Il duplice omicidio dei due fidanzati freddati a Pordenone, Trifone e Teresa, non poteva più essere rimandato. E’ quanto trapela dal quotidiano online Il Messaggero Veneto, che sottolinea come il killer della coppia conoscesse bene gli impegni futuri di Ragone e che lo avrebbero portato presto lontano da Pordenone. Il militare, infatti, dopo tre giorni dal delitto sarebbe dovuto partire alla volta di Milano per prendere parte ad una operazione. Per tale ragione, secondo gli inquirenti, l’assassino di Trifone e Teresa avrebbe deciso di agire la sera del 17 marzo scorso, organizzando tutto nei minimi dettagli. Un duplice omicidio premeditato, dunque, con tutta una serie di rischi, a partire dall’arma, una vecchia Beretta 7.65 la quale si è inceppata sul settimo colpo ma che avrebbe potuto bloccarsi prima permettendo così al militare di Adelfia di difendersi e reagire tempestivamente. Su questo aspetto, la madre di Trifone non avrebbe dubbi sul killer del figlio e della sua fidanzata: “Li ha seguiti per tanto tempo per conoscere i loro spostamenti”.



Il 17 marzo prossimo sarà trascorso esattamente un anno dall morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi nel parcheggio del Palasport di Pordenone. Nonostante il lavoro degli inquirenti e l’attenzione dei media nei confronti di questa vicenda non c’è ancora un colpevole per questo duplice omicidio. La mamma di Trifone, Elena Ferrante, sentita dal “Messaggero Veneto” non ha però escluso che l’autore del delitto possa essere lo stalker, ancora ignoto, che da mesi perseguitava Teresa alludendo a presunti tradimenti da parte del fidanzato:”Può darsi, ma mio figlio era un bonaccione, non avrebbe mai sporto denuncia contro nessuno. Magari ha solo minacciato di farlo, dicendogli “se non la smetti,ti denuncio per stalking”. Ma poi, per Trifone, la questione sarebbe morta lì. E difatti non ha mai denunciato nessuno. Forse, se l’avesse fatto, ora sarebbe ancora vivo“.



Ad un anno di distanza dal duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi lo scorso 17 marzo a Pordenone, nel parcheggio del Palasport, il responsabile del delitto non è ancora stato assicurato alla giustizia. La preoccupazione di Elena Ferrante, mamma di Trifone, come raccontato al “Messaggero Veneto” è quella che il killer possa colpire ancora:”Chiunque sia stato può uccidere ancora, se non lo fermiamo: Teresa e Trifone non saranno le sue uniche vittime. Sto approfondendo la materia, dopo quello che ci è successo. Secondo noi il profilo dell’assassino è quello di un egomaniaco, che non è in grado di superare il rifiuto. Un “no” è un elemento destabilizzante, per il quale un soggetto di questo tipo è disposto anche a infliggere la morte. Ci vuole un evento scatenante, ma può trattarsi anche di una banale lite“.



E’ trascorso quasi un anno dal duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati freddati a Pordenone, nel parcheggio del Palasport lo scorso 17 marzo. Il responsabile dell’efferato delitto non è ancora in carcere, mentre l’avvocato del militare ucciso, Nicodemo Gentile, al Messaggero Veneto ha sottolineato il pensiero della famiglia Ragone con parole dure: “Trifone è stato tradito due volte da chi meno se l’aspettava. La prima, da chi lo ha ucciso. La seconda volta è stata tradita persino la sua memoria”. A detta del legale difensore della famiglia di Ragone, Trifone sarebbe stato ucciso quasi certamente da qualcuno che lo conosceva bene e che faceva parte dei suoi contatti quotidiani. Non avanza nomi, l’avvocato Gentile, ma i riferimenti sono chiari quando parla della comprensibile rabbia nei confronti di un delitto crudele dietro il quale si cela una duplice morte ma anche un duplice tradimento “dell’amicizia e della fiducia”. Il pensiero, a detta dell’avvocato, va a quelle “persone che ancora oggi vestono la divisa” e che “hanno portato la bara di Trifone, eppure agli inquirenti, all’inizio delle indagini, non hanno raccontato tutta la verità su quella sera fatale”. Solo a questo punto avanza il nome di Giosuè Ruotolo, il militare indagato, sottolineando il cambio di versione di quest’ultimo solo dopo essere stato messo di fronte all’evidenza dei fatti dai pm. Quale, secondo Gentile, il movente del duplice delitto che avrebbe portato alla morte di Trifone e Teresa? “Una girandola di sentimenti perversi nei confronti di questa coppia, dalla gelosia all’invidia, che ha portato l’assassino a insinuarsi nella loro vita”. In conclusione, il legale della famiglia di Trifone Ragone si è augurato che le indagini possano, da ora in avanti, entrare in una nuova importante fase in attesa dei risultati delle perizie informatiche che potrebbero annunciare la svolta decisiva.