Corsa al vaccino dopo i casi mortali avvenuti a Milano. Gli italiani sembrano volersi vaccinare contro l’infezione che in alcuni casi può portare alla morte. Ma dal 2017 le regole per la vaccinazione cambieranno. Secondo quanto riportato da Wired, il nuovo calendario delle vaccinazioni includerà in quelle del primo anno di vita del bambino anche il meningococco B. I neonati saranno quindi vaccinati gratuitamente in ogni regione contro la meningite: a differenza di quanto accade attualmente, il vaccino sarà distribuito in tutta Italia al di là dalle singole leggi regionali che regolamentano le vaccinazioni. Per i nati dal 2015 in poi invece alcune regioni prevedono già una vaccinazione gratuita contro il meningococco B. Si tratta di Toscana, Liguria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Friuli Venezia Giulia dove vengono somministrate due dosi del vaccino contro la meningite ai bambini tra i tre e i cinque mesi di vita.
Parte il piano vaccini anti meningite a Milano. Dopo la morte delle due studentesse dell’università Statale, Alessandra Covezzi e Flavia Roncalli – entrambe aveva frequentato lo stesso laboratorio di chimica – sarà avviato un protocollo di vaccinazioni per studenti e professori che sono entrati in contatto stretto con le ragazze. Venerdì prossimo, 9 dicembre, come riportato dal Corriere della Sera, saranno chiamati per il vaccino contro la meningite i primi 60 tra ragazzi e docenti. Si tratta di un piano di vaccinazioni straordinario che coinvolge in particolare i laboratori di Chimica tra via Golgi e via Venezian dell’Università Statale di Milano. Entro Natale saranno vaccinati in tutto 140 tra studenti e docenti: dopo i primi 60, il vaccino contro la meningite sarà somministrato ad altri 80. In ogni caso è già stata avviata la profilassi antibiotica. Alessandra Covezzi e Flavia Roncalli avevano entrambe 24 anni: la prima è morta a fine luglio mentre la seconda martedì scorso. L’ipotesi è che possa essrci un portatore sano della meningite.
Dalla Lombardia alla Calabria. Aumentano le richieste di vaccino contro la meningite dopo la morte di due ragazze a Milano, Flavia Roncalli e Alessandra Covezzi, due studentesse che frequentavano il laboratorio di chimica dell’università Statale e che sono morte a quattro mesi di distanza l’una dall’altra, a luglio e novembre. Non solo in Lombardia i cittadini stanno chiedendo di potersi vaccinare contro l’infezione che può essere mortale. La meningite, come riporta il Corriere della Sera, sta infatti facendo mobilitare anche i cittadini di Reggio Calabria dove è stato registrato un aumento delle richieste di vaccinazione pari al 25%. E a Roma, in uno dei servizi di prevenzione della città, è stata registrata un’affluenza superiore del 40% rispetto allo scorso anno. Come racconta Roberto Ieraci, responsabile del centro al quartiere Prati, ci sono “genitori che portano i figli e si fanno vaccinare tutti insieme. Speriamo che il fenomeno non si spenga con il ritorno alla normalità. Sono venuti giovani che non avevano mai fatto una dose di niente”.
Dopo i due casi di studentesse morte per meningite a Milano è boom di richieste per il vaccino. L’aumento della domanda, come riporta il Corriere della Sera “oscilla tra 10 e 80%”. Si tratta di una stima preliminare, svolta a campione in alcune Regioni. Per quanto riguarda la Lombardia sono migliaia le telefonate che i cittadini hanno fatto alle aziende sanitarie milanesi: “Siamo al doppio delle richieste — afferma Maria Gramegna, direttore prevenzione della Regione Lombardia —. Stiamo decidendo le modalità di offerta”. In ogni caso la precedenza agli appuntamenti per il vaccino contro la meningite viene data alla fascia d’età 0-18 anni. Le richieste di vaccino arrivano dopo non solo le morti avvenute a Milano ma anche quelle che si sono state in Toscana. La meningite è un’infezione che colpisce raramente ma può avere conseguenze mortali: il meningococco C e B sono due germi che si annidano in modo benigno nella gola di portatori sani e possono contagiare chi ha con loro contatti ravvicinati.
