Durante la nuova tappa del processo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio non ha parlato solo la moglie Marita Comi. Oggi però la mamma di Massimo si è avvalsa della facoltà di non parlare. Si sono invece confrontati con i presenti il compagno di cella di Bossetti, Rodolfo Locatelli, e anche il cognato, Osvaldo Mazzoleni. Saranno infatti molto importanti le parole di chi conosce bene l’indagato per l’omicidio della piccola Yara, ma anche chi lo ha conosciuto nell’ultimo periodo. Sarà infatti determinante capire come si è comportato in carcere Bossetti, cercando di analizzare il rapporto costruito in un momento così complesso e pieno di sfaccettature con Locatelli.



Ha parlato oggi in aula la moglie di Massimo Bossetti, Marita Comi, in seguito all’ultima evoluzione del processo legato alla tragica morte di Yara Gambirasio. La donna avrebbe sottolineato di aver pressato il marito a lungo nei primi colloqui in carcere perchè era stata travolta dalle notizie che arrivavano che sembravano essere vere. La Signora Comi ha voluto evidenziare come volesse scoprire la verità e che se suo marito le avesse mentito non sarebbe riuscito a tenere per così tanto la bugia con lei e sarebbe crollato. Inoltre la donna ha fatto sapere che suo marito fosse stato colpevole dell’omicidio della piccola Yara si sarebbe allontanata da lui, lasciandolo, per tutelare la tranquillità e la salute dei suoi figli.



Nel corso della nuova udienza per il processo a Massimo Bossetti andata in scena nella giornata odierna, è stata sentita in qualità di testimone anche la moglie Marita Comi. La sua deposizione è durata circa un paio d’ore, a differenza della madre dell’unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la quale si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Le domande del pm si sono incentrate anche sulle ricerche attraverso i computer di casa. “Mai fatto ricerche su tredicenni”, ha replicato la teste, mentre in merito alle ricerche di contenuti a sfondo pornografico la Comi avrebbe ammesso, come riporta L’Eco di Bergamo: “Qualche volta le facevo io, qualche volta insieme, oppure io da sola”. Massimo Bossetti, tuttavia, è sbottato in aula quando il legale di parte civile della famiglia di Yara Gambirasio ha elencato le varie ricerche compiute su internet sempre a sfondo sessuale per comprendere chi le avesse eseguite. “È intollerabile, basta!”, avrebbe esclamato l’imputato.



Era attesa per oggi la testimonianza di Alma Azzolin, la donna che avrebbe visto Massimo Bossetti con Yara Gambirasio all’interno di una station wagon grigia nel parcheggio del cimitero di Brembate di Sopra. Dopo aver deposto, gli avvocati difensori dell’unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio, secondo quanto riporta La Repubblica, avrebbero asserito come in base agli elementi in loro possesso sarebbero in grado di dimostrare che nel giorno indicato dalla teste Bossetti fosse altrove. La donna, infatti, aveva asserito di aver assistito alla scena nel periodo compreso “da dopo Ferragosto ai primi di settembre del 2010, prima dell’inizio delle scuole”, in un giorno di martedì o giovedì (quando era solita accompagnare la figlia agli allenamenti di ciclismo). A smentirla i difensori del muratore di Mapello che avrebbero commentato: “Possiamo dimostrare che in tutti i martedì e i giovedì di quel periodo Bossetti si trovava a pranzo lontano. E possiamo anche dimostrare che non c’era neanche il 9 settembre 2010”.

Potrebbe essere oggi una giornata decisiva per Massimo Bossetti, in carcere con l’accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio. Nel processo a suo carico saranno sentiti oggi i familiari e altri teste. Deporranno in aula la madre Ester Arzuffi e la moglie Marita Comi. Sono tanti i punti chiave del processo, come riporta il Corriere della Sera: “la prova regina del Dna, i rilievi sul luogo del delitto, le celle telefoniche che coprono l’area della palestra, le fibre del furgone inquadrato dalle telecamere e le ricerche sul web”. Finora la madre del carpentiere di Mapello ha sempre sostenuto l’innocenza del figlio, ribadendo che il padre naturale di suo figlio sia il marito, scomparso il giorno di Natale. La moglie invece ha sempre cercato di capire che cosa abbia fatto il marito quella sera, senza mai fornirgli un alibi. Che cosa diranno oggi le due donne su Massimo Bossetti?

E’ attesa per oggi la nuova udienza per il processo a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Sul banco dei testimoni saranno chiamati a deporre sette persone, di cui cinque familiari dell’unico imputato. Ester Arzuffi, mamma di Massimo Bossetti, sarà certamente la teste più attesa, ma ci sarà spazio anche per la moglie Marita Comi, che da sempre ha preso le difese di Massimo Bossetti (anche in tv), dei cognati Agostino Comi e Osvaldo Mazzoleni e del fratello Fabio Bossetti. Secondo quanto riportato dall’Eco di Bergamo online, potrebbe non essere sufficiente una sola udienza al fine di raccogliere tutte le deposizioni dei parenti del presunto assassino di Yara Gambirasio, poiché, stando ai legali, risponderanno a tutte le domande. Inevitabile la curiosità che l’udienza comporterà, soprattutto alla luce dei contenuti delle deposizioni della madre di Massimo Bossetti. Attesa anche per gli altri due teste che verranno sentiti nel corso della giornata odierna. Si tratta di Alma Azzolin e Rodolfo Locatelli. La prima, è la donna che aveva asserito di aver visto Massimo Bossetti in compagnia di una ragazza all’interno della sua auto di fronte la palestra frequentata anche da Yara e dalla figlia. Dopo essere stata sentita dagli inquirenti nel novembre del 2014 in due diverse occasioni, nel secondo confronto la Azzolin aveva sostenuto che la ragazza in auto con Massimo Bossetti, da lei vista nel settembre 2010, fosse proprio Yara Gambirasio. La sua conferma giunse dopo aver visto una foto della tredicenne e non apparve totalmente attendibile. Locatelli è invece l’uomo che aveva condiviso la cella con Massimo Bossetti nel periodo di detenzione. Quest’ultimo aveva reso noto l’interesse del muratore per le “ragazzine di 15, 16 e 17 anni con i fuseaux”, viste dall’imputato in tv o sui giornali.