Grazie alle intercettazioni che emergono ora dopo ora, sta emergendo un quadro sempre più inquietante in merito al caso di Saronno che vede in arresto per una serie di presunti omicidi i due amanti diabolici, Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga. Nel mirino degli inquirenti sarebbero finite altre intercettazioni che confermerebbero ulteriori morti sospette nell’ambito familiare di Laura Taroni. In una conversazione tra i due amanti, l’infermiera avrebbe parlato di una dose di un farmaco da dare alla sorella del suocero: “Una e per sempre”. Sarebbero tre le conversazioni intercettate dagli inquirenti e dalle quali emergerebbero le volontà omicide di Taroni e Cazzaniga. Lo scorso giugno i due parlano dell’anziana sorella della nonna paterna della Taroni. “Eh scusa, deve finirla eh di rompere la… le riempio la boccetta del talofen di Entumin”, avrebbe detto l’infermiera a Cazzaniga prima di spostare l’attenzione su un’altra possibile vittima, il nonno dell’infermiera. “Lo faccio interdire il giorno dopo! (…) No nel senso il nonno lo rendo innocuo il giorno dopo”, sarebbero state le sue parole, come riporta Fanpage.it. Al centro delle conversazioni shock tra Taroni e Cazzaniga, nel maggio del passato anno, ci sarebbe stata anche la sorella del suocero dell’infermiera. I due amanti commentavano le dosi e le modalità di somministrazione di un farmaco che sarebbe risultato fatale.
Ancora riflettori accesi sul caso di Saronno e che vede in carcere Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, i due amanti diabolici dietro i quali potrebbero esserci spietate morti sia dentro che fuori l’ospedale nel quale lavoravano, rispettivamente nel ruolo di infermiera e anestesista. Secondo quanto riportato da RaiNews.it, nei prossimi giorni è attesa la decisione del gip in merito alla richiesta avanzata dalla difesa di Cazzaniga sui domiciliari per il proprio assistito. Il lavoro degli inquirenti, tuttavia, non si ferma ma anzi continua a concentrarsi sulle possibili morti sospette in corsia attraverso uno scrupoloso esame delle cartelle cliniche sotto sequestro. Attenzione anche alle morti sospette interne alla famiglia di Laura Taroni, nello specifico in merito ai decessi della madre e del suocero. Proseguiranno anche gli interrogatori agli altri tredici indagati accusati, a vario titolo, di omessa denuncia, falso ideologico e favoreggiamento. Inoltre, gli inquirenti avrebbero smentito le ultime indiscrezioni su Leonardo Cazzaniga, relativamente ad una sua presunta dipendenza dalla cocaina. Non ci sarebbero infatti prove tali da aver portato gli investigatori a contestare al medico sessantenne la posizione di assuntore.
Con il passare delle ore aumentano i dettagli shock in merito al caso di Saronno, che vede in arresto l’infermiera Laura Taroni e il medico anestesista, nonché suo amante, Leonardo Cazzaniga. Cosa si cela realmente dietro il giallo delle morti in corsia? Ed ancora, cosa ha portato alle misteriose morti in famiglia? Il diabolico piano messo in atto da Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga consistente nell’attuazione del così detto “protocollo Cazzaniga” veniva applicato sia dentro che fuori l’ospedale di Saronno. E così, poco alla volta, emerge non solo la personalità dell’anestesista arrestato per le morti sospette in corsia e sulle quali indaga la Procura di Busto Arsizio, ma anche le confidenze della sua amante, intenzionata ad eliminare uno dopo l’altro anche i membri della sua famiglia, considerati degli ostacoli alla sua relazione con Leonardo Cazzaniga. A rivelare le novità inquietanti sul caso che da diversi giorni è salito agli onori della cronaca, è TgCom24, che mette in luce alcuni aspetti privati di Cazzaniga, a partire dai suoi vizi e dalle sue “passioni”. Dalle indagini sul caso di Saronno sarebbe emerso l’interesse del medico arrestato per le spade antiche, soprattutto giapponesi. Solo una delle tante passioni che lo univa all’amante Laura Taroni, con la quale condivideva anche l’uso di cocaina. Il consumo abitudinario di droga sarebbe stato confermato anche dal dirigente ospedaliero Roberto Cosentina in una conversazione avuta con il direttore sanitario Paolo Valentini. La sua dipendenza sarebbe iniziata proprio nel 2013, anno di inizio delle morti sospette in corsia. Nuove indiscrezioni clamorose sarebbero emerse anche per quanto riguarda il desiderio omicida di Laura Taroni. L’infermiera, alla cugina Filomena Pistidda aveva confessato di essere stata lei la responsabile della morte della madre, Maria Rita Clerici, avvenuta il 4 gennaio 2014. “Andava punita, ci ho pensato io”, avrebbe confessato l’infermiera killer. Ma quale era la motivazione per la quale la madre meritava, a suo dire, di essere uccisa? La Taroni non sopportava le continue intrusioni della donna nella sua vita al punto da aver pianificato insieme all’amante Leonardo Cazzaniga la sua morte. Già nei giorni precedenti al decesso aveva informato i parenti del peggioramento delle condizioni di salute della madre, sebbene nessuno se ne fosse mai accorto. Dopo l’applicazione del “protocollo” consistente nella somministrazione di un mix letale di farmaci, la donna entrò in coma. La chiamata al 118 da parte della figlia assassina avvenne con estrema calma, quando ormai la madre era in arresto cardiocircolatorio. Nelle prossime ore potrebbero emergere ulteriori dettagli che andrebbero così a compromettere ulteriormente la posizione dei due amanti diabolici.