Dallo scorso 1 febbraio non si hanno più notizie di Paolo Rindi, il giovane 20enne di Varese scomparso in Val Grande durante un’escursione in solitaria. Le ricerche del ragazzo sono partite dieci giorni fa senza portare ad alcun esito positivo, fino alla scorsa domenica quando, dopo la loro interruzione, le Forze dell’Ordine che indagano al giallo avrebbero rivelato un particolare inquietante: qualcuno avrebbe avuto accesso al suo profilo Facebook. All’Ansa, la madre di Paolo Rindi avrebbe dichiarato di aver rivolto al magistrato la richiesta di intervento da parte della Polizia Postale sul profilo Facebook del figlio ma anche sul cellulare. E’ stato lo stesso studente di filosofia ad aver eseguito l’accesso sul celebre social network o qualcun’altro si è intrufolato nel suo profilo? Anche la pagina Facebook nata per raccogliere le segnalazioni su Paolo Rindi (‘Dov’è Paolo Rindi?’), stando a quanto riportato oggi da Il Giorno online avrebbe lanciato un messaggio che informa sugli ultimi inquietanti risvolti: “Dalla sera del 9 febbraio si ha la certezza che qualcuno accede all’account Facebook di Paolo Rindi, visualizzando alcuni messaggi che gli vengono inviati: la Famiglia di Paolo chiede che si indaghi sull’ipotesi che non sia più in Val Grande”. Per la famiglia del giovane, infatti, Paolo sarebbe vivo e potrebbe aver deciso volontariamente di allontanarsi. “Siamo davvero terrorizzati che possa essergli accaduto qualcosa. Chiunque lo abbia visto si rivolga immediatamente al 112”, hanno intanto dichiarato all’Ansa i parenti del giovane scomparso. Finora sarebbe giunto un solo avvistamento, risalente allo scorso 9 febbraio quando un conoscente avrebbe asserito di averlo visto alla stazione milanese di Cadorna. Sul giallo stanno indagando i Carabinieri di Verbania, mentre la Procura avrebbe aperto un’inchiesta sul caso di Paolo Rindi.