E’ previsto per la giornata odierna l’interrogatorio davanti al pm di Busto Arsizio, a carico di Roberto Cosentina, direttore sanitario dell’ospedale di Saranno, lo stesso nel quale lavoravano Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, infermiera e medico anestesista nonché amanti. Cosentina è tra gli iscritti nel registro degli indagati insieme ad altri medici che fecero parte della Commissione incaricata della vicenda e risulta accusato di aver omesso di denunciare i reati a carico di Cazzaniga. Proprio il direttore sanitario, aveva ritenuta corretta la condotta del medico in carcere dallo scorso 29 novembre e che “non vi era alcun nesso di causalità tra i farmaci infusi dal medico e la morte dei pazienti”, come riporta l’agenzia di stampa Ansa. Intanto, mentre si rincorrono le numerose intercettazioni tra i due amanti diabolici, pare che le morti sospette siano addirittura salite a 80, un numero davvero spaventoso.

L’attenzione resta ancora altissima sul caso di Saronno che vede in carcere dallo scorso 29 novembre Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, i cosiddetti “amanti killer”, rispettivamente infermiera e medico anestesista nell’ospedale della medesima città. Del caso se ne è occupata oggi la trasmissione Chi l’ha visto, nella fascia quotidiana in onda su Rai 3 ma potrebbe tornare a parlarne anche stasera la padrona di casa Federica Sciarelli. Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga sono accusati di aver ucciso almeno quattro pazienti dell’ospedale di Saronno ma in realtà sarebbero decine i casi sospetti sui quali si è concentrato attualmente il lavoro degli inquirenti. Tante famiglie hanno iniziato a sollevare dubbi e domande in merito alle morti dei loro cari, avvenute tutte nell’ospedale in cui la coppia di amanti diabolici lavorava. La domanda è sempre la stessa: quante persone sono state sottoposte a quello che veniva definito “protocollo Cazzaniga”? La redazione di Chi l’ha visto ha preso in considerazione una segnalazione giunta da una donna che da quando il caso di Saronno è venuto alla luce ha iniziato ad avere molti dubbi sulla morte sospetta della nonna, ricoverata nel medesimo ospedale oggi al centro delle indagini, dall’1 al 20 luglio – giorno del decesso – di quattro anni fa. Proprio il 20 luglio la nonna dell’intervistata sarebbe dovuta essere dimessa in seguito ad un miglioramento delle sue condizioni di salute. La 92enne nonna dell’intervistata, dopo tre settimane trascorse nell’ospedale di Saronno era pronta a tornare a casa, ma la mattina del giorno in cui sarebbe dovuta essere dimessa accadde il peggio. La stessa mattina due infermiere entrarono nella stanza facendo uscire i visitatori e tirando la tendina. La paziente che divideva la medesima camera ha poi riferito di aver sentito l’infermiera chiedere alla 92enne di stringere il pugno al fine di compiere un’operazione che avrebbe avuto a che fare con un prelievo o un’iniezione. Le infermiere sarebbero quindi uscite in modo tranquillo ed al rientro nella camera della zia e della madre dell’intervistata avrebbero trovato la donna in coma. Dopo circa un’ora la 92enne sarebbe morta in modo misterioso. La circostanza apparve sospetta alla nipote sin da subito ma i familiari non vollero dubitare del lavoro di medici ed infermieri, accettarono il lutto ed andarono avanti, almeno fino all’arresto di Laura Taroni e del medico Leonardo Cazzaniga. Da quel momento esplode il caso delle morti sospette in corsia di pazienti anziani presso l’ospedale di Saranno. In tanti infermieri sapevano di quanto accadeva in reparto e dell’applicazione del “protocollo Cazzaniga” ma nessuno, ad oggi, aveva mai sollevato l’attenzione.