Non ci sono grosse novità sul caso ormai internazionale del truce omicidio di Giulio Regeni, il ragazzo universitario italiano: da Il Cairo, tramite Ansa, è arrivato in nottata l’unica novità rilevante, ovvero dei due testimoni che sono stati sentiti dalla polizia egiziana alla presenza di investigatori italiani. Si indaga sui suoi movimenti da casa verso la città, e queste due persone sarebbero due inquilini del palazzo in cui viveva il ricercatore italiano. All’interno dell’inchiesta di omicidio Regeni, i due sarebbero stati convocati per chiarire le circostanze, riferite da altri testimoni ancora dal verificare come attendibilità, della presunta richiesta di informazioni su Regeni fatta da sconosciuti all’interno della casa. Continua a smentire la famiglia di Giulio un suo presunto coinvolgimento tra i Servizi Segreti: «provare ad avvalorare l’ipotesi che Giulio fosse un uomo al servizio dell’intelligence, significa offendere la memoria di un giovane universitario che aveva fatto della ricerca sul campo una legittima ambizione di studio e di vita».
Vanno avanti senza sosta le indagini sulla morte di Giulio Regeni, lo studente friulano ucciso ed ancor prima torturato in Egitto, dove si trovava dallo scorso settembre per motivi di studio. Il lavoro degli investigatori sembra concentrarsi su diverse piste compresa quella di un presunto coinvolgimento di Giulio Regeni con i servizi segreti. Su questo aspetto, la famiglia di Regeni sarebbe intervenuta tramite il proprio legale smentendo categoricamente un legame tra Giulio ed i servizi segreti italiani o stranieri, sottolineando come “l’ipotesi che Giulio Regeni fosse un uomo al servizio dell’intelligence significa offendere la memoria di un giovane universitario che aveva fatto della ricerca sul campo una legittima ambizione di studio e di vita”. A smentire questa ipotesi sarebbe stata anche la società Oxford Analytica presso la quale Giulio ha lavorato per circa un anno fino al settembre 2014. Come precisato dalla stessa azienda e riportato dal quotidiano Il Piccolo, il ruolo di Giulio Regeni era puramente “editoriale e di ricerca” e difficilmente collegabile alla sua morte. La smentita su un presunto coinvolgimento tra la morte del brillante ricercatore e la Oxford Analytica arriva anche da parte di Neil Pyper, collega di Giulio Regeni oltre che suo punto di riferimento in ambito accademico, essendo docente all’Università di Coventry. Oggi si è fatto promotore di un appello affinché il governo britannico possa fare pressione sul Cairo al fine di fare maggiore chiarezza sull’omicidio di Regeni. Come dichiarato da Pyper a Il Piccolo, attualmente la grande pressione internazionale potrebbe rappresentare la chiave per giungere il prima possibile alla verità sulla terribile uccisione del suo collega. Anche per tale ragione ha scritto il suo accorato appello, pubblicato anche da The Guardian, nel quale definisce la morte di Giulio Regeni come “un attacco al sistema accademico”, chiedendo un intervento diretto al governo inglese.