Non c’è chiarezza sulla tragica scomparsa di Giulia Di Sabatino, ragazza di 19 anni che ha perso la vita precipitando dal viadotto che passa sopra l’autostrada A14. I genitori non vogliono assolutamente credere all’ipotesi di un suicidio della giovane anche perchè non è a loro avviso un fatto che trova riscontri nella realtà di tutti i giorni che viveva la viglia. Intanto sono al vaglio molti test approfonditi. La Procura ha affidato a Rino Froldi dell’Università di Macerata un incarico tossicologico. Oltre questo i cellulari della ragazza e dei due indagati in questione sono stati affidati a Davide Ortolani, consulente. Staremo a vedere se da queste nuove situazioni usciranno, si spera, delle novità che possano aprire la strada su quella che è stata una tragedia al momento ancora piena di punti di domanda.

Emergono alcune novità sul caso di Giulia Di Sabatino, la ragazza 19enne di Tortoreto precipitata dal viadotto sull’A14 quale mese fa: il prossimo primo marzo, annuncia Chi l’ha visto?, consulenti e avvocati si ritroveranno per le operazioni di comparazione tra il Dna del giovane conducente della Panda Rossa e le tracce di liquido seminale trovate sul corpo della ragazza. Come sappiamo, gli indagati dalla Procura sono due, l’uomo di 41 anni che quella sera del 31 agosto diede un passaggio in scooter a Giulia dopo averla incontrata vicino al bowling e poi proprio il ragazzo 25enne che con la sua Panda rossa l’accompagnò vicino al cavalcavia fatale: sono indagati per istigazione al suicidio. Negli ultimi interrogatori il ragazzo ha escluso l’ipotesi di aver venduto e somministrato sostanze stupefacenti alla ragazza o di averne fatto uso durante la serata trascorsa insieme a casa sua con anche un rapporto sessuale consumato. Da ultimo, la procura ha disposto nuovi esami tossicologo sui resti della ragazza, nel tentativo di stabilire se quella sera Giulia Di Sabatino fece us di sostanze stupefacenti che possano in qualche modo giustificare una non piena lucidità nello spingersi oltre al viadotto.