È allarme in tutto il mondo per lo sviluppo virale del Virus Zika, fenomeno che sconvolge anche il nostro paese in merito all’influenza 2016. Su questo ha voluto parlare anche Rafael Nadal che è in Brasile per giocare proprio a Rio de Janeiro i ”Rio Open”. Il tennista però ha sottolineato di non essere preoccupato per questo problema. Ne ha parlato anche un altro campione David Ferrer che ha sottolineato come cercherà di prendere delle precauzioni, ma che non è nemmeno ossessionato dal problema. Ricordiamo che il Brasile è considerato il focolaio del virus e che il governo degli Stati Uniti hanno sottolineato come avrebbero lasciato liberi i proprio atleti di andare a vivere le Olimpiadi a Rio oppure di esentarsi da queste per precauzione.



Continua a preoccupare gli italiani il contagio da virus Zika piuttosto che il picco dell’influenza 2016. Il virus si sta diffondendo soprattutto nei paesi del Sudamerica ma anche nel nostro paese l’allerta resta alto. A preoccupare sono soprattutto i contagi di donne in gravidanza perché il virus potrebbe provocare la nascita di bambini con microcefalia. Negli ultimi giorni sono stati però sollevati dubbi su questa correlazione. Un ricercatore argentino, Eduardo Avila Vasquez, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Askanews sostiene infatti che potrebbe essere responsabile dell’aumento del numero di casi di microcefalia un insetticida utilizzato contro la proliferazione delle zanzare portatrici del virus Zika. “Esiste una grande quantità di zone dove il virus Zika si è diffuso e che non hanno presentato casi di microcefalia, il che ci fa pensare che queste malformazioni possano essere messe in relazione con altre cause e, dal 2014, queste zone sono state cosparse massicciamente di piriproxifene”, ha spiegato il ricercatore, citato da Le Figaro online.



Mentre alcuni mettono in dubbio il ruolo del virus Zika nella recente esplosione di casi di microcefalia neonatale, che eleverebbe l’infezione da banale influenza stagionale, seppur con fastidiosi e accentuati sintomi, a temibile morbo della classe di ebola e affini, che tra l’altro della stessa famiglia di virus in effetti fanno parte, in altri luoghi si sta mettendo in campo diversi tipi di armi letali per contenerne la diffusione; armi letali che perlopiù riguardano il veicolo primo di contagio, ovvero la cosidetta zanzara tigre, già responsabile di trasmettere anche altri virus. Ma facciamo un passo indietro. I detrattori del livello di pericolosità dello Zika virus lo fanno in virtù del mancato collegamento accertato tra il suddetto e le nascite dei neonati affetti da malformazione celebrali, che sempre più spesso si verificano dove il virus è largamente presente. A favore della tesi negazioniste ci sarebbero anche dati come quelli analizzati tra ottobre scorso e gennaio 2016 a Capo Verde, dove 7.164 persone sono rimaste infettate dal virus Zika senza che si è registrasse nemmeno un caso di microcefalia. Per riportare un dato spicciolo a contrapposizione si potrebbe citare il caso di un feto abortito affetto da microcefalia, la cui autopsia celebrale ha rilevato tracce di DNA del virus Zika. C’è da dire che gli stessi responsabili dello studio non si sono sbilanciati sul collegamento diretto di questa presenza con la malformazione, anche se è stata ritenuta un’ inquietante coincidenza. A ulteriore favore delle tesi allarmistiche, forse, i ricercatori scientifici che hanno consigliato l’(organizzazione mondiale sanità) di dichiarare il pericolo pubblico emergenza globale, Public Health Emergency of International Concern (PHEIC), dalle pagine di Lancet hanno giustificato il loro parere più per le cose che ancora non si sanno del virus che per quello che è conosciuto. Cosa quest’ultima che in effetti è difficile da mettere nella lista dei pro o dei contro. Intanto sempre dall’OMS, tramite Reuters, arrivano nuovi appelli, che invitano i paesi che combattono il virus Zika a prendere in considerazione nuovi modi per combattere le zanzare portatrici di malattie, tra cui testare il rilascio di insetti e batteri geneticamente modificati per non poter trasmettere il virus, che dovrebbero distruggere le uova delle zanzare originali, responsabili dell’attuale diffusione e soppiantarle.

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