Il giallo di Lorys Stival è stato affrontato in apertura della nuova puntata odierna de La vita in diretta, il programma di Rai1, il quale ha dato spazio alle parole dell’avvocato di Veronica Panarello ed a quelle del legale di Davide Stival. Questa volta, la versione di Veronica sarebbe diversa rispetto alle precedenti in quanto per la prima volta ci sarebbe ciò che è sempre mancato, ovvero il movente ma anche l’arma del delitto ed una dinamica ben precisa. La descrizione di quanto accaduto la mattina del 29 novembre 2014 sarebbe ora chiarissima e dettagliata. Agli inquirenti l’arduo compito di trovare i riscontri necessari in merito ai quali i filmati delle telecamere potrebbero risultare fondamentali. In studio a La vita in diretta è intervenuta la criminologa Roberta Bruzzone che avrebbe messo in dubbio la versione di Veronica Panarello: “L’arma non è quella secondo i riscontri medico-legali. L’arma del delitto è la fascetta stringi tubo, perfettamente compatibile e poi c’è la lesione con le forbicine. L’arma del delitto è la fascetta, non ci sono dubbi”, avrebbe ribadito senza alcuna esitazione la nota criminologa.



Il caso di Lorys Stival, dopo le dichiarazioni clamorose di Veronica Panarello, avrebbe assunto una piega del tutto differente. Ad approfondire cosa avrebbe spinto Andrea Stival, il suocero accusato dalla donna di essere il vero responsabile del delitto del figlio, sarebbe stato questa mattina il suo legale, Francesco Villardita, nel corso della trasmissione Mattino 5, come riportato da Il Giornale. A detta dell’avvocato Villardita, stando al racconto della sua assistita sarebbe possibile comprendere il movente dell’omicidio di Lorys Stival. Il piccolo avrebbe scoperto la relazione segreta tra la madre ed il nonno. “Aveva visto quello che non doveva vedere circa una settimana prima del delitto, e minacciava di raccontare tutto al suo papà”, ha aggiunto l’avvocato di Veronica sottolineando come la donna avrebbe inizialmente rimosso quanto accaduto per poi iniziare ad avere i primi flash dopo la sua visita in cimitero. La Panarello avrebbe poi avuto vergogna ed allo stesso tempo paura per l’incolumità del secondo figlio. La donna accusata dell’omicidio di Lorys avrebbe avuto il sentore che il suocero potesse aver abusato di lui, ma in merito il suo legale ha puntualizzato: “Ora dovremo trovare risconti oggettivi di quanto da lei asserito, faremo tutte le verifiche necessarie”. Infine, Villardita avrebbe confermato l’invio da parte di Andrea Stival di una lettera a Veronica contenente 80 euro e custodita in carcere dalla donna. Il contenuto della missiva resta segreto, ma l’avvocato avrebbe dichiarato che “quella lettera per lei era un invito a continuare a tacere e non rivelare del suo coinvolgimento nell’omicidio di Lorys”.



Continua a far discutere il caso di Veronica Panarello, accusata dell’omicidio del figlio Lorys Stival di 8 anni. La donna nei giorni scorsi ha accusato del delitto il suocero Andrea Stival, sostenendo di aver avuto una relazione con lui. Il marito di Veronica, Davide Stival, sembra però non credere all’ultima versione della moglie. Ad affermarlo è il suo avvocato Daniele Scrofani, che sostiene, secondo quanto riportato da Il Giornale, che l’uomo non ritenga “credibile la versione di Veronica Panarello ma, nel caso avessa fornito elementi certi, nessuno sconto a nessuno. L’obiettivo è la verità, chiunque sia il colpevole”. Secondo Veronica Panarello il cognato Andrea Stival avrebbe ucciso il bambino perché Lorys avrebbe scoperto la loro relazione. Dopo le ultime dichiarazioni della donna Andrea Stival ha negato che tra di loro ci fosse una relazione e anche di aver ucciso Lorys. 



Una nuova perizia psichiatrica per Veronica Panarello, la donna accusata di aver ucciso ed occultato il cadavere del figlio Loris, 8 anni appena. Durante l’ultima puntata di Porta a porta, il docente di psicologia forense Guglielmo Gullotta ha proposto che Veronica Panarello venga sottoposta ad un esame più approfondito, volto ad appurare “la predisposizione, forse patologica, di questa donna a mentire”. Questo perché di versioni Veronica Panarello ne ha date veramente tante, fin dai primi interrogatori. Il 19 febbraio scorso la donna è stata sentita un’altra volta e anche in quest’occasione ha fornito un’altra versione dei fatti. E’ stato un interrogatorio durato ore, riporta Il Giornale, ore in cui Veronica Panarello ha risposto alle domande del pm di Ragusa Marco Rota. Presenti anche il suo difensore, l’avvocato Francesco Villardita, il Comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri di Ragusa ed il capo della Mobile iblea Antonio Ciavola. E’ passato un mese dall’udienza preliminare e Veronica Panarello ha deciso di parlare, ma come aveva già fatto in precedenza, ha descritto un’altra versione. “Le dichiarazioni di Veronica Panarello sono forti perché forniscono movente, complice e dinamica del fatto”, afferma l’avvocato Villardita, “e fornisce anche l’arma del delitto”. Secondo la versione della donna, infatti, a compiere quel barbaro omicidio sarebbe stato il suocero Andrea Stival. Il motivo sarebbe stata la scoperta da parte del piccolo Loris che i due erano amanti. In quest’ultima deposizione Veronica Panarello ha descritto con alcuni particolari gli attimi che hanno preceduto la morte del bambino, quello stesso che la guardava terrorizzato mentre il suocero, secondo la versione della donna, lo strangolava con un cavetto Usb. Dal canto suo Andrea Stival nega ogni accusa, anche la relazione con la Panarello. Tramite il difensore Francesco Biazzo minaccia anche di querelare la donna non appena ci saranno gli atti processuali. E’ una svolta forte da quella prima versione della morte di Loris in cui Veronica Panarello invece affermava che si era trattato solo di un terribile incidente. Inoltre, la donna riferisce in un secondo momento alla psicologa, come riporta sempre Il Giornale, che Andrea Stival aveva “attenzioni strane per Loris”. Stando le sue parole la Panarello si sarebbe anche offerta al posto del bambino, ma senza riuscirci. Per Loris non c’è stata più nessuna speranza.