Questa sera tornerà su Rai Tre il consueto appuntamento con Blob che lo dedica ancora una volta, e giustamente, a Umberto Eco scomparso da alcuni giorni. Sulla pagina ufficiale di Twitter della terza rete statale è stato mostrato un piccolo video di anteprima di quello che sarà raccontato questa sera dalle ore 20.00 durante lo speciale EcoGrafie. Nel video si vede Eco che sottolinea: “La camera del cinema è un occhio infilato su due gambe. Tutte le inquadrature sono dei modi di vedere il mondo. Ecco perchè Manzoni poteva pensare cinematograficamente così come Aristotele”. Clicca qui per il video di anticipazioni.
Umberto Eco è morto e tutta la cultura italina si è schierata in un lungo ricordo, dimostrando quanto affetto c’era verso un personaggio importantissimo della nostra storia. Ecco le parole di Francesco Guccini a Rai News 24: “Non eravamo proprio amici perchè ci frequentavamo occasionalmente. Mi dispiace moltissimo che sia morto, naturalmente. Ci siamo incontrati diverse volte. Una volta dopo lo spettacolo di Benigni abbiamo incominciato un verso io in rima e si è aggiunto anche lui, una sfida. Non era un granchè, perchè per fare la rima bisogna essere toscani. Per essere la prima volta che improvvisava in ottava rima se l’è cavata. L’ultima volta che ci siamo incontrati dopo la presentazione di un libro dello sceneggiatore del Borghese piccolo piccolo, lui lo presentava. Ci siamo trovati a cena nei colli di Bologna e abbiamo passato la serata insieme cantando e dicendo sciocchezze“. Clicca qui per il video intero dell’intervista a Francesco Guccini.
Diversi anni fa RaiSat Album ripropose una bellissima intervista ad Umberto Eco che parlava a Babau del 1970 al microfono di Paolo Poli. Lo scrittore si riferisce al libro Cuore, sottolineando: “Il libro lo ho con me, è la nostra infanzia che si è formata su questo. I buoni e i cattivi sono definiti all’inizio come modelli. E’ una questione di modelli e di schemi prefissati già all’inizio. In una trasmissione come la vostra sul conformismo, cos’è? E’ il maglione che tu porti per dire che sei un attore. Sono dei modelli che la società ci dà. Alcuni sono validi come quella che non si passa con il rosso, altri passano come la donna che deve sposare l’uomo che è stato scelto dalla famiglia. L’osservanza dei modelli è il conformismo. Vengono trasmessi dalla scuola in generale, le trasmissioni televisive, la parola del nonno e della nonna. Il libro Cuore è stato un breviario di modelli fondamentali. Come per esempio l’esistenza dei livelli sociali”. Clicca qui per il video.
Il vice-direttore del Corriere della Sera Barbara Stefanelli ha voluto ricordare una frase di Umberto davvero molto famosa e che invita a riflettere anche noi oggi dopo la sua scomparsa. Il poeta italiano infatti disse: “Noi siamo la nostra memoria. Quando morirò ricorderò tutto”. A ricordare il grandissimo Umberto Eco c’è anche una videoinstallazione di Davide Ferrario alla Biennale di Venezia 2015. Era la prima di cui Eco diventava protagonista e in questa erano presenti tre momenti di una video intervista rilasciata nella sua casa di Milano nel gennaio del 2015 rispondendo alle domande di Hans Ulrich Obrist. Il Corriere della Sera ci porta in mnete questi splendidi momenti emotivi in un video davvero splendido. Clicca qui per il video.
Nel giorno in cui si piange la scomparsa di Umberto Eco è piacevole sfogliare l’album dei ricordi, dando un’occhiata ai punti di vista, alle frasi celebri più taglienti che hanno reso lo scrittore “Umberto Eco”. Nonostante l’età non più giovanissima, Umberto Eco disse la sua ad esempio sul “mondo social” e bisogna essere sinceri, non fu tenerissimo:”I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli“. Il parere sferzante di Umberto Eco interessò anche un mito del piccolo schermo come Mike Bongiorno; del conduttore italo-americano Eco disse:”Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto [… ] pone grande cura nel non impressionare lo spettatore, non solo mostrandosi all’oscuro dei fatti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla“. Dal momento che i pareri di Eco possono essere sindacabili, ma la sua cultura no, ci piace chiudere con il suo concetto atipico di uomo colto:”Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti“.