Sono tanti i cittadini in cerca di consigli su come comportarsi con la sospetta epidemia di meningite C che sembra aver colpito Milano e provincia. L’epidemiologo e medico emerito del Cotugno di Napoli, Giulio Tarro, ha sottolineato come la vaccinazione vada fatta in ogni caso, specie per il tipo C. Per il ceppo di tipo B invece, il farmaco non è consigliabile a chi ha meno di nove anni, per via delle risposte neurologiche. Il medico ha inoltre ribadito che si tratta di una vaccinazione “tranquilla” per i bambini, una delle fasce più a rischio in caso di meningite. In ogni caso entrano in vigore in primo piano le cosiddette regole del buon senso, ovvero spalancare spesso i balconi e le finestre, lavarsi le mani ed in caso di sospetti “avviare la profilassi antibiotica e tenere sotto sorveglianza gli altri studenti per una settimana”. Maria Triassi ha aggiunto inoltre, in un’intervista al Mattino, che presto in Campania il vaccino anti meningite verrà introdotto nel calendario, previsto in forma gratuita per le categorie a rischio.
L’interesse pubblico ed il conseguente allarme, scoppiato in seguito alla morte delle due studentesse di Milano, sta portando gli italiani a porsi diverse domande. Confermata la vaccinazione dei 140 studenti che in vari modi sono entrati in contatto con le due ragazze morte a luglio e novembre. Molti cittadini hanno manifestato la preoccupazione sul fattore prevenzione e si chiedono se possa essere utile per diminuire le possibilità di contrarre il meningicocco di tipo C. Il Direttore del Dipartimento di Igiene del Policlinico Federico II, Maria Triassi, ha sottolineato in un’intervista di essersi sottoposta in prima persona alla vaccinazione, perché in quanto medico più esposta al contagio. “Non consiglierei a tutti la profilassi, in particolare serve a chi frequenta luoghi affollati non areati e ha fino ai 22 anni d’età”, ha sottolineato al Mattino, soprattutto perché i portatori sani sono molti di più rispetto al passato. Le modalità inoltre con cui adolescenti e ragazzi entrano in contatto oggi aumenta il rischio.
-Dopo le morti per meningite a Milano delle due studentesse Flavia Roncalli e Alessandra Covezzi il rischio di una psicosi, soprattutto nell’università statale frequentata dalle due sfortunate vittime, è elevato. Come riportato da Il Giornale, però, il virologo Fabrizio Pregliasco non ha dubbi sul fatto che tra i due casi non vi sia alcuna correlazione:”Le morti delle due studentesse sono vicinissime ma non sono correlati. Se il contagio fosse diretto, sarebbero passati appena 21 giorni tra uno e l’altro, giusto il tempo di incubazione. Nel caso delle due studentesse, invece, sono passati oltre 4 mesi”. Quel che deve far riflettere, invece, è il fatto che in Italia vi sono circa 6 milioni di portatori sani del virus del meningococco, uno dei batteri che causano la meningite. A questo proposito l’esperto chiarisce che una maggiore concentrazione di portatori sani è stata riscontrata negli ultimi anni in Toscana, dove “i portatori sono arrivati al 40% e proprio i casi recenti di meningite registrati in questa regione hanno sollevato l’attenzione su una malattia mortale che si può prevenire con la vaccinazione”.
-Il secondo caso di meningite a Milano ha portato alla morte della giovane Flavia Roncalli, la studentessa che al pari dell’altra vittima scomparsa nel mese di luglio, Alessandra Covezzi, frequentava il laboratorio di chimica dell’università Statale meneghina. In queste ore l’apprensione cresce però non soltanto tra chi frequenta l’ateneo lombardo, bensì in tutta Italia: quali sono i soggetti più a rischio contagio? Come riportato dal Ministero della Salute, le fasce che rischiano di contrarre meningococco, pneumococco ed emofilo sono soprattutto i bambini piccoli e i giovani under 25 poiché maggiori sono le situazioni di socializzazione in grado di favorire il contagio. Come riportato dalla sezione Salute & Benessere dell’Ansa, il 10% delle persone che contraggono la meningite ha muore nel giro di poche ore, il 30% riporta gravi conseguenze mentre il 50/60% guarisce completamente.
Non si placa il dolore della famiglia di Flavia Roncalli per la sua scomparsa. Uccisa martedì da una meningite fulminante, la studentessa 24enne dell’università Statale di Milano è stata vittima della stessa malattia che quattro mesi prima si è portata via Alessandra Covezzi, un’altra studentessa dello stesso dipartimento. Il migliore amico di Flavia, però, non ha paura, ma tanto dolore. Parlare, però, lo aiuta a superarlo: “Flavia era un campo magnetico, averla accanto dava forza”. Un’altra compagna di corso, invece, la prendeva in giro perché faceva tantissime cose: “Le riuscivano tutte benissimo, la chiamavo superdonna”. E, infatti, mentre pianificava il futuro, Flavia lavorava alla sala concerti jazz Blue Note e si dedicava ad aerobica e scrittura: “Ogni suo gesto era fatto di eleganza, passione e amore. Se le esponevi un problema, trovava sempre la soluzione. Se mi chiedono cosa voglio diventare da grande, risponderò che voglio essere Flavia”.
