Nacque attorno all’anno 1006 in una famiglia dove, la ricchezza, era presente prima della sua nascita. Purtroppo per lui infatti, la famiglia iniziò a sperperare tutti i suoi averi, in quanto la nascita di cinque altri figli prima di lui comportò un rapido aumento delle suddette spese famigliari. L’infanzia di San Pier Damiani non fu affatto semplice: i primi due fratelli maggiori, soprattutto il secondo, non lo vedevano di buon occhio ed anzi, gli attribuivano la colpa di essere la causa del malcontento economico della sua famiglia. San Pier Damiani crebbe quindi con questa consapevolezza e spesso e volentieri, il secondo fratello maggiore non faceva altro che picchiarlo e umiliarlo ripetutamente. Anche il rapporto con i genitori non fu dei migliori, visto che questi mai cercarono di difenderlo, come se approvassero questo modo di fare nei suoi confronti. Solo quando San Pier Damiani divenne più grande, il fratello maggiore, ovvero Damiano, capiti i suoi errori, decise di prendersi cura del fratellino. In particolar modo, egli decise di indicargli in quale istituto recarsi per poter studiare e lo aiutò pagandogli le rate scolastiche, cosa molto rara a quei tempi. Il sacrificio economico di Damiano venne presto ripagato da parte di San Pier Damiani, il quale divenne uno dei migliori studenti che si distinsero per il gran livello di professionalità e soprattutto di attenzione nello studiare. Il ragazzo, che si trasferì a Ravenna per completare gli studi, una volta che si laureò nelle arti liberali, divenne un professore dell’Università di Parma, cosa che gli permise di mettere da parte una somma di denaro abbastanza elevata, che gli permise di estinguere il debito con Damiano. La carriera da insegnante di San Pier Damiani durò circa cinque anni: egli decise poi di cercare una nuova professione, visto che quella carriera non gli sembrava essere molto redditizia e soprattutto non adorava essere un professore. Dopo quell’esperienza come insegnante, San Pier Damiani divenne monaco: la sua vocazione latente esplose nel momento in cui decise proprio di smettere di insegnare. Inizialmente, il suo ruolo era quello di istruire gli altri monaci e nel contempo non faceva altro che apprendere il vero significato delle parole del Signore. Pier riuscii anche a diventare vescovo di alcune cattedrali ed allo stesso tempo ebbe l’onore di essere uno dei più stretti collaboratori del Papa. Mentre ricopriva tali ruoli, San Pier Damiani emanò alcune riforme che riguardavano il mondo ecclesiastico ed in particolar modo egli fece tutto quello che era nelle sue capacità per poter ridimensionare il potere dello Stato nei confronti della Chiesa, facendo in modo che questi mondi rimanessero abbastanza separati e che ognuno potesse essere governato dalle persone che appartenevano al suddetto mondo.
San Pier Damiani, divenuto ormai adulto e vecchio, non aveva le forze per poter riuscire a portare al termine tutti i vari compiti che il Papa gli assegnava. Per questo motivo, malgrado la cosa lo rendeva molto triste, San Pier Damiani decise di tornare in monastero, dove passò a miglior vita attorno all’anno 1072.
Ravenna e Parma, ovvero le città dove San Pier Damiani trascorse la maggior parte della sua vita, dedicano una grande festa al Santo, il quale si prodigò per il ben del mondo ecclesiastico e per i suoi componenti. Oltre alla funzione religiosa, si effettua una breve processione in questi luoghi, che rendono omaggio al santo effettuando appunto un canti e preghiere in suo onore.
La città di Metz celebra invece San Felice, un monaco che visse in quel paese e che ancora oggi viene venerato come un vero e proprio Santo patrono. Il monaco fece il possibile per poter convertire il maggior numero di persone alla religione cristiana, riuscendo nel suo intento, seppur questo obiettivo venne raggiunto col passare degli anni della sua vita e soprattutto con grande sforzo da parte sua.