San Gabriele dell’Addolorata (il cui nome era Francesco) nacque ad Assisi nel 1838 in una famiglia aristocratica. Il padre era Sante Possenti (sindaco della città) e la madre Agnese Frisciotti. Francesco apparteneva ad una famiglia aristocratica molto numerosa, era, infatti, l’undicesimo di tredici fratelli. All’età di quattro anni restò orfano di madre per cui fu educato dal padre, dalla sorella maggiore e dalla governante. A 13 anni comincia la sua carriera liceale nel collegio dei gesuiti. Brillava soprattutto nell’ambito umanistico e nelle discipline letterarie e vinse, in merito, anche numerosi premi e riconoscimenti. Nonostante questo lato diligente il suo carattere era allegro e pieno di vita: segue la moda, va a ballare, organizza battute di caccia e si appassiona alle opere teatrali alle quali va ad assistere con il padre. E’ un ragazzo che viene ricordato anche per il lato buono della sua anima, per l’amore che aveva nella preghiera e per le attenzioni prestate nei riguardi di poveri e bisognosi. La sua vita così apparentemente allegra è però incorniciata da numerosi fatti spiacevoli e lutti tra cui quello della sorella che lo aveva cresciuto. In lui si fa sempre più presente l’idea del convento e, quando durante una processione passa davanti a lui un’immagine mariana, sente la vocazione che lo portò ad intraprendere il suo percorso spirituale nell’istituto austero dei passionisti. A 18 anni cambia il suo nome in san Gabriele dell’Addolorata. La sua scelta religiosa è radicale, si dedica instancabilmente alla preghiera, alla penitenza ed al digiuno. Nel 1859 arriva al convento dei passionisti a Isola del Gran Sasso per prepararsi al sacerdozio approfondendo gli studi di teologia. Nel 1861 si ammala di tubercolosi e non reagisce a nessuna cura. Non riesce nemmeno a completare il suo cammino da sacerdote a causa delle difficoltà politiche che impedivano a quel tempo la possibilità di nuove ordinazioni. L’anno successivo, nel 1862, all’alba del 27 febbraio muore dopo la visione della Madonna in cui trova conforto tanto che disse “Maria, mamma mia, fa presto”.
Nell’anno 1975 questo santo opera uno dei miracoli in assoluto tra più conosciuti. Questo vede coinvolta Lorella Colangelo, una bambina di dieci anni originaria di Montesilvano, una cittadina in provincia di Pescara. La piccola fu colpita da una malattia chiamata leuco-encefalite che la portò a perdere l’uso delle gambe. Un giorno si ritrovò ad andare alla messa e lì le apparse una luce intensa che circondava la figura di un frate vestito con una tunica nera, un mantello e con indosso un paio di sandali. Questo parlò e le disse “Lorella, vieni, ti addormenterai sulla mia tomba e tornerai a camminare”; questa visione divento un sogno ricorrente e si decise a raccontarlo alla madre che, dopo il benestare del medico, la riportò al santuario di San Gabriele. La bambina una volta che si addormentò sulla tomba vide nuovamente il frate in sogno che questa volta le disse “Adesso, Lorella, alzati cammina”; una volta che la piccola aprì gli occhi poté camminare subito come se non avesse mai avuto alcun problema.
San Gabriele dell’Addolorata è considerato il santo dei giovani ed esprime valori che sono tutt’ora molto attuali come la gioia di vivere ed il desiderio di realizzarsi. Ogni anno sono moltissimi gli studenti (soprattutto di Marche, Abruzzo e regioni limitrofe) che si recano dinanzi a lui per una preghiera. La tradizione vuole che siano soprattutto i giovani che stanno per affrontare la maturità che cento giorni prima rispetto questa data partecipino alla messa ed alla seguente benedizione delle penne con cui affronteranno gli scritti. Un’altro evento che riguarda i giovani è la Tendopolo-Festa dei giovani in cui questi, a fine agosto, si accampano per quattro giorni in prossimità del santuario. Il culto per questo santo, è particolarmente sentito non solo in Italia ma anche in altri continenti (in cui gli sono state dedicate varie chiese, vie e piazze) come America ed Australia a causa degli emigranti. Venne dichiarato beato solamente nl 1908 ad opera di Pio X. Nel 1959 Papa Giovanni XXIII lo ufficializzò come patrono dell’Abruzzo. Questa è una regione compresa tra l’Adriatico e l’Appennino. Si tratta di una zona molto verde grazie alla presenza di ben tre parchi nazionali e di molte aree protette.
Il 27 febbraio è un giorno che viene dedicato ance ad altri santi come: i martiri Sant’Anna Line, San Besas, San Giuliano d’Alesadria Beato Guglielmo Richardson e Sant’Onorina ed i monaci San Baldomero, Santi Basilio e Procopio.