Dopo la morte per meningite di due studentesse dell’università Statale di Milano è stata decisa la vaccinazione preventiva per 140 persone tra studenti e professori che sono entrati in contatto con le due ragazze. Il rettore Gianluca Vago è intervenuto per rassicurare i suoi studenti e le loro famiglie: “Evitiamo che si diffonda del panico ingiustificato”, ha dichiarato a La Repubblica, assicurando che le attività proseguiranno come prima. Resta la preoccupazione per il periodo di incubazione del virtus della meningite, ma Vago spiega: “La copertura della profilassi è stata fatta correttamente e anche la misura del vaccino è molto precauzionale”. Alcuni segnali di preoccupazione sono giudicati privi di fondamento dal rettore della Statale, il quale ha spiegato che la copertura vaccinale va riservata solo a chi ha avuto contatti diretti con Flavia Roncalli, l’ultima vittima della meningite. Vago ha poi spiegato la scelta di intitolare una borsa di studio alle due ragazze: “Vuole essere un modo per restituire l’idea di una comunità bella, unita. Ovviamente è niente di fronte al dramma vissuto dalla famiglia in questi giorni”.
Si indaga sulla morte delle due studentesse colpite da meningite a Milano. Le analisi sono svolte dall’Istituto Superiore di Sanità: dopo aver stabilito che le ragazze sono state entrambe uccise dal meningococco di tipo C, quello che ora resta da capire è se i due batteri coinvolti a luglio e a novembre sono “gemelli” e quindi identici o diversi. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, come riporta Rainews, spiega che “una volta che avremo in mano questo risultato si potrà capire se sia stata una sola persona, un portatore sano, che abbia contagiato le due giovani”. Il trattamento contro la meningite, sottolinea sul sito il Ministero della Salute, essere tempestivo. La meningite batterica viene trattata con antibiotici e la cura è più efficace se il ceppo responsabile dell’infezione viene caratterizzato e identificato. Importante identificare l’agente che causa la meningite, sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire la necessità della profilassi dei contatti.
Dopo i casi di meningite a Milano saranno effettuate vaccinazioni gratuite degli studenti dell’Università Statale. Le due studentesse della facoltà di Chimica, Alessandra Covezzi e Flavia Roncalli, sono state infatti uccise dal meningococco di tipo C. E ora, come riporta Rainews, 140 studenti saranno vaccinati gratuitamente contro la meningite: la vaccinazione per i primi 60 ragazzi avverrà il prossimo 9 dicembre. Si tratta di un piano di vaccinazioni stabilito in via precauzionale, considerando che tra le due ragazze colpite dalla meningite e i 140 studenti ci possa essere stato “un contatto prolungato e ravvicinato”. In ogni caso sono già state sottoposte a profilassi antibiotica tutte le persone, compresi i compagni di università, che hanno frequentato le due studentesse. E si cerca di capire – come ha spiegato Giorgio Ciconali, il responsabile dell’Igiene Pubblica della Ats Metropolitana, commentando i primi esiti della analisi svolte dall’Istituto Superiore di Sanità – se le due ragazze morte siano state contagiate da un’unica persona, un portatore sano.
La meningite è un’infiammazione delle membrane (meningi) che avvolgono cervello e midollo spinale; può avere complicanze molto gravi. Come spiegato sul sito del Ministero della Salute, le cause della sono principalmente infettive anche se esistono forme non infettive (es. da farmaci, da neoplasia). La forma di natura infettiva della meningite può essere virale, batterica o fungina. Gli agenti batterici sono diversi e il più temuto è Neisseria meningitidis (meningococco), di cui esistono diversi sierogruppi: quelli che causano malattia nell’uomo sono A, B, C, Y, W135 e meno frequentemente X. In Italia e in Europa i sierogruppi B e C sono i più frequenti. il periodo di incubazione varia a seconda del microorganismo. Nel caso di meningite virale, esso va dai 3 ai 6 giorni, per la forma batterica dai 2 ai 10 giorni. La malattia è contagiosa solo durante la fase acuta dei sintomi e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio: si trasmette per via respiratoria, attraverso le gocce di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. Affinché il contagio da meningite avvenga è però necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati.