C’è grande attesa in vista della prossima udienza per il processo a Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio ed attesa per il prossimo 24 febbraio. In aula torneranno infatti a testimoniare i familiari dell’imputato e nello specifico la madre Ester Arzuffi, la moglie Marita Comi con il cognato Agostino e il fratello Fabio Bossetti. Dalle ultime news rese note da Bliz Quotidiano, relativamente al processo a carico di Massimo Bossetti, i consulenti informatici nominati dalla difesa avrebbero rinunciato al loro incarico. Il motivo sarebbe da ricercare nelle discrepanze con la linea difensiva scelta dai legali difensori di Bossetti e questo evento avrebbe messo in dubbio la chiarezza delle prove informatiche a carico dell’unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio. La rinuncia dell’incarico da parte dei consulenti informatici sarebbe avvenuta nei giorni scorsi, quando avrebbero dovuto essere presenti in aula lo scorso 20 febbraio per deporre in merito ai risultati delle perizie eseguite sui computer del muratore di Mapello e relativi a presunte ricerche contenenti la parola chiave “tredicenni”.
C’è attesa per gli interrogatori dei familiari di Massimo Bossetti, imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’uomo sarà ascoltato in Corte d’Assise di Bergamo il prossimo 4 marzo ma prima di lui, mercoledì prossimo 24 febbraio saranno in aula la madre, Ester Arzuffi, e la moglie Marita Comi. La prima, nonostante gli esami sul Dna, continua a sostenere che Massimo Bossetti è figlio del marito Giovanni e non dell’autista di autobus Giuseppe Guerinoni, morto nel 1999. La seconda, nei colloqui in carcere con il marito, ha sempre chiesto la verità nonostante Massimo Bossetti si sia dichiarato innocente. Il 24 febbraio saranno sentiti anche il fratello di Massimo, Fabio, e suo cognato. Dalle indagini effettuate sui computer sequestrati all’imputato, è emerso, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, che “il 29 maggio 2014, neanche tre settimane prima dell’arresto di Bossetti, alle 9.55, l’utente «Massimo» avrebbe digitato la parola «ragazzine» seguita da dettagli pornografici. Lo stesso il 23 novembre 2011, quasi un anno dopo la morte di Yara. È stata individuata, inoltre, una stringa con la parola «tredicenni»: in questo caso, però, non è stato possibile definire se si è trattato di una vera e propria ricerca da parte di chi usava il computer oppure di un suggerimento da parte di Google (il portale spesso suggerisce all’utente gli argomenti d’interesse: esempio, se si cerca spesso la parola «casa», Google propone siti legali alla casa)”.