E’ rientrato l’allarme meningite a Napoli, in seguito al decesso dell’uomo 46enne. I sospetti sulla sua morte sono stati chiariti nelle passate ore direttamente dalla Asl Napoli 1 Centro, come rivelato dall’agenzia di stampa Ansa, la quale ha riportato la nota ufficiale appena diffusa. La Asl ha spiegato che dopo i dovuti controlli ed accertamenti presso il medico curante, è stata certificata la morte del paziente “per fibrillazione ventricolare in soggetto già cardiopatico”, dunque quanto accaduto “non può essere collegato a decesso per malattia infettiva da meningococco”. Continuano invece a restare critiche le condizioni della donna peruviana di Chiavari ricoverata presso il reparto rianimazione dell’ospedale di Genova a causa di una meningite da meningococco. I sanitari del San Martino hanno spiegato che la situazione della donna è stabile e che la profilassi nei confronti delle persone venute in contatto con la paziente è stata completata. Al momento, dunque, si resta in attesa dei risultati sugli esami di laboratorio effettuati al fine di poter isolare il ceppo.



Continua l’allarme meningite nel nostro paese. Dopo i vari casi di morti, tra cui un bambino di 22 mesi a Firenze, un nuovo caso sospetto è stato registrato a Napoli. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, un uomo di 46 anni è morto dopo aver avuto la febbre alta e si sospetta che la causa sia appunto la meningite. A riferirlo, specifica l’Ansa, sono oggi alcuni organi di stampa. L’uomo ha avuto la febbre alta nel pomeriggio di ieri: è stato chiamato il personale del 118 per i soccorsi ma era già tardi visto che gli operatori sanitari non hanno potuto fare altro che costatarne la morte. Sono quindi scattate tutte le procedure per accertare l’eventuale presenza del meningococco. Si attende comunque la conferma che si tratti di un altro caso di meningite dagli esami di laboratorio e del’autopsia sul corpo del 46enne. Se fosse confermata la meningite sarebbe il secondo caso dopo il decesso del 18enne avvenuto lo scorso mercoledì 28 dicembre a Castellammare di Stabia.



Sono diversi i casi di meningite in Italia degli ultimi giorni, motivo per cui l’allarme è subito diventato importante. E’ così che si pensa che un intervento previdenziale con un vaccino sia importante. Ha parlato il direttore del Dipartimento delle malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza che come riporta La Nazione ha affermato: “Nessun vaccino protegge con certezza al cento per cento dalla meningite, anche se la protezione si può attestare attorno al novantacinque per cento. C’è da dire che il vaccino contro il meningococco è sicuro e che vaccinandosi si ha una evoluzione migliore della patologia. Favorisce inoltre un rallentamento evidente della circolazione del batterio”. Sicuramente sono delle circostanze su cui bisogna fare molta attenzione per evitare delle complicazioni che sarebbero di certo molto pericolose.



La conferma è arrivata: Sebastiano Petrucci, il 18enne di Agerola morto ieri, è risultato positivo al virus della meningite. La diagnosi è stata confermata dagli esami effettuati dal nosocomio stabiese in collaborazione con l’ospedale Cotugno di Napoli: la positività per “neisseria meningitidis” è stata accertata, come riporta l’Ansa. L’annuncio è arrivato dall’Asl Napoli 3 Sud, a cui fa capo l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove ieri sera il giovane era arrivato in gravi condizioni. Intanto ad Agerola è scoppiata la psicosi da meningite: in agitazione l’intera popolazione, che ha dato assalto alle due farmacie del paese. Le scorte di Ciprofloxacina sono state esaurite nel giro di poche ore in tutta l’area della Costiera Amalfitana e i corrieri, come riportato dal portale IlVescovado.it, stanno facendo gli straordinari per rifornire le farmacie del comprensorio. Venire in possesso del vaccino è ancor più difficile.

Negli ultimi giorni è scattato nuovamente in Italia l’allarme meningite con diverse città che sono state protagoniste di casi comunque isolati. Per questo è intervenuto il direttore dell’Istituto superiore della sanità Walter Ricciardi che ha sottolineato: “Ad oggi non vaccinare i bambini in Toscana è da considerarsi da irresponsabili. Certo è importante farlo per tutto il territorio nazionale, certo però che non farlo in Toscna è proprio sbagliato, continuano infatti ad essere presenti dei focolai. Attualmente è stata vaccinata circa il trentacinque per cento della popolazione toscana, ma bisognerebbe anche aumentare questa statistica“. Numeri che ci fanno capire come sia un momento davvero delicato in questo senso. 

