È di poco tempo fa la notizia che per adesso il commercio ambulante è stato escluso – per mezzo del Milleproroghe – dall’applicazione della direttiva europea Bolkestein: mentre per tutti il rinnovo delle concessioni avverrà nel luglio 2017, per il commercio ambulante il termine ultimo è stato prorogato di tre anni, ed è slittato al 2020. La direttiva europea, che prevede la rimessa a bando entro il 2017 delle concessioni per le attività commerciali su suolo pubblico rilasciate negli anni dagli enti locali, era stata molto contestata nei mesi passati soprattutto dai commercianti ambulanti, molti dei quali hanno la loro licenza da anni. Numerose manifestazioni sono state fatte negli ultimi mesi che dichiaravano il proprio “no” alla direttiva europea: proteste che sono state appoggiate soprattutto dal Movimento 5 Stelle, che plaude alla decisione del Governo di escludere (almeno per adesso) il commercio ambulante dall’applicazione della direttiva Bolkestein.



Chi più si è dimostrato contrario all’applicazione della direttiva europea Bolkestein nei confronti del commercio ambulante è stato soprattutto il Movimento 5 Stelle, che adesso plaude alla decisione contenuta nel Milleproroghe. “Finalmente, dopo anni di dura lotta e di pressioni nei confronti prima di Letta, poi di Renzi e quindi di Gentiloni, il M5S ha ottenuto una grande vittoria: l’applicazione della direttiva Bolkestein nei confronti degli operatori del commercio ambulante è rimandata al 2020. Chiaramente la situazione non è definita ma solo sospesa: il M5S è felice di celebrare questo importante risultato ma continua a schierarsi in prima linea per cancellare del tutto l’estensione della direttiva nei confronti di questa categoria entro il 2020. Ed è quello che faremo quando saremo al governo”, ha riferito Ivan Della Valle, deputato del M5S. Di diverso avviso Maurizio Innocenti – presidente dell’associazione Confesercenti del commercio su aree pubbliche – che, pur contestanto la direttiva Bolkestein, pone l’accento sul caos che ci sarà adesso nei vari Comuni, che si erano già adoperati per rinnovare le concessioni entro il termine inizialmente previsto: “Cambiare in corsa le regole del gioco, ad appena sette mesi dalla scadenza inizialmente prevista, non farà altro che creare ulteriore confusione e incertezza”.

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