, filosofo e amico di Umberto Eco, lo scrittore scomparso ieri notte all’età di 84 anni una personalità che di certo mancherà all’Italia ma non solo, nel corso di un’intervista a Rai News 24. Il professore, di Eco ha detto:”Per me oggi è come se fosse morto un padre. Io sono convinto che lui ha esercitato la filosofia nel modo in cui la definiva Hegel:’Il proprio tempo appreso col pensiero‘.”. Vattimo ha infine espresso un rammarico:”Eco è un Nobel mancato per poco. Avrebbe dovuto vincerlo quel premio: peggio per quelli dell’Accademia svedese, sono stati molto poco attenti“. Vattimo ha poi svelato un aneddoto relativo alla sua ultima comunicazione con Eco:”Gli avevo mandato tramite mail un mio pezzo che lui non aveva letto in cui recensivo i suoi studi di estetica medievale. Dopo averlo visto mi ha risposto con un messaggio:’Ottimo, disse il Duca’. Io rimasi stranito perché di solito si dice ‘Ottimo, disse il Conte e dopo vomitò’. Era il suo modo non banale per dirmi che aveva apprezzato“.
In tanti hanno voluto, da ogni parte del mondo, lasciare il loro ricordo sul social network Twitter dello scrittore Umberto Eco scomparso ieri a 84 anni. Italiani e non hanno postato frasi significative dello scrittore ma non solo anche messaggi di ringraziamento per gli insegnamenti che ci ha lasciato. Ecco qualche tweet: “#UmbertoEco Lo ricordo durante gli interventi della Milanesiana. Un grande sapiente ironico e colto. Il più illustre alessandrino di oggi; #UmbertoEco understood like no other author the need of humans to find meaning in the world; Questa settimana abbiamo perso #UmbertoEco e frenato sulle #unionicivili. Non un granché, diciamocelo! #Italia; Goodbye Umberto – e grazie per le fantastiche storie che ci hai regalato #UmbertoEco; Cuando muere un escritor, resulta que todos lo han leído y lo conocían: hoy, por ejemplo , todos han leído a #UmbertoEco #HarperLee”.
Si è spento nella serata di ieri Umberto Eco, il celebre scrittore autore di capolavori quali “Il nome della rosa” all’età di 84 anni, ma in pochi sono a conoscenza della sua passione per i “Peanuts“, in italiano “noccioline”, creati da Charles Schulz. Per chi non avesse ancora ricollegato l’ambito di interesse di Eco ci riferiamo alle vicende che vedono come protagonista Charlie Brown, il bambino che Eco stesso nella prefazione scritta nel 1965 per il primo numero della rivista “Linus” descrisse così:”ingenuo, testone, sempre inabile e quindi votato all’insuccesso. Bisognoso, sino alla crisi, di comunicazione e “popolarità”, e ripagato dalle bambine matriarcali e saccenti che lo attorniano col disprezzo, le allusioni alla sua testa rotonda, le accuse di stupidità, le piccole malvagità che colpiscono a fondo. La sua solitudine si fa abissale, il suo complesso di inferiorità pervasivo colorato dal sospetto continuo, che prende anche il lettore, che Charlie Brown non abbia alcun complesso di inferiorità, ma sia veramente inferiore. La tragedia è che Charlie Brown non è inferiore. Peggio: è assolutamente normale. È come tutti. Per questo marcia sempre sull’orlo del suicidio o quanto meno del collasso: perché cerca la salvezza secondo le formule di comodo propostegli dalla società in cui vive“. Del suo ideatore, Schulz, Eco diceva:”È un Poeta. Quando dico “Poeta” lo dico per fare arrabbiare qualcuno. Gli umanisti di professione, che non leggono i fumetti; e coloro che accusano di snobismo gli intellettuali che fingerebbero di amare i fumetti. Ma sia bene inteso: se “poesia” vuole dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta“.
