Il caso di Roberta Ragusa, anche con l’inizio del processo a carico di Antonio Logli, continua a restare un vero e proprio mistero. Che fine ha fatto la donna? Sul giallo si è espresso anche l’avvocato di parte civile, Nicodemo Gentile, intervistato dal portale L’Osservatore d’Italia. Il legale dell’Associazione Penelope ha spiegato quali sono le numerose prove contro Antonio Logli, unico imputato: “L’esperimento che va a fare nel verificare se all’interno di un veicolo, in una certa condizione di luce in Via Gigli era possibile porgere la presenza di un soggetto e da un lato il movente che secondo noi è molto forte e secondo noi lui era in una strettoia emotiva, da un lato la moglie lo pedinava perché aveva capito che aveva un’amante, dall’altro lato c’era la sua amante che invece voleva ripararsi dalla moglie e quindi tra due fuochi, in questa strettoia emotiva è esploso il raptus in cui Roberta quasi sicuramente ha scoperto che l’amante era Sara Calzolaio”, spiega l’avvocato. Logli, dunque, a sua detta avrebbe agito nell’ambito di una situazione complicata dalla quale probabilmente lo stesso marito di Roberta Ragusa non avrebbe potuto venirne a capo se non mettendo fine al “problema”. Gentile si è anche espresso sulle piste alternative relative al caso Ragusa e che vedrebbero la donna collocata in varie parti d’Italia e non solo. “Queste ipotesi alternative sono estremamente labili ed estremamente fumose prive di qualsiasi riscontro nel carteggio processuale”, ha commentato l’avvocato.
Ha trovato chiarimento l’ipotesi che Roberta Ragusa possa essere ancora viva, avanzata nel corso della passata puntata di Quarto Grado, a poche ore dalla fine della prima udienza a carico di Antonio Logli. Prima della spiegazione da parte della difesa dell’imputato e marito della donna misteriosamente scomparsa, a dire la sua su Facebook era stato anche il giornalista e ospite del programma di Rete 4, Carmelo Abbate. “Roberta Ragusa è viva? Comprendo le vostre critiche, la vostra delusione e la vostra rabbia nell’ascoltare le mie parole su Roberta Ragusa”, aveva esordito il giornalista sulla sua pagina, all’indomani della messa in onda della trasmissione Mediaset. “Anche io, come voi, non credo che Roberta sia viva, e anche io, come molti di voi, ritengo probabile che possa essere stato il marito a ucciderla. Ma un processo, per fortuna mia e vostra, è cosa diversa, almeno dovrebbe essere cosa diversa”, ha aggiunto, prima di spiegare il suo reale punto di vista sulla vicenda. A sua detta, le prove raccolte dalla procura contro Antonio Logli non sarebbero “così gravi, precise e concordanti oltre ogni ragionevole dubbio”. “Motivo per cui dico che Logli va assolto, pur pensando che possa aver ucciso la moglie”, ha proseguito Carmelo Abbate, evidenziando come, anche in presenza di un piccolissimo dubbio, il giudice è chiamato ad assolvere. Il post dedicato al caso di Roberta Ragusa è stato chiuso con un pensiero alle prove: “Al processo contano soltanto quelle, non le nostre sensazioni”. Non tutti gli utenti Facebook però, si sono detti d’accordo con le dichiarazioni del giornalista. Clicca qui per leggere lo stato completo e i commenti.
Ha fatto molto discutere, in questi ultimi giorni, la dichiarazione della difesa di Antonio Logli, filtrata dall’udienza dello scorso 2 dicembre e relativa alla possibilità che Roberta Ragusa possa essere ancora viva e in Sicilia. Dopo la diffusione della notizia, gli stessi avvocati Roberto Cavani e Saverio Sergiampietri, hanno voluto chiarire la vicenda con una nota ufficiale riportata dal quotidiano Il Tirreno: “Non abbiamo mai detto in udienza, come opinione personale, che Roberta Ragusa si trovi in Sicilia. Abbiamo solo indicato al giudice un elemento già agli atti e che riguarda le dichiarazioni della zia di Roberta, Adriana Alpini”. Quanto sarebbe emerso, dunque, non sarebbe frutto della mente della difesa di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa e a processo per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Questo aspetto che dopo la prima udienza inevitabilmente ha fatto molto scalpore, in realtà era già emerso nei primi giorni dell’inchiesta ed era stato avanzato dalla zia della vittima, poco prima di morire. Quanto diffuso dalla trasmissione tv Quarto Grado, dunque, non rappresenta la ricostruzione degli avvocati di Logli, quanto piuttosto un preciso richiamo a dichiarazioni già presenti nel fascicolo delle indagini preliminari. Inoltre, essendo a porte chiuse, l’udienza non è stata seguita direttamente dai giornalisti i quali sono stati informati “dalle altre parti del processo, con ogni probabilità le parti civili costituite che non possono certo ritenersi fonti imparziali”, come evidenziato dalla difesa di Logli.
Lo scorso venerdì, 2 dicembre, ha preso il via la prima udienza del processo con rito abbreviato a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa e suo presunto assassino. Secondo l’accusa, infatti, sarebbe stato l’uomo ad uccidere la donna, misteriosamente scomparsa dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme la notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012, per poi distruggerne il cadavere. Il pm di Pisa Alessandro Crini ed il sostituto procuratore Aldo Mantovani rappresentanti dell’accusa, al termine della loro requisitoria hanno chiesto al giudice 30 anni di carcere a carico del presunto assassino di Roberta Ragusa. In caso di condanna, tuttavia, il massimo della pena a carico di Antonio Logli sarebbe pari a 20 anni di reclusione per via della scelta del rito abbreviato che prevede la riduzione di un terzo della pena. L’attenzione maggiore, tuttavia, è stata riservata alle arringhe degli avvocati della difesa, i quali hanno ovviamente avanzato la richiesta di piena assoluzione per il loro assistito per “assoluta mancanza di prove”. A riportare le ultime novità sul caso di Roberta Ragusa, è stata la trasmissione di Rete 4, Quarto Grado, che a poche ore dal termine della prima udienza e che ha anticipato la sentenza prevista per il prossimo 21 dicembre, ha reso nota l’inverosimile versione avanzata in aula dalla difesa di Antonio Logli. Secondo l’avvocato Cavani, Roberta Ragusa avrebbe da tempo organizzato la sua fuga, al punto da aver messo da parte il denaro necessario, raccolto in dei sacchi di plastica neri, per poi andare via alla volta della Sicilia, terra a lei cara. “Roberta Ragusa è viva ed ha bisogno di aiuto, non è stata uccisa”. Sarebbe stata questa la conclusione shock pronunciata durante l’arringa della difesa durata ben 4 ore. Ad intervenire in merito alla clamorosa versione dei fatti fornita dall’avvocato dell’imputato è stato l’avvocato di parte civile Nicodemo Gentile, intervenuto in collegamento con la trasmissione di Rete 4, secondo il quale “Roberta non avrebbe mai, mai, mai abbandonato i suoi figli”. La tesi dell’allontanamento volontario della Ragusa, presa in esame nei primissimi giorni dopo la sua scomparsa, è sempre stata bocciata con forza dalla famiglia della donna.