Fa sempre male rievocare la vicenda di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte che ha pagato a caro prezzo il fatto di essersi innamorata e fidata del suo alunno Gabriele Defilippi. Il 13 gennaio la donna è stata infatti uccisa dal Defilippi con la complicità di Roberto Obert, ma è proprio quest’ultimo, rispetto ad una delle ultime ricostruzioni su come sarebbero stati spesi i soldi sottratti alla professoressa con l’inganno, a dissociarsi dall’amico/amante più giovane e ad affermare di non sapere nulla dei 187mila euro che di fatto sono costati la vita all’ingenua insegnante piemontese. Come riportato da La Sentinella del Canavese, sentito dagli inquirenti, Obert avrebbe dichiarato che “dei soldi della Rosboch gliene aveva parlato il suo amante ma lui non li aveva mai visti”. Spetterà ai magistrati decidere se credere o meno alla versione di quello che Forno, il suo paese d’origine viene chiamato “cunì” (coniglio) in virtù di un’indole non propriamente leonina.



Nei giorni in cui si torna a parlare di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa lo scorso 13 gennaio, e di come i soldi a lei sottratti con l’inganno da Gabriele Defilippi siano stari sperperati tra gioco d’azzardo, shopping sfrenato, festini e viaggi vari, fa un certo effetto venire a sapere che le telecamere che hanno poi incastrato l’ex allievo della vittima e il suo amante Roberto Obert non avrebbero dovuto esistere. Come riportato da Quotidiano Canavese, infatti, un consigliere di minoranza di Castellamonte, Pasquale Mazza, ha presentato un esposto al prefetto di Torino e all’Autorità nazionale anticorruzione poiché quelle telecamere sarebbero state appaltate in maniera illegittima. L’irregolarità starebbe nel fatto che all’apertura delle buste sarebbe stato presente il vicesindaco Giovanni Maddio:”Una palese violazione del decreto legislativo 163 del 2006 – ricorda Mazza – che vieta la presenza di amministratori nelle commissioni che si occupano di appalti pubblici. Purtroppo non è la prima volta che in questo Comune succedono cose simili”. Era stato lo stesso procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, a congratularsi con il comune di Castellamonte per aver piazzato le telecamere nei punti nevralgici del paese. Adesso un dettaglio di forma rischia di rovinare quella che sembrava una pagina di buona amministrazione rivelatasi decisiva nella risoluzione di un caso di cronaca nera.



Gli esperti investigatori che si sono occupati fino ad oggi del caso di Gloria Rosboch, l’insegnante di Castellamonte uccisa il 13 gennaio scorso, di recente hanno consegnato al procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, una relazione dettagliatissima relativa alle modalità con le quali sono stati fatti sparire i soldi della maxi truffa. Un tesoretto di 187 mila euro che Gabriele Defilippi, in carcere con l’accusa di omicidio, insieme all’ex amante e complice, Roberto Obert, avevano prima sottratto con la truffa alla povera Gloria Rosboch per poi sperperare l’intera somma. Dalla relazione, come evidenzia La Sentinella del Canavese, sarebbe emerso il quadro dettagliato delle vite dei due assassini (entrambi hanno confessato l’omicidio sebbene continuino ad oggi a rimpallarsi molte responsabilità) e di molte altre persone della zona con le quali hanno avuto contatti. E così è stato possibile scoprire anche in che modo il denaro appartenente alla famiglia di Gloria Rosboch sia stato totalmente speso tra festini, gioco d’azzardo, viaggi e shopping compulsivo. Gloria Rosboch, dopo essere stata convinta con l’inganno a consegnare tutti i suoi soldi a Gabriele Defilippi, con la promessa mai mantenuta di una vita all’estero insieme, si rese conto troppo tardi della trappola nella quale era caduta. Con la firma della denuncia, inconsapevolmente la professoressa di Castellamonte firmò anche la sua condanna a morte. Oggi, insieme alla fine tragica fatta dalla donna, si conosce anche il destino dei 187 mila euro che le furono sottratti. Un investigatore si sarebbe fatto sfuggire qualche particolare in più: “Sperperati, bruciati al gioco”, il tutto nel giro di pochi mesi. A riprova di questa tesi, il fatto che oltre la metà del denaro speso da Gabriele Defilippi e Roberto Obert sarebbe stato rendicontato. I due assassini in carcere erano soliti frequentare Casinò: almeno cinque le visite a quelli di Saint Vincent, Sanremo e Venezia, sebbene non si escluda qualche puntata anche in Croazia. Il tutto, utilizzando auto di lusso per raggiungere le case da gioco. Un conoscente di Gabriele, ai Carabinieri avrebbe confermato: “L’ho visto fare una quindicina di puntate da 2000 euro ciascuna. Aveva raddoppiato la cifra, poi la fortuna gli ha girato le spalle e ha perso tutto in quella stessa serata”. Non solo Casinò nella vita di Defilippi e del suo ex amante dopo la maxi truffa, ma anche shopping. Perché i soldi, il giovane ex studente di Gloria Rosboch, era solito tenerli nelle tasche, raccolti in “un mazzo di cento euro spesso quanto un rotolo di carta igienica”, come dichiarò un amico, al quale Gabriele rivelò di aver speso in un solo pomeriggio “più di cinquemila euro in abiti griffati, tra cui un cappottino da 1500 euro”. Insieme allo shopping è poi emerso un altro vizietto di Defilippi, quello dei festini a base di champagne, accompagnato da giovani transessuali in due hotel rinomati a Ivrea e Biella. E mentre si attendono in Questura i dati degli alberghi, gli investigatori sarebbero risaliti ad un altro aspetto della vita di uno dei killer di Gloria Rosboch: tra i vari nomi emersi nel corso delle indagini, ci sarebbe anche quello di una ragazza, fotomodella ucraina ed a quanto pare fidanzata con un amico di Gabriele, a sua volta figlio di un truffatore dal quale l’ex studente aveva tratto ispirazione per mettere a segno i suoi raggiri prima di macchiarsi dell’omicidio della professoressa Rosboch, per il quale insieme a lui è in carcere anche Roberto Obert, mentre la madre Caterina Abbattista – accusata di concorso in omicidio – da alcuni giorni è tornata a casa dove sconta i domiciliari.

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