Un sommozzatore, un sub professionista della Polizia che ha perso la vita sul lavoro: Rosario Sanarico, il 50enne sub purtroppo non ce l’ha fatta ed è rimasto vittima della chiusa del fiume Brenta mentre cercava il corpo di Isabella Noventa. Non immaginava però che avrebbe perso la vita in questa ricerca che diventa ora ancora più tragica: Sanarico, 52 anni in forza al nucleo sommozzatori del Cnes di La Spezia, era uno dei massimi esperti del settore. Lavorava da 30anni in questo ambito e aveva partecipato ad un gran numero di interventi spesso svolti in condizioni incredibili. Ricordiamo che Sanarico aveva partecipato a tutta la fase di soccorso e ricerca durante il naufragio terribile della Costa Concordia al largo dell’Isola del Giglio, e poi in seguito era anche stato nei giorni successivi per tutte le fasi di recupero dell’enorme imbarcazione. Un uomo espertissimo e un mistero aperto su cosa sia successo in quella maledetta chiusa: famiglia e colleghi ne piangono la perdita, mentre le ricerche della Noventa sono state sospese dopo il fatto choc.



È morto da eroe Rosario Sanarico, il sommozzatore del Centro Nautico e Sommozzatori della Polizia di Stato di La Spezia, rimasto incastrato sott’acqua nel Brenta durante le operazioni di ricerca del corpo di Isabella Noventa. L’uomo, originario di Napoli dove è nato il 10 ottobre del 1963, ha ricevuto l’omaggio del Capo della Polizia di Stato, Alessandro Pansa, che come riferito da “Il Mattino” si è recato personalmente all’obitorio di Padova, dove è stata allestita la camera mortuaria di Sanarico. Intevistato dai cronisti, Pansa ha dichiarato di aver conosciuto personalmente il sommozzatore:”L’ho conosciuto personalmente, sono un appassionato sub e per questo qualche anno fa più di una volta abbiamo avuto l’occasione di fare delle immersioni insieme. L’ho incontrato anche in altre circostanza e si è sempre dimostrato molto generoso, solare, allegro. Sapeva fare squadra e dedicava tutta la vita alla polizia e alla famiglia“. Pansa ha poi proseguito:”Era orgoglioso della sua famiglia e orgogliosissimo del nipotino. Lascerà un vuoto enorme nei suoi colleghi perché era l’anima della squadra, li tratteneva assieme, cucinava per loro e lascerà una mancanza enorme per la Polizia di Stato per la sua dedizione“.

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