Programmazione dedicata oggi a Umberto Eco, dopo la sua scomparsa ieri sera a 84 anni. Su Rai 1, oggi, sabato 20 febbraio, “Mattina In famiglia” ha dedicato uno spazio a Umberto Eco con il ricordo dei suoi primi anni trascorsi in Rai. Tra gli ospiti, il giornalista Giovanni Valentini ?e il filosofo Giovanni Vattimo. “Sabato in” ?riserverà uno spazio in cui, tra gli altri, sarà presente il professor Sabatini, presidente onorario dell’accademia della Crusca. Su Rai 3, oggi, sabato 20 febbraio, all’interno della trasmissione “Fuorichetempochefa” , dalle 20.10 alle 21.55, sarà inglobato un omaggio? al semiologo scomparso con un montaggio delle sue ultime interviste da Fabio Fazio. Alle 21.55 Fazio presenterà il film “Il nome della rosa” che sarà trasmesso alle ore 22.00. Su Rai Storia, oggi, oggi, sabato 20 febbraio, “Eco della storia” incontra Umberto Eco (ore 22.00). Cinquant’anni di storia della cultura contemporanea raccontata dall’intellettuale Umberto Eco. Dallo straordinario incontro tra Enzo Siciliano e Roland Barthes, padre della semiotica, alle bizzarre performances sperimentali dei poeti Novissimi dei primi anni Sessanta fino ad arrivare al Gruppo ’63. A seguire: andrà in onda “Europa siamo noi – L’Europa della cultura”: in occasione del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, il Quirinale aprì le porte a studenti delle scuole secondarie superiori per parlare di Europa. L’iniziativa, voluta dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, era intitolata “L’Europa siamo noi”. Il 28 novembre 2014 lo scrittore Umberto Eco e il senatore e architetto Renzo Piano parlarono di “Europa della Cultura”. Eco e Piano spiegarono come l’Europa, prima ancora che un fenomeno istituzionale ed economico, sia uno straordinario veicolo di integrazione e crescita culturale.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è detto “particolarmente addolorato” per la morte di Umberto Eco, il celebre scrittore e intellettuale italiano scomparso all’età di 84 anni. La più alta carica dello Stato, come riportato dall’Ansa, ha definito Eco “un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile“. Mattarella ha proseguito:”È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale. Nella sua autobiografia si specchia il percorso di ricerca di identità culturale di intere generazioni del dopoguerra. Interprete, nei suoi anni giovanili, dei fermenti che animarono il mondo cattolico, seppe esprimere in modo creativo nelle sue diverse esperienze la curiosità che lo guidava, sia sul terreno della sperimentazione dei linguaggi, a partire dalla televisione, sia su quello della ricerca semiologica. La critica sociale che ha espresso nei suoi saggi e nei suoi frequenti interventi pubblicistici era figlia di questa capacità di lettura della società contemporanea. Umberto Eco ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo tempo, senza lasciarsene travolgere“. Insomma, una manifestazione di immensa stima da parte del Capo dello Stato nei confronti di uno degli intellettuali che ha portato in alto il nome dell’Italia anche all’estero.
Se n’è andato all’età di 84 anni Umberto Eco, uno degli scrittori italiani più apprezzati a livello internazionale. A darne notizia è stata “La Repubblica“, informata direttamente dalla famiglia della scomparsa di Eco. Ma quali erano i progetti che avevano caratterizzato gli ultimi mesi di Eco? Lo scrittore si era lanciato insieme ad Elisabetta Sgarbi in un’impresa definita dallo stesso Eco come “folle“, quella di dare vita ad una casa editrice che si opponesse a quella che lui aveva definito “la Mondazzoli“, fusione della Mondadori berlusconiana e di Rcs. A finanziare il progetto sarebbero stati proprio gli scrittori, a partire da Umberto Eco, che di tasca sua ha versato alla nuova casa editrice 2 milioni di euro. Non che sperasse di ottenere qualche guadagno da questa sfida, perché l’editoria “è il modo più elegante per dissipare i propri risparmi, magari in modo lento, ma sicuro“. E allora perché lanciarsi in una sfida di questo tipo? A Francesco Merlo di “Repubblica” Eco chiariva:”Perché il progetto è l’unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero rimedio contro l’Alzheimer. Teseo è solo un pretesto, un nome come un altro. L’importante è la nave, non Teseo“.
Cordoglio del presidente del Consiglio Matteo Renzi per la scomparsa di Umberto Eco, morto ieri sera a 84 anni. Lo scrittore era nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932. Il premier si è rivolto così ai familiari dello scrittore, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa: “Esempio straordinario di intellettuale europeo, univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro. Una perdita enorme per la cultura, cui mancherà la sua scrittura e voce, il suo pensiero acuto e vivo, la sua umanità”. Il premier Matteo Renzi aveva incontrato Umberto Eco a Expo Milano 2015 lo scorso giugno: insieme con il Presidente francese Francois Hollande avevano discusso sui temi dell’identità europea, dell’innovazione scientifica, della memoria e della lotta contro l’intolleranza.
L’Italia piange uno dei suoi più illustri esponenti culturali contemporanei. Umberto Eco lascia un segno indelebile nella storia della letteratura mondiale con opere che hanno conquistato intere generazioni. Aveva 84 anni ma non per questo aveva smesso di ‘produrre’ capolavori, anzi. Nel mese di gennaio 2015 era stato ospite della trasmissione Ballarò condotta da Massimo Giannini su Rai Tre per presentare il suo ultimo libro intitolato “Numero zero” esprimendo anche una serie di vedute molto interessanti su alcuni fatti di estrema attualità come l’attentato parigino alla redazione di Charlie Hebdo nonché esprimendo le proprie idee politiche e considerazioni sull’operato di Papa Francesco. Clicca qui per rivedere l’intervista di Umberto Eco a Ballarò.
