Il caso di Gloria Rosboch è approdato questo pomeriggio nel corso della trasmissione di Rai 1, Domenica In. A commentare il giallo che ha visto l’omicidio violento della professoressa di Castellamonte e per il quale sono finiti in carcere l’ex allievo 22enne Gabriele Defilippi, il suo complice ed amante Roberto Obert e la madre del primo, Caterina Abbattista (quest’ultima per concorso in omicidio), insieme ai due padroni di casa del programma sono stati anche la criminologa Flaminia Bolzan e lo psichiatra Raffaele Morelli. Interessante, nello specifico, l’intervento della giovane criminologa che ha realizzato un quadro molto veritiero sulla professoressa Rosboch ma anche sul suo presunto assassino: “Gloria non ha mai avuto la possibilità di confrontarsi con il mondo esterno”, ha dichiarato. E’ stato semplice, per Gabriele Defilippi, plagiare la donna fino ad ottenere ciò che desiderava: “Lui riesce ad incantarle, a stregarle”, ha commentato in riferimento alle dichiarazioni che sono emerse da tutte le “vittime” dell’ex allievo che, puntando sulla sua capacità manipolatoria avrebbe trovato in Gloria Rosboch la sua “vittima perfetta”.



Emergono nuovi dettagli in merito al tipo di rapporto esistente tra Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa ed il suo presunto assassino, il giovane 22enne Gabriele Defilippi. Stando a quanto riporta questa mattina La Stampa, la donna nel tempo aveva instaurato una relazione di stima e fiducia nei confronti del suo ex allievo prima della truffa dei 187 mila euro e del tragico delitto compiuto lo scorso 13 gennaio. “Io, quando esco con Gabriele, mi sento a mio agio, parlo di qualsiasi cosa, senza problemi, cosa che non ho mai fatto prima… ma certo non con altri. Inoltre sino ad ora, con Gabriele, oltre a qualche bacio, chiacchierate e cene, non c’è stato altro…”, così parlava Gloria Rosboch di Gabriele all’amica Anna. Confidenze che celano anche la strategia messa in piedi da Defilippi, ora in isolamento nel reparto psichiatrico del penitenziario di Torino. “Qui non vogliano che appaia nulla, ecco perché io vorrei provare questo lavoro accanto a lui ma anche provare a vivere la sua amicizia e stima che ha sempre avuto nei miei confronti…”, si confidava la professoressa, desiderosa di una nuova vita lontana da Castellamonte proprio insieme al ragazzino che, alle sue spalle, metteva minuziosamente a punto il suo piano per riuscire ad ottenere il tesoro della Rosboch.



Indagini non concluse per nulla, il caso di Gloria Rosboch ogni giorno fornisce purtroppo novità inquietanti sulla povera insegnante uccisa a Castellamonte e ritrovata nei boschi di Rivara: Gabriele Defilippi, Roberto Obert e Caterina Abbattista, madre del ragazzo 21enne, sono in carcere per l’accusa di omicidio e concorso in omicidio, ma nelle ultime ore cresce l’ipotesi di un quarto uomo, un complice del delitto. C’è una parte della ricostruzione che non convince gli inquirenti: il rientro da Rivara dei due amanti il 13 gennaio, dopo essersi liberati del corpo di Gloria, avviene più o meno per le 18.30. Ma ci potrebbe essere stato una persona, oltre alla probabile presenza di Caterina, ad aver aiutato Gabriele e Roberto a disfarsi di abiti, gioielli e oggetti di Gloria. Il dubbio nasce, come rivela La Stampa, dal vuoto di 6 ore tra il momento in cui i kiler lavano l’auto dove c’era la vittima e quello in cui Gabriele riaccende il telefonino, ovvero alle 21.54. Dicono di essere rientrati a Gassino per cambiarsi gli abiti e dopo di essere usciti per disperdere a Torino il resto degli abiti di Gloria, ma se questo fosse vero Gabriele avrebbe dovuto essere a casa non più tardi delle 20. I punti non tornano, le ricostruzioni dei tre continuano ad essere piene di buchi e di questioni non dette: solo lo sviluppo delle indagini potrà dare una chiave più svolta dell’intera vicenda.



Aveva lasciato straniti in molti il fatto che Gloria Rosboch, la professoressa 49enne di Castellamonte trovata morta il 19 febbraio nella vasca di una ex discarica di Rivara dopo essere scomparsa da casa lo scorso 13 gennaio, fosse stata spogliata della giacca e dei pantaloni da Gabriele Defilippi e Roberto Obert. A dare la spiegazione di quanto dev’essere passato per la mente dei due carnefici di Gloria Rosboch è stata “La Stampa“, secondo cui i due avrebbero preso spunto dal caso di Yara Gambirasio. In quell’occasione a fornire un elemento chiave agli inquirenti per incriminare Bossetti (oltre al Dna) fu il fatto che alcuni frammenti del leggins della tredicenne di Brembate di Sopra erano stati rinvenuti nel furgone del muratore, che a tutt’oggi rimane l’unico indagato per omicidio. Ecco allora la trovata: spogliare la povera Gloria Rosboch di tutti gli indumenti venuti a contatto con i sedili dell’auto su cui la donna è salita prima di andare incontro alla morte. Uno strategemma, che secondo il retroscena svelato da “La Stampa”, non è comunque riuscito ad indagare gli inquirenti.