città siciliana, oltre ai moti di solidarietà si verificarono anche episodi di puro sciacallaggio che portarono all’incremento del mercato nero.