Potrebbe trattarsi di un altro caso di meningite, ma l’eventuale conferma arriverà dall’autopsia della salma di Sebastiano Petrucci, il diciottenne di Agerola che ieri pomeriggio è deceduto per cause sconosciute. L’esame autoptico dovrebbe essere effettuato nella sala del cimitero di Castellamare di Stabia, perché l’obitorio è stato chiuso proprio per il sospetto che possa trattarsi di un caso di meningite. Intanto emergono nuovi dettagli in merito alle condizioni in cui è arrivato il ragazzo al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia: stando a quanto riportato da Il Messaggero, sul corpo del ragazzo c’erano piccole macchie di sangue sulla cute. Le ipotesi sulla morte di Sebastiano Petrucci sono tre: potrebbe trattarsi di «meningite o di una coagulazione travasare disseminata o anche di una forma di intossicazione. I sintomi sono gli stessi». L’eventuale diagnosi di meningite poteva arrivare con il prelievo del liquor, ma il ragazzo è morto prima che l’esame potesse essere effettuato, quindi solo l’autopsia può fare luce sulle cause del decesso.

Un altro caso di meningite da meningococco C e ancora al centro Nord: dopo il bimbo morto a Firenze e dopo il ragazzo scomparso a Napoli (anche se in quel caso manca ancora la conferma ufficiale sulle cause della morte) spunta un altro episodio a Chiavari, in Liguria: una donna di 34 anni peruviana è molto grave dopo essere stata ricoverata la sera di Natale per sospetto attacco di meningite. Secondo quanto riporta l’Asl Liguria tramite l’Ansa, «La donna, che risiede a Chiavari (Genova), si è sentita male la sera di Natale. Dopo essere stata visitata al pronto soccorso dell’ospedale di Lavagna (Genova) è stata trasferita in condizioni già critiche a Genova. Per ridurre i rischi di contagio familiari e persone che frequentano la casa della donna sono stati sottoposti a profilassi antibiotica». In questo momento la donna di 34 anni è ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale San Martino di Genova e nelle prossime ore si sapranno le sue reali condizioni di salute, con la speranza che possa davvero uscire dalla fase critica di queste ore.

Mentre continuano in Italia i casi o presunti tali di meningite di tipo C, arrivano novità importanti sul fronte dei vaccini dalla regione Lombardia, una delle più avanzate storicamente nella individuazione e piano vaccinazioni non solo sul meningococco di tipo C. «Dal 15 febbraio tutti i cittadini lombardi potranno fare, presso le nostre strutture pubbliche, il vaccino contro il meningococco B e C al prezzo in cui lo acquistiamo, che è fra il 30% e il 60% in meno del prezzo sul mercato», sono le parole che arrivano dall’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera dopo l’ultima riunione di Giunta dell’anno 2016 presieduta dal Governatore Roberto Maroni. Non solo però, Gallera ha anche aggiunto all’uscita della Giunta come dal 1 gennaio partirà una campagna vaccinale per tutti i bambini nati nel 2017 anche contro il meningococco B, sottolineando come non vi siano al momento problemi per troppi casi di meningite, «sono assolutamente nella norma».

Lo psicodramma scattato con gli ultimi casi presunti o reali di meningite in Italia non cessa ancora: la morte di un bimbo di 22 mesi a Firenze, il caso della maestra di Roma ieri (ma era meningococco da escherichia coli, un batterio, e non di grado C) e poi ancora il caso di Salerno che abbiamo introdotto questa mattina e un ennesimo caso, questa volta a Crema. La meningite, i rischi della malattia a volte fatale e le vaccinazioni sono ormai tema di cronache quotidiane in questi ultimi mesi del 2016; non va però fatta di tutta un’erba un fascio, non tutti infatti sono reali allarmi per casi di meningite. A Roma e Crema non si tratta di meningococco C: smentito il caso di meningite di un n paziente, un cremasco 43enne, che era stato affidato agli specialisti della neurologia e poi trasferito d’urgenza all’ospedale di Cremona. «Anche i sei operatori venuti a contatto con lui durante la sua permanenza nel padiglione di emergenza erano stati sottoposti a vaccinazione ma gli esami di laboratorio hanno accertato che il caso non sarebbe di natura meningococcica», secondo quanto riporta il quotidiano “La Provincia” di Cremona. Tra Salerno e Napoli invece resta ancora un caso sospetto con nessuna conferma ma neanche smentita da parte die medici dopo la morte sospetta del 18enne ad Agerola; di meningite invece di tipo C è purtroppo il caso del bimbo di 22 mesi a Firenze, morto in ospedale come raccontiamo qui sotto nel dettaglio. 

