E’ in corso oggi la nuova udienza del processo a Padre Graziano nell’ambito del giallo sulla scomparsa di Guerrina Piscaglia. L’attesa in Corte d’Assise è stata tutta per la teste chiave, la catechista di Ca’ Raffaello, Giuseppina Mazzoni, la quale per prima si era accorta del rapporto che stava nascendo tra Padre Graziano e la stessa Guerrina. “Guerrina venne da me e piangeva. Mi confessò di essere innamorata di Padre Gratien ma che lui non corrispondeva il suo sentimento”, ha dichiarato la testimone, come riporta oggi il quotidiano La Nazione. La donna raccontò tutto a Padre Faustin che dopo una risata si impegnò a parlare con il frate congolese e con la famiglia della casalinga 50enne. “Guerrina stava molto male spiritualmente”, ha aggiunto l’ex catechista rivelando il suo turbamento dopo la sua scomparsa. La testa ha quindi evidenziato alcune carenze da un punto di vista prettamente religioso dell’unico imputato, accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia. Padre Graziano, presente in aula, avrebbe ascoltato in silenzio la deposizione della donna durata circa due ore.



Oggi l’udienza ad Arezzo per il processo a Padre Graziano è ripresa con l’attesa forte per la testimonianza chiave della catechista amica di Guerrina Piscaglia, Giuseppina Mazzoni che per prima aveva messo in allarme la diocesi sul rapporto che si era creato tra il frate e Guerrina. Racconterà in aula uno dei punti chiave dell’accusa, ovvero quel sms ricevuto il 10 maggio dal cellulare della donna scomparsa con su scritto “hai parlato male dell’uomo di Dio”. Il giorno prima lei si era confidata con l’ex parroco Don Arialdo confidando proprio la sua preoccupazione e dubbi sul frate congolese, e secondo l’accusa il telefono era già in mano a Padre Graziano dopo aver fatto scomparire Guerrina Piscaglia. La difesa invece punta, sempre nella deposizione della catechista, su un altro elemento non chiaro: quel messaggio era arrivato sul telefono del marito per poi finire su quello di Giuseppina, come mai questo? Tanti punti ancora oscuri che vanno chiariti ma che finora nelle fasi del processo non sono stati esemplificati del tutto.



La giornata di oggi rappresenterà una nuova data importante nell’ambito del processo a carico di Padre Graziano, il religioso accusato di aver ucciso e occultato il corpo di Guerrina Piscaglia. Si svolgerà ad Arezzo la nuova udienza che vedrà protagonista nuovamente il frate di origine congolese, ex sacerdote di Ca’ Raffaello ed attualmente agli arresti domiciliari in un Convento della Capitale. Nel corso dell’ultima udienza, avvenuta a ridosso della concessione dei domiciliari, Padre Graziano aveva deciso di non presenziare, mentre questa volta ci sarà. A svelarlo è stato Il Corriere di Arezzo che ha aggiunto anche alcuni particolari in merito alla presenza del presunto assassino di Guerrina Piscaglia in aula. Stando alle indiscrezioni, Padre Graziano farà ritorno ad Arezzo dopo 18 giorni, insieme al suo avvocato Zacheo che lo accompagnerà in auto. Prima della partenza, a Padre Graziano sarà disattivato il braccialetto elettronico, una notizia che secondo il quotidiano aretino apparirebbe molto strana così come l’intero trasferimento. Solitamente, infatti, gli imputati ai domiciliari con braccialetto vengono autorizzati a venire senza l’apposita cavigliera in seguito al non pericolo di fuga oppure solo se accompagnati dagli agenti. Nel caso di Padre Graziano, la situazione è stata definita “anomala” e sarà il suo legale a fungere sia da custode che da responsabile. Attesi in aula importanti testimoni, ma l’attenzione sarà riservata in particolare ai due teste finora irrintracciabili, ovvero Padre Silvano e la ginecologa camerunense, i quali non avrebbero risposto alla procura di Arezzo.

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