L’avvocato Marco Corini non voleva né pensava di morire: è questa la dichiarazione di un amico dell’uomo morto, Giuseppe, nel corso della trasmissione La Vita in Diretta di oggi: “Marco mi ha chiamato 2 giorni prima di morire chiedendomi di fare alcune cose per lui”. Proprio lo scorso 23 settembre, Marco Corini lo aveva chiamato chiedendogli di “bypassare i tempi per le pubblicazioni di matrimonio”. Quel giorno l’avvocato fece molte telefonate non solo di natura privata ma anche lavorativa, tutte mirate a portare a compimento la tutela della sua giovane fidanzata Isabella. “Lui voleva sposarla perché voleva che fosse blindata nei confronti di quello che le voleva lasciare”, ha ancora aggiunto l’amico intimo di Marco Corini ai microfoni de La Vita in Diretta. Come ricordato dall’inviata del programma, Isabella aveva dichiarato agli inquirenti l’esistenza di un testamento presente in cassaforte nel quale l’avvocato escludeva categoricamente la sorella Marzia. Del testamento in oggetto non si è mai vista neppure l’ombra.



La sorella di Marco Valerio Corini, Marzia, è stata interrogata nella mattinata odierna in merito all’accusa di omicidio dell’avvocato, morto in seguito ad una iniezione di sedativi. L’interrogatorio di garanzia sarebbe durato appena 20 minuti e, secondo quanto riportato dal quotidiano online La Nazione, sarebbe stato caratterizzato solo da due parole dell’indagata: “Sono distrutta”. La dottoressa Marzia Corini, anestetista, accompagnata dal suo legale Anna Francini, si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere, limitandosi a pronunciare le due parole con un filo di voce. In merito alle intercettazione che avrebbero incastrato la donna, il suo legale avrebbe riferito: “Sono uno strumento pericolosissimo, le estrapolazioni in contesti più ampi fa sì che chi le legge possa non calarle nella realtà. Hanno bisogno di un metodo più ampio di lettura”. Infine, in merito al silenzio scelto dalla sua assistita, l’avvocato ha spiegato che la decisione di non rispondere alle domande da parte della dottoressa Corini sono da attribuire al fatto di essere entrati in possesso dell’intera documentazione solo nella giornata di ieri. Alla luce delle gravi accuse contr di lei, dunque, si sarebbe ritenuto opportuno conoscere preventivamente la documentazione prima di fornire risposte. “La signora è molto scossa. Sicuramente si saranno altre occasioni per parlare con i pm”, ha quindi chiosato l’avvocato Francini.



Forse avrà finalmente una svolta il caso della morte dell’avvocato Marco Valerio Corini. Questa mattina verrà infatti interrogata la sorella Marzia presso il tribunale di La Spezia. A comunicarlo è una notizia ANSA che riporta l’intero caso della donna, accusata di aver sedato il fratello fino a condurlo alla morte. Il noto avvocato Marco Corini era malato di cancro da tempo e aveva raggiunto ormai lo stadio terminale. L’azione della donna, secondo l’accusa, è dovuta alla volontà di mettere le mani sull’eredità del fratello. Marzia Corini è inoltre indagata per falso in testamento in concorso con l’avvocato Giuliana Feliciani. Il giudice per le indagini preliminari Marta Perazzo si occuperà di gestire l’interrogatorio dove la donna si presenterà accompagnata dall’avvocato Tullio Padovani di Pisa, in qualità di legale di fiducia. Al fianco dell’avvocato ci sarà la collega Anna Francini, la stessa che ha rilasciato alcune dichiarazioni sul caso della sua assistita dopo i primi interrogatori a porte chiuse. «Ci siamo avvalsi della facoltà di non ripsondere, ma il tema principale è che l’accusa viene respinta totalmente e completamente; nessun omicidio e nessuna sedazione, assolutamente no», riporta la stessa Francini a PrimoCanale. Nel frattempo, i PM Giovanni Maddaleni e Luca Monteverde continuano a condurre le indagini per approfondire il caso. Tra i vari atti in possesso dell’accusa ci sarebbero anche alcune fotocopie di bigliettini che secondo la fidanzata dell’avvocato Corini, Isabò Barrack, sarebbero stati scritti dallo stesso Marco appena due giorni prima che morisse. L’impianto accusatorio gira attorno al fatto che Marzia Corini, per paura che il fratello malato temrinale lasciasse tutto il testamente alla fidanzata, lo avrebbe sedato con una dose letale per evitare tale fatto. Il processo valuterà se la ragione stia dalla parte di Marzia o contro di lei, nel frattempo le indagini continuano.

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