Dopo Roma e Salerno, spunta un altro caso di meningite, questa volta a Firenze: anche se questo sembra essere del tutto confermato dallo stesso ospedale che ha certificato la morte di un piccolo bambino di 22 mesi proprio per caso di meningococco di tipo C, il più letale. Come riporta poco fa il sito di Repubblica Firenze, ieri sera un bambino di 22 mesi di Porcari, in provincia di Lucca, è morto nella notte all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze a causa di una sepsi, infezione diffusa a tutto l’organismo per via del terribile male della meningite di tipo C. A quanto pare dalle prime ricostruzioni fatte dai medici, il bimbo non era vaccinato a questo ceppo del virus e se realmente fosse così questo riaprirebbe di colpo l’intera polemica sui vaccini e le forti diatribe sul percorso di vaccinazioni fortemente voluto dall’Asl e dalla Regione Toscana, più volte colpita in questo 2016 da casi o presunti tali di meningite. «Con il caso del bambino di Porcari salgono a 60 le diagnosi di malattia da meningococco C in Toscana. Se ne sono verificati 31 l’anno scorso e 29 quest’anno. I morti sono stati rispettivamente 6 e 7», riportano i colleghi di Repubblica.

L’allarme meningite si sposta in Campania dopo il caso della maestra morta a Roma. Un ragazzo originario di Agerola è morto all’ospedale Ruggi nel pomeriggio di ieri: arrivato con la febbre alta dopo aver fatto tappa al pronto soccorso, il diciottenne è arrivato a Salerno in condizioni gravissime. Si sospetta sia meningite quella che ha provocato la sua morte. Non è valso a nulla l’intervento dei medici che hanno provato a salvarlo: arrivato con la febbre alta, è morto poche ore dopo. Per i medici dell’Azienda ospedaliera universitaria alcuni sintomi del virus sono stati riscontrati sul corpo del 18enne, in primis la febbre molto alta. Considerando l’elevato rischio, sono stati subito adottati i relativi provvedimenti: dopo la morte del 18enne la struttura sanitaria ha predisposto, come riportato da La Città di Salerno, la chiusura temporanea del pronto soccorso per avviare le procedure di profilassi tra il personale medico e infermieristico, oltre che tra gli ospiti dei reparti.

Per Paola Stefanelli non c’è motivo di allarme dopo la morte della maestra di Roma per meningite da Escherichia Coli: la responsabile sorveglianza nazionale malattie invasive batteriche del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sostiene che questi casi siano rarissimi e che quelli letali siano ancora più rari. Inoltre, non si trasmettono attraverso saliva. I diversi ceppi di Escherichia Coli, batteri già presenti nell’intestino umano e animale, sono sempre innocui, ma per limitarne la diffusione è importante lavarsi spesso le mani. I problemi più frequenti provocati da questo batterio sono di tipo gastrointestinale, come diarrea e vomito. Quando diventa pericoloso? «Se il batterio va a finire nel sangue o nel liquor può dare quadri importanti come meningite oppure sepsi» ha dichiarato Stefanelli all’Ansa. Non esiste vaccino perché la rarità dei casi non giustifica un intervento sanitario del genere.

Dopo il caso di meningite che ha stroncato una maestra di matematica di una scuola elementare di Roma è scoppiato nuovamente l’allarme per un possibile contagio. Una delle regioni più colpite da casi di questo tipo negli ultimi anni è certamente la Toscana, che non a caso sta perseguendo una politica importante volta a promuovere le vaccinazioni. Il bilancio degli ultimi 2 anni in Toscana parla di 59 casi di meningite C, di cui 31 nel 2015 e 28 nel 2016. Come riferisce l’Ansa, di questi 59 casi, 12 hanno avuto esito infausto, con la morte del paziente, equamente divisi per 6 nel 2015 e 6 nel 2016. La presenza del virus è stata riscontrata in larga maggioranza nella fascia d’età che va dai 20 ai 29 anni, seguita a ruota da quella compresa da 0 a 19 anni. In ogni caso l’età media delle persone che non sono sopravvissute alla meningite di tipo C è di 52 anni.

L’allarme meningite nella Capitale sembra essere rientrato dopo che per alcune ore si era temuto che il ceppo che ha portato alla morte della maestra elementare di matematica dell’Istituto Cesare Battisti, deceduta il giorno di Santo Stefano, fosse contagioso. A dare conferma della maggiore tranquillità respirata alla Garbatella è la stessa preside della scuola, Marina Campitelli, che a Il Fatto Quotidiano assicura:”L’allarme sembra rientrato. Il ceppo della meningite è stato definito non contagioso e siamo più tranquilli. Per le indicazioni che ci danno – non siamo medici – le famiglie direi che possono stare più tranquille. Abbiamo agito come ci è stato chiesto e come era giusto fare”. Il tipo di meningite che ha ucciso la maestra di matematica è quella da escherichia coli, un batterio che risiede nel nostro intestino e che in casi molto rari (come quello dell’insegnante, ndr) provoca infezioni acute, come la meningite.