Il 17 maggio prossimo sarà trascorso un anno dalla morte tragica e dolorosa di Marco Vannini, il giovane bagnino ventenne ucciso nell’abitazione della famiglia Ciontoli in seguito ad un colpo di arma da fuoco. A quasi un anno dall’omicidio, per il quale risultano indagate ben cinque persone, la famiglia del ragazzo di Cerveteri chiede con forza verità e giustizia per una morte ingiusta ma soprattutto evitabile se solo i soccorsi fossero stati allertati con la massima urgenza. Sul banco degli indagati al momento risulta l’intera famiglia di Martina Ciontoli, fidanzata di Marco Vannini. A sparare il colpo fatale, secondo quanto da lui stesso dichiarato agli inquirenti, sarebbe stato Antonio Ciontoli, capofamiglia e militare della Marina. Indagata anche la moglie ed il secondo figlio, Federico, nonché la fidanzata di quest’ultimo, Viola Giorgini, la quale dovrà rispondere della sola accusa di omissione di soccorso. Lo scorso 9 febbraio si è svolta la prima udienza preliminare, poi rinviata, nel corso della quale aveva fatto molto rumore l’assenza in aula della famiglia Ciontoli. La prossima data fissata per la seconda udienza preliminare che avrà luogo presso il Tribunale di Civitavecchia, è fissata al prossimo 4 marzo ed in attesa di scoprire se gli indagati saranno o meno rinviati a giudizio, il sito web “Altravocenews.it” ha riservato una interessante intervista al legale della famiglia di Marco Vannini, Avvocato Celestino Gnazi. La prima domanda è quella che la famiglia del ragazzo ucciso e l’Italia intera si pone dallo scorso 17 maggio: come mai nei confronti dei Ciontoli non è stata adottata alcuna misura cautelare? “Se dicessi che anche a me sembra assurdo, inizierei una polemica fuori luogo. Posso dire, pur nello scrupoloso rispetto dei ruoli, che è una scelta su cui, in tutta serenità, non posso concordare”, ha sintetizzato il legale della famiglia Vannini. Cosa dobbiamo aspettarci dalla data del 4 marzo? A detta dell’Avvocato Gnazi, l’inizio dell’udienza preliminare è fissato alle ore 9:00 ed andrà avanti ad oltranza. “Non sono stati richiesti riti alternativi (rito abbreviato o patteggiamento) e dunque si discuterà solo della richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Pubblico Ministero per processare la famiglia Ciontoli per omicidio volontario e Viola Giorgini per omissione di soccorso”, ha specificato il legale dei Vannini. “Quello che mi aspetto è che il GUP, qualora non disponga indagini integrative, si pronunci per il rinvio a giudizio. Di più, in questa fase, non posso aspettarmi”, ha poi chiosato.