Le indagini a caccia del colpevole che la sera del 10 novembre scorso mise in atto l’agguato ai danni di Stefano Tondi, proseguono, con un’attenzione particolare al corpo del reato, ovvero la pistola giocattolo usata dall’aggressore per spruzzare la soda caustica nei confronti del primario. Una grande importanza potrebbero avere i risultati degli esami eseguiti anche sul bastone, anch’esso sequestrato per gli opportuni accertamenti biologici e dattiloscopici da parte dei Ris. Nel corso del recente incontro in procura, è emersa la grande importanza investigativa del bastone, sebbene il procuratore abbia chiosato con un “no comment” ad ogni domanda su quali elementi possa contenere per identificare l’aggressore. Tuttavia, secondo quanto trapelato dal quotidiano Gazzetta di Modena, il bastone usato dall’aggressore di Stefano Tondi e poi abbandonato durante la fuga, potrebbe aver già portato a qualche interessante risultato, anche se al momento resta il massimo riserbo attorno al caso.
Gli inquirenti hanno tutta l’intenzione di vederci chiaro nella storia dell’aggressione con l’acido a carico del primario Stefano Tondi, vittima di un vero e proprio agguato quasi un mese fa. Per tale ragione, come riporta la Gazzetta di Modena, si continua ad indagare anche al di fuori dei casi clinici. Finora, infatti, si era ipotizzato che dietro l’aggressione ai danni del primario – le cui condizioni fortunatamente sembrano essere in netto miglioramento – ci fossero presunte colpe mediche da parte di Tondi o possibili parenti di persone decedute dopo interventi nel suo reparto con la voglia di vendetta. Tuttavia, anche alla luce della lettera firmata da un’autrice anonima, gli investigatori hanno deciso di percorrere con una certa attenzione anche la sfera affettiva del medico. Nel mirino, dunque, non solo le eventuali amicizie femminili ma anche il privato dei figli. Il procuratore Musti, nel corso dell’ultimo incontro realizzato per aggiornate sul caso, ha asserito: “Siamo tornati nella sua casa per una perquisizione perché nelle sue condizioni precarie Tondi non poteva ricordare tutto e quindi abbiamo cercato elementi utili per approfondire la sua vita privata”.
Mentre proseguono le indagini in merito all’agguato di cui è rimasto vittima Stefano Tondi, primario aggredito con l’acido lo scorso 10 novembre, emergono buone notizie in merito alle condizioni di salute del medico. A darne notizia è il sito Trc.tv che segnala lo stato di miglioramento di salute del cardiologo aggredito a Vignola ed ancora ricoverato al policlinico, seguito dagli esperti di Oculistica e Dermatologia. “Il primo intervento sul paziente atto ad accelerare i processi riparativi, ha avuto successo e si sta completando la riepitalizzazione della superficie oculare. L’infiammazione oculare si è notevolmente ridotta e la cornea, sebbene molto lentamente, sta riacquistando la trasparenza fisiologica”: è quanto spiega in una nota ufficiale il professor Gian Maria Cavallini, direttore del reparto di Oculistica e che da oltre un mese sta seguendo le condizioni di Stefano Tondi. Non si escludono tuttavia ulteriori interventi chirurgici in futuro, mentre è più certo il risultato da un punto di vista dermatologico e relativo al cuoio capelluto. L’intervento eseguito in tal senso ha avuto l’esito sperato e si avrà un recupero totale. Come evidenziato dal direttore di Oculistica, il morale del paziente è in netta ripresa sebbene l’iter terapeutico si prospetta non rapido né semplice. “Contiamo di dimetterlo al più presto”, ha però chiosato il professor Cavallini.
Emergono novità importanti in merito al caso di Stefano Tondi, il primario del reparto di cardiologia presso l’ospedale di Baggiovara di Modena, aggredito con l’acido lo scorso 10 novembre. Un agguato misterioso, sul quale da quasi un mese proseguono le indagini e che proprio nelle passate ore hanno portato ad alcune novità clamorose. Secondo quanto riportato dal quotidiano Gazzetta di Modena, sarebbero due gli elementi importanti resi noti dal procuratore capo Lucia Musti che proprio nei giorni scorsi ha fatto il punto della situazione sul lavoro investigativo in corso sul caso di Stefano Tondi. Intanto è stata resa nota la pistola giocattolo usata per aggredire con l’acido il primario. Si tratta di una pistola molto simile a quella usata dai bambini in estate e che ora è sottoposta agli esami dei Ris di Parma, alla ricerca di eventuali impronte o tracce biologiche tali da poter far risalire al Dna dell’aggressore. Al centro delle indagini sarebbe però finito anche un altro oggetto, usato da chi ha aggredito il medico Stefano Tondi ed abbandonato nella fuga. Si tratta del bastone che potrebbe portare all’individuazione del responsabile dell’agguato, sebbene il procuratore non abbia voluto rispondere ad alcuna domanda su quali elementi possano indirizzare verso la soluzione del caso. Anche il bastone, al pari dell’arma giocattolo contenente l’acido, è ora al vaglio dei Ris. E’ stata fatta chiarezza, inoltre, sulla natura del liquido usato per aggredire Stefano Tondi: si tratterebbe di una miscela di soda caustica, facilmente acquistabile in qualunque supermercato. Un altro elemento che potrebbe essere interessante ai fini delle indagini, è rappresentato da una lettera scritta da una donna rimasta anonima e inviata al procuratore e alle redazioni delle testate locali, contenente un lungo elenco di accuse e illazioni contro Stefano Tondi. Tuttavia, sebbene il testo sia stato acquisito agli atti, difficilmente potrebbe far emergere qualcosa di concreto in merito all’aggressione con l’acido ai danni del primario. Questo elemento ha comunque portato gli inquirenti su una nuova pista, quella legata alla sfera affettiva di Stefano Tondi, e che si va ad aggiungere a quella finora percorsa e relativa ai pazienti del primario.