, filosofo, semiologo, scrittore di successo del panorama italiano. Di recente Umberto Eco, il Maestro della letteratura secondo molti, era stato nei giorni scorsi al centro delle famose bufale che scuotono il web sulla morte di vip di vario tipo. Questa volta invece è vero perché Umberto Eco si è spento all’età di 84 anni. La famiglia lo ha comunicato da poche ore alle maggiori testate giornalistiche, chiudendosi nel suo dolore. La morte, quest’Oscura Signora, era stata al centro di numerosi articoli di Umberto Eco e dei suoi scritti maggiori, sotto forma di diverse sfaccettature. In particolare lo scrittore ne parlò in occasione del caso Englaro che turbò l’Italia e indignò la coscienza pubblica. Nel 2009, Umberto Eco aveva infatti voluto scrivere un articolo, intitolato “Perché ho il diritto di scegliere la mia morte”, sottolineando di non voler parlare del caso Englaro proprio per via della “canea di chi stava sfruttando per ragioni ideologiche, da una parte e dall’altra, la vicenda di una sventurata ragazza e della sua famiglia”. La ricordiamo ancora la vicenda di Eluana Englaro, la donna di Lecco che ha vissuto in uno stato vegetativo per 17 anni, fino alla sua morte, avvenuta dopo l’interruzione, voluta dalla famiglia, della sua nutrizione artificiale. In quell’occasione il Presidente del Consiglio di allora, Silvio Berlusconi, aveva fatto un lungo discorso in cui aveva attaccato la Costituzione. Umberto Eco era fra chi intervenne in piazza con Libertà e Giustizia, unendosi agli appelli fatti alla vigilanza. A chi gli aveva chiesto, proprio in quei momenti, di esprimere le proprie idee sul caso Englaro, Umberto Eco risponde se che voleva fare un inutile sciacallaggio, soprattutto perché non aveva nessuna opinione chiara in merito.
“Voglio piuttosto parlare della mia morte, e ammetterete che in questo caso ho qualche diritto all’esternazione”. Lo scrittore continua nel suo articolo citando alcuni aspetti della sua vita, compreso il romanzo La misteriosa fiamma della regina Loana in cui il protagonista cadeva in coma dopo aver perso la memoria in seguito ad un incidente. In quel caso il protagonista continuava a dialogare nonostante lo stato in cui versava, perché “pensava, ricordava, desiderava, si commuoveva. Sapeva benissimo che probabilmente i suoi cari lo credevano ridotto allo stato di una rapa, o al massimo di un cagnolino dormiente”. Umberto Eco era convinto che anche quando l’encefalogramma è piatto, noi continuiamo a pensare con gli organi. “Non sono sicuro che là dove gli strumenti scientifici di oggi vedono solo una terra piatta”, prosegue, “e una assenza di anima, ci sia del tutto assenza di pensiero”. Immaginava quindi di trovarsi in una situazione simile, sviluppando teoria su che cosa possa succedere in quei momenti. Nella prima ipotesi si potrebbe sopravvivere “come una rapa, senza coscienza, senza poter dire ‘io’, reagendo al massimo a qualche modificazione dell’umidità atmosferica”. Nella seconda ipotesi, ricordiamo tutto il passato, si ritorna indietro fino all’infanzia. La terza ipotesi è quella che definisce la più angosciante, perché si rivive gli ultimi attimi di coscienza, si teme per il futuro. “O addirittura ci si consumi come ha fatto mia madre negli ultimi dieci anni che è sopravvissuta a mio padre, raccontando a noi figli, ogni volta che poteva, come era stata orribile la notte in cui mio padre era stato colto da infarto, e se non fosse stata colpa sua che aveva preparato una cena forse troppo pesante”. In chiusura di articolo proclama infine di avere il diritto di scegliere la sua morte per il bene degli altri. “E’ quello che mi hanno insegnato da piccolo, che Pietro Micca ha fatto bene a dare fuoco alle polveri per salvare tutti i torinesi, che Salvo D’Acquisto ha fatto bene ad accusarsi di un crimine non commesso, andando incontro alla fucilazione, per salvare un intero paese, che è eroe chi si strappa la lingua e accetta la morte sicura per non tradire e mandare a morte i compagni, che è santo chi accetta l’inevitabile lebbra per baciare le piaghe al lebbroso”. (Morgan Barraco)