Gabriella Fabbiano, la 43enne trovata morta avvolta nel cellophane a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, potrebbe essere stata uccisa da un uomo che conosceva bene, probabilmente da uno degli ultimi che aveva frequentato. È una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti che indagano sul ritrovamento della donna, la cui vicenda è tema di discussione anche nella puntata odierna del programma di Barbara D’Urso Pomeriggio 5. A far propendere per la possibilità per cui la povera Gabriella Fabbiano sia stata uccisa da una persona che la conosceva bene, il fatto che la donna sia stata ritrovata con indosso un pigiama: segnale che la vittima potrebbe avere aperto il portone di casa al proprio assassino ritenendolo almeno un confidente. Sul corpo di Gabriella Fabbiano, rinvenuto all’interno di una cava abbandonata e sepolto sotto 3 blocchi di cemento, sono stati localizzati segni di violenza probabilmente correlabili all’uccisione. Gabriella Fabbiano, un matrimonio fallito alle spalle, era madre di due figli ma nessuno in paese aveva denunciato la sua scomparsa.

Ci sono novità importanti sul caso relativo al delitto di Gianna del Gaudio per il quale l’unico indagato è Antonio Tizzani, marito della vittima: lo ha anticipato Barbara d’Urso che presto presenterà una nuova puntata di Pomeriggio 5. La trasmissione di Canale 5 torna, dunque, ad occuparsi dell’omicidio di Seriate avvenuto lo scorso 27 agosto, quando l’insegnante in pensione è stata sgozzata. Il mirino degli inquirenti è finito su Antonio Tizzani, il quale ora rischia grosso perché il suo Dna è stato rinvenuto sull’arma del delitto, cioè sulla lama del taglierino. Ora si stanno cercando nuove tracce sugli altri reperti rinvenuti tra i cespugli di una siepe. Antonio Tizzani, però, continua a professarsi innocente e ribadirà la sua estraneità anche ai microfoni di Pomeriggio 5: parlerà, infatti, ai microfoni di Barbara d’Urso per un’intervista che si preannuncia molto interessante. La presenza del suo Dna sull’arma con cui è stata uccisa la moglie Gianna del Gaudio potrebbe essere frutto di contaminazione.

Il delitto di Gianna Del Gaudio, la professoressa uccisa la notte tra il 26 e il 27 agosto nella sua casa di Seriate, resta ancora un mistero irrisolto. Per cercare di capire qualcosa di più su questa vicenda, dopo che tracce di Dna del marito Antonio Tizzani sarebbero state rinvenute sulla parte meno esposta del taglierino indicato come l’arma che ha posto fine alla vita di Gianna, bisognerà attendere che vengano completate ulteriori esami da parte dei Ris di Para. A chi appartiene il Dna riscontrato sul paio di guanti bianchi in lattice? E ci sono delle impronte sulla busta di plastica che conteneva questi e il taglierino? Come spiegato sulla versione online de Il Corriere della Sera, nel caso in cui il Dna rintracciato sui guanti non corrispondesse a quello del Tizzani prenderebbe vigore la versione dei fatti del ferroviere in pensione che ha sempre sostenuto di aver visto un uomo incappucciato in casa proprio nei pressi del corpo della moglie ormai morente.

Assomiglia sempre di più ad un rebus inestricabile la vicenda di Gianna Del Gaudio, la professoressa in pensione sgozzata nella sua villetta di Seriate la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016. Adesso, però, la chiave di lettura per provare a risolvere l’enigma sembra essere stata finalmente individuata: si tratta del Dna. In assenza di testimoni che possano confermare o smentire la versione fornita dal marito Antonio Tizzani, secondo cui ad uccidere la moglie sarebbe stato un uomo incapuucciato, è proprio l’eventuale presenza di tracce genetiche a fare la differenza su un’indagine che fino ad oggi è sembrata essere di fronte ad un vicolo cieco. La novità più importante delle ultime ore, come riportato dalla versione online de Il Corriere della Sera, è che il profilo genetico del Tizzani sarebbe stato ritrovato sulla parte interna della lama componente il cutter indicato come arma del delitto. E dire che recentemente l’ex ferroviere in pensione aveva rotto il silenzio con la stampa confidando ai giornalisti di non aver “mai visto né utilizzato quel taglierino”. Il fatto che tracce del suo Dna siano state ritrovate sulla parte di lama coperta dalla plastica del cutter, potrebbe poi significare che il Tizzani ha utilizzato il taglierino prima che Gianna Del Gaudio fosse uccisa, e che chi ha impugnato l’arma indossava presumibilmente dei guanti. Potrebbero essere dunque le ultime dichiarazioni rese alla stampa, evidentemente delle bugie, ad incastrare definitivamente Antonio Tizzani come killer della povera Gianna Del Gaudio.

La risposta all’enigma rappresentato dal delitto di Seriate è custodita nei laboratori del Ris di Parma: lì è custodito il taglierino che è servito ad uccidere Gianna Del Gaudio, la professoressa in pensione per il cui omicidio è indagato soltanto il marito, Antonio Tizzani. Dopo la notizia che tracce del suo Dna sarebbero state ritrovate sul taglierino indicato come arma del delitto, il genetista forense suo consulente, Giorgio Portera, come riporta Corriere.it, ha immediatamente parlato di Dna parziale e di possibile contaminazione. Detto che quando si tratta di Dna non si ha mai la sicurezza al 100% di una corrispondenza, per essere relativamente certi che due profili coincidano in Italia si va solitamente alla ricerca di 15 marcatori genetici in comune. In Inghilterra ne bastano 9 per considerare chiara la corrispondenza, ma al di sotto di questa soglia si è più esposti al rischio che una delle parti in causa si appelli ad interpretazioni e simili. A questo proposito è importante sapere che alcune fonti sostengono come i marcatori genetici corrispondenti al Dna di Antonio Tizzani rinvenuti sulla lama siano di poco inferiori a 15. Nel caso in cui venissero trovati quelli mancanti saremmo probabilmente di fronte alla soluzione del caso di Gianna Del Gaudio.