Ora si attendono gli interrogatori dei familiari di Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. Ci sono grandi aspettative, non solo per le dichiarazioni in generale ma soprattutto per definire al meglio anche le ricerche informatiche oggetto dell’ultimo scandalo che fa diventare il caso ancora una volta pieno di zone d’ombra da definire. Sono sconcertanti le parole chiave che l’utente “Massimo” ha effettuato su internet, tramite due computer di proprietà del Bossetti, su “tredicenni per sesso”. Fa ancora più discutere la decisione dei due tecnici informatici chiamati dalla difesa di uscire dal pool. I legali di Bossetti hanno voluto fare alcune precisazioni in merito, soprattutto per scongiurare la possibilità che questa scelta dei consulenti Paolo Dal Checco e Giuseppe Dezzani venga attribuita proprio al contenuto delle ricerche informatiche vagliate in questi giorni ed attribuite al Bossetti. “Non c’è nessuna reale certezza di chi fosse il reale utilizzatore del computer”, afferma l’avvocato Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, in un’intervista di Quarto Grado, “posto che la famiglia è composta da diversi componenti e non si possono in automatico attribuire questa attività alla mano del signor Bossetti”. Sarebbe quindi tutto da verificare e proprio questo sarà uno dei punti su cui si soffermerà il pm il prossimo 24 febbraio, quando verranno ascoltate la madre e la moglie di Bossetti, così come il cognato Agostino. “I nostri consulenti si sono ritirati e non per divergenze con la difesa ma per incarichi assunti recentemente che li portano a loro dire ad una sorta di incompatibilità”, così continua l’avvocato Salvagni nell’intervista. Clicca qui per vedere la clip di Quarto Grado. Un po’ dubbioso su questa tesi l’altro legale di Bossetti, Paolo Camporini, che sottolinea quanto “Questa incompatibilità da come ci è stata presentata non sussisteva perché l’incarico è assunto in precedenza e poi c’è anche un dovere di mandato”. Inoltre ha ribadito durante l’intervista che non bisogna perdere di vista il fatto che in questo processo Massimo Bossetti rischia l’ergastolo. Il 24 febbraio sarà inoltre presente Alma Azzolin, così come riporta Il Giorno. Si tratta della donna di Trescore che vide nell’estate del 2010 un uomo nel parcheggio del centro sportivo di Bembrate in compagnia di una ragazzina. Gli stessi che quattro anni dopo la Azzolin riconobbe come Yara Gambirasio e Massimo Bossetti. Ascoltato anche il compagno di cella dell’imputato, Rodolfo Locatelli. 



C’è attesa per la testimonianza di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. L’uomo sarà ascoltato in Corte d’Assise di Bergamo il prossimo 4 marzo. Prima di lui saranno ascoltate mercoledì prossimo 24 febbraio la madre di Massimo Bossetti, Ester Arzuffi e la moglie Marita Comi. Testimonianze importate quelle dei prossimi giorni all’interno del processo a carico deli muratore. L’omicidio di Yara Gambirasio è un caso di cronaca nera che ha fatto molto discutere negli ultimi anni. La 13enne di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, è scomparsa il 26 novembre 2010. Il corpo di Yara fu ritrovato per solo tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo aperto a Chignolo d’Isola, distante 10 chilometri da Brembate di Sopra.



Continua il processo di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso la tredicenne Yara Gambirasio. Gli inquirenti si stanno avvicinando al punto cruciale del processo perché Massimo Bossetti verrà ascoltato al prossimo 4 marzo. Prima di lui, il 24 febbraio verranno ascoltate la moglie Marita Comi e la madre Ester Arzuffi. Si tratta di due donne importanti sia per il ruolo nella vita dell’imputato sia proprio all’interno del caso. La moglie infatti ha preteso più volte che Bossetti le dicesse la verità riguardo a quel tragico delitto, mentre il marito negava ogni responsabilità. La madre invece continua a ripetere che Bossetti è figlio del marito Giovanni e non di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus morto nel ’99 e che sarebbe stato identificato come padre naturale dell’imputato grazie al test del DNA. Inoltre verrà anche ascoltato, sempre il 24 febbraio, anche il cognato del Bossetti, Agostino.



Le date degli interrogatori sono stati decisi dal Presidente della Corte d’Assise di Bergamo per via dei colpi di scena che sono emersi anche nella fase finale dell’udienza. L’intero caso è stato pieno di scandali e misteri fin dal suo inizio, a partire dalle ricerche a sfondo pornografico effettuate sul pc del Bossetti all’epoca del suo arresto. I due consulenti informatici della difesa che hanno effettuato quelle ricerche hanno deciso di rinunciare al loro mandato. Al centro della decisione ci sarebbe, come riporta La Repubblica, la mancata compatibilità fra il proprio incarico lavorativo e le richieste delle autorità, specialmente quelle dei ROS. L’avvocato Paolo Camporini, come riporta sempre La Repubblica, ha voluto negare questa tesi, affermando che non esisterebbe nessuna incompatibilità in quanto si tratta di “un incarico assunto in precedenza e poi c’è un dovere di mandato: prima di rinunciare ad un mandato, visto che c’è un imputato che rischia l’ergastolo, ci vogliono ragioni vere, valide”. In questo modo la difesa non ha potuto fare la propria valutazione delle tesi portate avanti dagli specialisti della Procura. Il PM Letizia Ruggeri ha infatti richiesto, durante l’udienza di ieri, che venissero illustrate le ricerche compiute dal Bossetti su internet e tutto il materiale contenuto in cinque chiavette USB di proprietà dell’imputato. In aula erano presenti due carabinieri del reparto Racis e due consulenti informatici che hanno parlato di una ricerca, risalente a quindici giorni dopo l’arresto di Massimo Bossetti, che l’imputato avrebbe effettuato con le parole chiave “tredicenni per sesso” e “ragazzine”. Fra le varie parole cercate ci sarebbe anche “come rimorchiare una ragazza in palestra” e, come riporta Vanity Fair, anche sulle ragazzine di 13 anni con i capelli rossi. Questo è quanto sarebbe emerso dalle indagini sul portatile di Bossetti e sul pc fisso che usava regolarmente. Purtroppo le ricerche sarebbero state rilevate solo parzialmente, a causa di alcuni software usati dal Bossetti per cancellare la cronologia. La reazione di Massimo Bossetti a questi particolari è stata come al solito impassibile. Nessuna reazione, nessuna sorpresa o espressione di preoccupazione.